La «Pravda» insiste contro i cinesi e rinnova gli allaccili alla Jugoslavia di Alberto Ronchey
La «Pravda» insiste contro i cinesi e rinnova gli allaccili alla Jugoslavia Mju polemica sulla consistenza eoa l9Oeeidente La «Pravda» insiste contro i cinesi e rinnova gli allaccili alla Jugoslavia Condannate « radicalmente » le tesi di Pechino sull'inevitabilità d'un conflitto con i capitalisti - Mosca respinge l'appoggio di Belgrado nella disputa con Mao - Il comunismo di Tito considerato eresia (Dal nostro corrispondente) Mosca, 2 settembre. Nella loro controversia contro gli « estremisti » dal movimento comunista internazioI naie, i sovietici non chiedono I l'aiuto degli « opportunisti » | jugoslavi, anzi lo respingono, perché la solidarietà di uomini come Kardely e Tito indebolirebbe la loro posizione e perché la politica krusceviana « differisce radicalmente — come scrive oggi la Pravda — tanto dalle tesi dei revisionisti, quanto da quelle dei dogmatici » L'Urss, in altre paiole, si considera equidistante dalle due eresie. Il principio affermato oggi chiarisce anche per gli osservatori più distratti fino a qual grado è giunto il travaglio ideologico e politico del comunismo internazionale dinanzi al controverso problema della coesistenza. Ecco il retroscena degli ultimi avvenimenti. La disputa fra krusceviani e « dogmatici estremisti » si trascinava già da due mesi nel mondo comunista, quando il 20 agosto fu pubblicato a Belgrado un saggio del vice-presidente jugoslavo Edward Kardelj', intitolato « Il socialismo e la guerra», che interveniva nella controversia parteggiando a favore della tesi di Kruscev (per la dottrina della coesistenza con il' mondo occidentale) e contro gli « estremisti » (i quali sostengono invece la dottrina della inevitabilità del conflitto tra Est e Ovest). Kardely, anzi, volendo trarre profitto dalla polemica dei sovietici contro l'eresia di sinistra (l'estremismo) a favore della più vecchia eresia di destra (il revisionismo jugoslavo) scavalcava le circospette argomentazioni della stampa moscovita e spiattellava tutto il contenuto' delle controversie in corso nel mondo orientale, presentando la Jugoslavia come l'avanguardia dello schieramento favorevole alla coesistenza. L'intervento, non richiesto, non doveva riuscire gradito ai sovietici, se non altro perché il revisionismo jugoslavo è una goccia d'acqua al confronto dell'* estremismo » e perché, mentre l'eresia di destra tende a collaborare con l'Occidente, l'eresia di sinistra potrà generare ogni sorta di pericoli, ma non quello di uno sfaldamento del mondo comunista verso l'Ovest. Oggi, a dodici giorni dalla pubblicazione del saggio di Kardely a Belgrado, la Pravda ha replicato infatti con una lunga confutazione, che occupa quasi un'intera pagina, carica di irritazione e di collera. « Come pretesto per contrabbandare le proprie idee revisioniste — scrive la Pravda — Kardely ha scelto questa volta la polemica contro i comunisti cinesi... Kardely tenta di presentare le cose in modo da far credere che egli faccia la guerra contro il dogmatismo, il che però non può ingannare nessuno. In realtà sta falsificando il marxismo e sta facendo la apologia dell'imperialismo... Il suo attacco è rivolto contro tutto il movimento comunista internazionale ». Ed ecco come la Pravda definisce la posizione dei sovietici fra le due eresie, quella jugoslava e quella degli estremisti: «La più corretta impostazione marxista-leninista del problema della guerra e della pace differisce radicalmente dall'atteggiamento assunto sia dai revisionisti che dagli estre1 misti... I revisionisti afferma no che la possibilità di bandire la guerra non sarebbe legata alla vittoria del socialismo. Praticamente, essi rinunciano alla lotta per il consolidamento e l'unità del sistema mondiale del socialismo... D'altra parte, gli estremisti non vedono che il mutamento del rapporto di forze sull'arena mondiale a favore del socialismo crea premesse nuove per la soluzione del problema della guerra e della pace; essi sopravvalutano le forze dell'imperialismo e sottovalutano quelle del socialismo. I dogmatici continuano a insistere che la guerra nei nostri tempi è inevitabile, condannando le masse all'inerzia». Da questa definizione non risulta che i sovietici considerino il revisionismo jugoslavo più grave dell'estremismo. I due fenomeni vengono respinti « radicalmente ». 11 documento è firmato da lSice3zi Arzumanian e Koroniov, unj teorico e uno specialista alle dipendenze degli uffici del Comitato centrale del partito. Essi avvertono di aver letto sulla Barba soltanto i primi due capitoli del saggio di Kardely e di essersi affrettati a rispondere in considerazione della delicatezza dell'argomento, anche senza aver letto l'intero libro. Il fatto è singolare, poiché la Borb'i ha già pubblicato tutti i quindici capitoli del saggio e il volume, di 240 pagine, è già largamente diffuso. Alberto Ronchey
Persone citate: Barba, Edward Kardelj, Kruscev, Mao
Luoghi citati: Belgrado, Jugoslavia, Jugoslavia Condannate, Mosca, Pechino, Urss
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