Accusano il medico le cartoline imbucate nelle ore del delitto di Giorgio Lunt

Accusano il medico le cartoline imbucate nelle ore del delitto Grave indizio di colpa l'alibi accuratamente precostituito Accusano il medico le cartoline imbucate nelle ore del delitto Nel troppo lungo viaggio da Arma di Taggia a Varese il dott. Sapio Ver dirame senti il bisogno di scrivere per ben due volte alla moglie e segnò, oltre alla data, anche le ore di impostazione a Savona e ad Acqui • Si sospetta che a spedirle sia stata un'altra persona, il supposto complice DAI. HOSIRO INVIATO Voghera, lunedi mattina. Quella di ieri è stata la prima domenica di calma, per i carabinieri e per i magistrati vogheresi, dall'inizio di agosto. Le precedenti festività di questo mese erano state caratterizzate da un'attività febbrile, fuori e dentro la caserma di via Verdi e nei dintorni del Tribunale. Il delitto di Mornico-Losana passerà agli annali della criminologia come uno dei più appassionanti e, almeno finora, misteriosi. Un delitto può essere difficile da chiarire in due casi: quando manca un movente, o quando ve ne sono troppi. La strage di villa Sassone — cioè il barbaro assassinio dello scrittore ed editore prof. Ismaele Ilario Carrera e della giovane, graziosa governante Eva Martinotti — può essere senz'altro classificato nella seconda categoria. Troppi moventi potevano aver provocato il crimine. Un tentativo di furto, scoperto dalla vittima e la conseguente eliminazione di questa e della domestica per assicurarsi l'impunitàt Movente labile (tuttavia non assurdo), perché a Losana e a Mornico tutti sapevano che il prof. Carrera non teneva in casa molto denaro liquido né oggetti preziosi che meritassero il rischio di un'impresa ladresca. Un galante visitatore notturno di Eva Martinotti, sorpreso dal proprietà rio della villa e minacciato di uno scandalo, al punto da perdere la testa e colpire l'anziano editore e la stessa Eva, in tervenuta per difenderlo? Non riteniamo di offendere la memoria della povera Martinotti ricordando particolari già noti e che da Costeggio a Mornico sono sempre stati sulla bocca tfi tutti. La giovane amava la vita, non aveva legami, non disdegnava di essere corteggiata. I suoi rapporti e la sua coabitazione con il prof. Carrera non si limitavano a quelli tra datore di lavoro e governante-domestica. Ma per la ragazza il legame con l'editore (lei aveva 19 anni, lui 66) era impostato più sulla convenienza e sulla gratitudine che non sulla tenerezza. Questo secondo movente è apparso, all'inizio delle inda- gini, abbastanza fondato. I ca rabfnieri hanno interrogato a lungo numerosi giovanotti e uomini sposati, che avevano avuto relazioni, magari fugacie remote, con la Martinotti. TutH furono in grado di presentare un àlibi inoppugnabile per la notte del delitto. A Costeggio, qualche matrimonio sembra in procinto di naufragare per colpa del fattaccio di Villa Sassone. Un paio di excorteggiatori della Martinotti quella sera erano lontani da Mornico, ma in dolce compagnia. Si trattava di uomini sposati ed anche le dame sono co-'ugate. Dopo aver tentato disperatamente di nascondere al cap. Racioppo, da perfetti gentiluomini, le generalità della loro compagna di gita, hanno dovuto spifferare tutto Infine, c'era un terzo movente: il delitto per scopi subdoli, interesse o vecchi rancori. Anche per questo le indagini hanno subito individuato una pista. Il prof. Carrera e il genero, dott. Douglas iapio Verdirame, da tempo non erano in buona armonia. Si incontravano di rado e le visite si concludevano in litigi o discussioni. Due col¬ pe addossava al prof. Carrera il genero: di disfarsi a pooo a poco del, patrimonio immobiliare, e di essersi infatuato di Eva Martinotti. L'ultimo colloquio a Villa Sassone tra il dott. Sapio Verdirame e il suocero pare sia avvenuto a Pasqua di quest'anno. L'incontro, o, più esattamente, lo scontro, si sarebbe svoltò alla presenza di un geometra. Argomento: la divisione della- villa di proprietà della defunta ìnogUe del prof. Carrera, signora Ida Marchetti. Il cap. Racioffo si gettò su questa pista. Poteva essere pericoloso, perché l'indiziato è un professionista, un medico di stimata famiglia siciliana e per di più legato all'ucciso da vincoli di parentela. Dopo qualche tentennamento iniziale (il dotto. Sapio Verdirame e la consorte erano stati pregati di non lasciare l'albergo di Costeggio e di considerarsi «a disposizione*), il a i a o e o a a e cap. Racioffo accelerò i tempiDecine di sopraluoghi e perquisizioni. Interrogatori domiciliari o in caserma di tutti coloro che a Losana, Mornicb, Varese o Arma di Taggia erano a conoscenza,dell'attività.e dei rapporti tra Succiso e il genero. Controllo dell'alibi fornito dal dott. Sapip Verdirame Cominciarono ad apparire le prime incrinature, gli indizi si moltiplicarono, particolari e circostanze presero. a combaciare come i przzi di un rompicapo. Mancava tuttavia qualsiasi prova sostanziale. Il cap. Racioffo procedette al fermo del dott. Sapio Verdirame, il giudice istruttore dott. D'Ambrosio concesse la proroga del provvedimento fino al limite dei.7 giorni previsti daHa legge. Ventiquattr'ore prima della scadenza, il colpo di scena: il mandato di cattura contro il medico varesino, per « concorso in omicidio plurimo, premeditato e pluriaggravato >. Riuscirà, la Magistratura, a dimostrare che il dott. Sapio Verdirame si è realmente macchiato del delitto di villa Sassone, che lo ha compiuto con le sue mani o ha contribuito direttamente al inassacrot La istruttoria è appena all'inizio, ogni elemento d'accusa è per ora a conoscenza solo degli inquirenti, legati al segreto d'ufficio. Tre pilastri, a quanto è trapelato, sostengono la tesi del cap. Racioffo e del dott. D'Ambrosio: lo strano — perché troppo lento ed impreciso — viaggio dell'arrestato, da Arma di Taggia a Varese tra il pomeriggio di lunedi 1° agosto e la notte su martedì. Il viaggio di per sé era giustificato: tutti i lunedi il medico dentista ripartirà dalla città rivierasca (dove la moglie e la figlia sedicenne trascorrevano le vacanze) per rientrare martedi nel suo studio. Ma quel viaggio si prolungò oltre la logica, la distanza tra Arma e Varese fu coperta — secondo le dichiarazioni dello stesso arrestato — in una dozzina di ore, mentre un automobilista anche mediocre (e con una macchina non veloce come la €1100 tv> del dott. Sapio Verdirame) lo effettua in tempo assai più breve. Durante a. viaggio, il medico aveva spedito alla consorte due cartoline. Entrambe acquistate a Savona e vergate in quella città. Ma una è stata imbucata ad Acqui. Pare che le due cartoline rechino anche l'ora in cui sono state scritte: un particolare strano, perché generalmente ci si limita ad apporre la data. Secondo gli inquirenti, il dott. Sapio Verdirame avrebbe tentato di prc costituirsi in tal modo un alibi. Al cap. Racioppo, che gli chiedeva spiegazione sul mo tivo che l'aveva spinto ad imbucare ad Acqui la seconda cartolina, il dentista avrebbe dato la seguente spiegazione: aveva comperato a Savona anche l'altra cartolina, temendo di non potersela-procurare ad Acqui, data l'ora tarda in cui sarebbe transitato. La cartolina risulta impostata nella stazione ferroviaria di Acqui. Gli inquirenti sospettano che possa essere stata deposta nella cassetta da un'altra persona. Oltre che dai gravi indili fin'ora raccolti a carico del presunto autore del delitto di Mornico-Losana, pare che il mandato di cattura sia suffragato dal risultato positivo di esami peritali sulla macchÌ7ia e altrove. Tra le persone che saranno nuovamente' interrogate nei prossimi giorni, figurano in piimo piano i coniugi Bossi di Varese, gestori di una « stagione di servizio > in ■uiale dei Mille. Ad essi il dott. Sapio Verdirame avrebbe — cosi affermano — affidato la sua auto, nei primi giorni di agosto, per il lavaggio. Durante l'operazione, avrebbero rilevato sulla carrozzeria tracce di sangue e segni di una abbondante ma grossolana lavatura dei tappetini e dell'interno della macchina. Intuite accennare all'estrema gravità di questa rivelazione, qualora fosse accertato che quella < linoTVv > era proprio quella del medico dentista, e che egli aveva portato la macchina alla < stazione di servizio > la mattina del £ agosto, cioè poche ore dopo l'efferato crimine di Losana. In carcere, il dott. Sapio Verdirame continua a mostrarsi calmo, impassibile. Non è esigente nel vitto, trova ottimo quello cucinato nella prigione, finora non ha domandato nulla. Gli hanno chiesto se desiderava qualcosa da leggere. Ha risposto di no. Giorgio Lunt La moglie del dott. Verdirame mentre si reca In tribunale