Kruscev giunto a New York ostenta cordialità tra la gelida indiffereza degli americani di Nicola Adelfi

Kruscev giunto a New York ostenta cordialità tra la gelida indiffereza degli americani Oggi all'Onu si apre I' Assemblea dei Capi di Stato e di governo» Kruscev giunto a New York ostenta cordialità tra la gelida indiffereza degli americani All'arrivo sotto una fitta pioggia dichiara: "Per quanto possa essere buia la notte, l'alba finisce sempre con lo spuntare,, - Negli Stati Uniti non si crede più alle sue buone parole - A Washington il presidente Eisenhower afferma: "Questi sono tempi turbolenti e gente abituata a combinare guai sta arrivando nel nostro Paese; ora più che mai i popoli liberi debbono stare insieme,, (Dal nostro inviato speciale) New York, 19 settembre. Un Kruscev fiducioso, conciliante e di ottimo umore, è sbarcato.stamane sul suolo degli Stati Uniti e ha subito letto all'indirizzo dei cittadini americani un discorso formalmente cortese. Ha esordito dicendosi « persuaso che le relazioni fra i nostri due grandi paesi diventeranno migliori » e «nonostante tutti i loro tentativi, le forze del male che cercano di avvelenare i rapporti fra i nostri paesi non subiranno altro che sconfitte. Sono certo che verranno tempi migliori, quando le relazioni fra i nostri popoli e fra i nostri governi saranno amichevoli, cordiali ». Il discorso di Kruscev era lungo tre pagine e mezzo scritte a macchina", e ogni periodo veniva via via tradotto da un funzionario. Dopo il preambolo, Kruscev ha indicato gli scopi del suo viaggio a New York: «La delegazione sovietica viene qui per partecipare alle riunioni, delle Nazioni Unite e in questo modo rendere più robusta la causa della pace è contribuire a risolvere i più complicati problemi internazionali. Il più importante di tutti riguarda il disarmo generale e completo, messo sotto un controllo rigido e adeguato. Certo, è un problema difficile, ma ricordiamoci che, per quanto buia possa essere la notte, l'alba finisce sempre con lo spuntare ». Aguzzando i piccoli occhi e con un sorriso lievemente ironico, Kruscev ha aggiunto che gli sembra una strana maniera di ragtOHare| quella del segretario di stato americano Herter, il quale ha. affermato di recente che il premier sovietico si propone di partecipare ai lavori dell'Onu solo per fini di propaganda. « Se certe persone vanno dicendo in giro che Kruscev va all'assemblea generale delle Nazioni Unite per fare della propaganda, ebbene non mi resta altro che inorgoglirmi al pensiero che sono qui per fare propaganda a favore della pace. E vi dico anche che non mi risparmierò in alcun modo nel fare questa propaganda fino a quando anche i più ostinati non si convinceranno che è necessario mettersi d'accordo sul disarmo generale e per questa via assicurare la pace nel mondo ». Successivamente Kruscev ha fatto il gesto di offrire un ramoscello d'ulivo a Eisenhower. E' stato peraltro un gesto accennato con timidezza, e subito disdetto. Come si ricorderà, i due statisti si lasciarono a Parigi, all'inizio della manca ta conferenza al vertice, come nemici f senza salutarsi e senza neppure guardarsi in faccia. Subito dopo quel la rottura nel maggio scor so, Kruscev disse che non avrebbe mai più rivolto la parola al presidente ameri cano se non avesse ricevu to le scuse per il volo di spionaggio dell'U-2. Quanto a Eisenhower, ha sempre sostenuto ohe non avrebbe scambiato una sola parola con Kruscev fino a quando non fossero stati liberati piloti dell'apparecchio RB 47 abbattuto sul Mare di Barents. Il ramoscello d'ulivo è consistito in una frase in cui Kruscev ha detto che per conto suo sarà ben lieto di trattare col presidente Eisenhower alle Nazioni Unite sulla questione del disarmo. Però subito dopo Kruscev ha detto che gli riesce incomprensibile la decisione presa da Eisen hower di parlare all'Onu giovedì prossimo, mentre in un primo tempo aveva an nuncia'to che avrebbe fatto il suo discorso solo fra al cune settimane. « Se non sarà un discorso a vuoto, ma comporterà una parteci pazione realmente costrutti va da parte del presidente Eisenhower ai lavori della Assemblea, noi non potremo che rallegrarci di siffatta decisione ». Avviandosi verso la con clusione del suo discorso davanti ai microfoni della radio e sotto i riflettori della televisione, Kruscev ha detto: « Conservo ricordi ec¬ cnsenlercprnotsteuaamsedqficsosUc cellenti della visita che feci negli Stati Uniti l'anno scorso, degli incontri che ebbi col popolo americano e non ho affatto dimenticato le buone impressioni che raccolsi allora dai discorsi che tenni con gli^ uomini pubblici e di governo, con i rappresentanti dell'alta finanza americana, con gli operai comuni, gli agricoltori, gli intellettuali ». Fino alle ultime frasi del suo discorso, Kruscev ha alternato buone parole, ironie e rimproveri. Ha ancora una volta assicurato gli americani che egli andrà alle sedute dell'Onu per diminuire la tensione che esiste fra Oriente,, e Occidente e contribuire così a mettere d'accordo le nazioni sulla questione del disarmo. E ha finito dicendo che lui è sincero, mentre certi statisti solo con le labbra rendono omaggio alla causa del disarmo. Dopo il discorso di Kruscev, si sono avvicinati ai microfoni i capi dei Paesi comunisti che hanno fatto con lui il viaggiò sul Baltika. Da comparse disciplinate, si sono limitati à dire poche e generiche battute. Per esempio, il rumeno Gheorghiu-Dej ha detto che « il disarmo totale è la base di un mondo senza più guerre » ; e su per giù lo stesso concetto ha ripetuto il bùlgaro Zhikov. Chi suscitava persino un senso di pietà era l'ungherese Janos Kadar con quel suo sguardo vacillante come di un uomo che passi le notti nel terrore. Ha detto di portare agli americani « i. saluti del popolo lavoratore dell'Ungheria », e si è tirato indietro frettolosamente. Come aveva già fatto per gli altri capi comunisti, Kruscev ha dato anche per Janos Kadar il segnale degli applausi, e questo ha accresciuto il senso di smarrimento sul vol¬ to dell'uomo politico ungherese. Mentre questi discorsi venivano tenuti dai viaggiatori sbarcati stamane a New York dal Baltika, un Eisenhower di pèssimo umore usciva dal suo studio alla Casa Bianciv e teneva un discorso a un comitato elettorale repubblicano, che stava ad aspettarlo nella parte del parco chiamata « il giardino delle rose ». Eisenhower ha detto che « questi sono tempi turbolenti» e che « gente abituata a combinare guai sta arrivando nel nostro paese». E poi: « Oggi più che, mai i popoli liberi devono stare insieme. Non è da oggi che l'umanità combatte per conseguire la pace nel mondo e rendere stabile l'ordine fra le nazioni. Per questo — ha aggiunto Eisenhower — occorre essere forti militarmente. Noi non abbiamo intenzioni aggressive contro a o o i l k nessuno, ma chiunque mediti di scatenare una nuova guerra mondiale è un uomo che sta pensando al proprio suicidio ». A parte queste parole di Eisenhower, la Casa Bianca si è astenuta dal fare commenti in merito al discorso pronunciato da Kruscev. Tuttavia tutta la scena politica americana concorre a prospettare a Kruscev un governo e una nazione che non sono più disposti ad accordargli il minimo credito. L'accoglienza che gli è stata riservata al suo arrivo a New York è stata, più che gelida, apertamente ostile. In tutti i modi, le autorità hanno inteso far capire a Kruscev che la sua presenza negli Stati Uniti è estremamente sgradita e che prima toglierà il fastidio e tanto meglio sarà per gli americani. Esattamente un anno fa, proprio in questi giorni, Kruscev viaggiava liberamente da un capo all'altro degli Stati Uniti, parlava per ore intere alla televisione, dappertutto era accolto con curiosità e simpatia, faceva lunghe passeggiate con Eisenhower nella residenza di campagna di Camp David. E il mondo intero tirava un grosso sospiro di sollievo. Oggi invece Kruscev non è stato ricevuto neppure dal più modesto funzionario del Dipartimento di Stato, e, tenuto sotto controllo da reparti di polizia tutt'altro che cordiali, non può uscire dal quartiere di Manhattan quasi fosse un confinato ; dietro invito di Washington, le reti televisive si,.occuperànnb: di lui come di un fatto di cronaca senza peraltro mettergli a disposizione neppure un minuto per discorsi o interviste. Non staremo qui a ricordare come e perché la situazione fra Russia e America è andata sempre più deteriorandosi negli ultimi quattro mesi. Ci limitiamo solo a registrare il profondo cambiamento avvenuto nel volgere di una sola stagione e lo stato di estrema tensione che oggi esiste fra i due grandi paesi. Ma quel che forse è peggio, non si vede qui, dall'at teggiamento americano, al cuna propensione a trattare con Knwscev. Eisenhower parla di armare sempre di più il paese, lo stesso van no ripetendo nei comizi elet torali il candidato repubbli cano Nixon e quello demo cratico Kennedy. Si direbbe persino che l'opinione media americana sia indifferente a quel che farà o non farà Kruscev. E' uno scetticismo dettato dal la più completa sfiducia nel la sincerità e lealtà del premier sovietico. La maggior parte degli americani concordano con quel che ha detto stamane Eisenhower in forma generica, e cioè che Kruscev è venuto qui per combinare altri guai. Nicola Adelfi