Il calendario scolastico come la moda femminile?

Il calendario scolastico come la moda femminile? LETTERE AL DIRETTORE Il calendario scolastico come la moda femminile? Ad ogni ministero subisce cambiamenti - L'ultima proposta rivoluzionaria per evitare il riscaldamento delle aule - Lezioni all'aperto solo nella buona stagione? Signor Direttore, nel gran parlare che, ormai da anni, si fa dei gravi mali da cui è afflitta la nostra scuola e di impellenti necessità di riforme per inserire il nostro ordinamento scolastico nel quadro di una società in rapida evoluzione tecnica, la rifornì? del calendario scolastico è stata, ad ogni cambiamento di ministero, la più seria occupazione in cui si sono cimentati con successo gli uomini preposti al governo della Minerva. H calendario scolastico è diventato come la moda fem minile che qualcuno ha definito: «Quattro metri di stoffa che invariabilmente se coprono di più le gambe lasciano in egual misura scoperte le spalle ». La nuova riforma rivoluzionaria di cui ci dà : otizia La Stampa di domenica è sorprendente: un mese e mezzo di vacanza, da dicembre a gennaio, con conseguente an¬ ticipo nell'apertura e posticipo nella chiusura dell'anno scolastico per sottrarre scolaresche e professori ai disagi derivanti dall'insufficiente riscaldamento delle aule (sic!). Dopo aver lottato per anni per sottrarre i ragazzi al disagio degli esami nel periodo di maggior calura, dopo aver ascoltato gli interventi di insigni psicologi e clinici i quali hanno messo in evidenza la frustrazione conseguente al lavoro intellettuale in periodo estivo, siamo dinuovo daccapo, con la prospettiva di una ibernazione della scuola proprio quando esistono più favorevoli condizioni di rendimento e di alacrità. A parte la motivazione veramente spassosa che ci richiama alla mente le trovate di Pulcinella, il quale teneva i figli a letto quando faceva freddo e li bastonava quando avevan fame, ce li immaginiamo questi scolaretti che se ne stanno ozio¬ si in casa a veder nevicare, mentre le madri si mettono le mani nei capelli? Ma già che siamo in vena di scherzi perché non risolviamo anche il problema della deficienza di locali facendo quattro mesi di vacanza in inverno e tenendo le lezioni all'aperto nelle altre stagioni? Al nostro simpatico Novello queste notizie potrebbero fornire ottimi spunti per una delle solite vignette domenicali. Sotto il titolo: « Riforma della scuola » si potrebbero mostrare pipistrelli, marmotte e professori in ibernazione artificiale. Ridotto il metabolismo si mangia anche di meno: ecco una nuova bella trovata per risolvere l'altro vecchio problema dell'adeguamento delle retribuzioni degli insegnanti con vantaggio dell'amministrazione. Grazie dell'ospitalità ed ossequi. Prof. Cesare Polcari Torino, 7 settembre '60.

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