"Le feste dei Santi patroni si trasformano in festival,,

"Le feste dei Santi patroni si trasformano in festival,, "Le feste dei Santi patroni si trasformano in festival,, Un articolo polemico dell' «Osservatore della domenica» (Nostro servizio particolare) Roma, 7 settembre. Il settimanale L'Osservatore della domenica denuncia nel suo ultimo numero la indecorosa confusione per cui l'antica e sana tradizione delle feste patronali viene sempre più inquinata in Italia dalla introduzione di elementi estranei e deteriori. L'uso di sottolineare con celebrazion1 particolari la festa dei santi patroni — rileva il settimanale — è ancora valido e vivo in gran parte della Penisola, ma esso sta subendo una minaccia della quale sono in pochissimi a rendersi conto. Anziché feste patronali, cominciamo ad avere « festivals » patronali. « Messe al mattino, frequentate da un ristretto gruppo di fedeli; una funzione, la sera, quasi deserta; una processione. Ma per il resto — prosegue L'Osservatore della domenica —, che è poi un " resto " dominante, abbondante, divertimenti discutibili dal punto di vista estetico e anche morale. La solita elezione della "miss": è vecchio, decrepito, superato questo uso, però in provincia, in campagna, maeari, attecchisce ancora: sfilate in passerella anche nel " <ano paesino " di montagna o nella " spiaggetta ancora intatta dalie mondanità "; concorsi canori, giochi, chiasso e in fondo balli notturni, nella penombra del giardino pubblico >. Il settimanale scrive tra l'altro: « Ci sono ancora i festoni che devono salutare la processione o le coperte rosse appese alle finestre e qualcuno si è ricordato anche di avere In casa un vecchio altarino. Ma sui muri campeggiano anche le foto, ingrandite, delle più belle ragazze impegnate per la solita elezione. E campeggia anche la foto della difetta disoccupata che una volta fece un filmetto e che ora, per ventimila lire, va a " onorare " la festa di questo o di quel paese ». c Questa è la piccola, sana Italia del 1960? Ce lo domandiamo tremando per lo sgomento; non è tutta questa, ma è anche questa. Non siamo ottimisti — scrive il settimanale — certe brutte abitudini le contrae tutta una nazione e si arrestano difficilmente. Tuttavia si può eliminare gli equivoci, dividere il sacro dal profano, fare in modo da non mescolarli insieme, proibire almeno che coincidano, che la orocessione sia il prologo del ballo notturno o peggio; impedire che il festival non sia la festa, che almeno si svolgano in giotni separati. Contro queste pericolo'si eleva continuo, chiaro e preciso il monito dell'autorità ecclesiastica >. f. p.

Luoghi citati: Italia, Roma