Travolto dalla caduta di un lastrone rotola per venti metri sulla parete

Travolto dalla caduta di un lastrone rotola per venti metri sulla parete Gravemente tento un giovane alpinista monreqalese Travolto dalla caduta di un lastrone rotola per venti metri sulla parete Per fortuna il chiodo ha retto allo strappo - Il compagno di cor data assicura il corpo dell'amico con la fune, scende a chiedere soccorso, e stramazza esaurito davanti ad una comitiva di gitanti Mondo vi, lunedì mattina. Un giovane alpinista monregalese è stato protagonista di una drammatica avventura durante un tentativo di ascensione alla cima Bozano (m. 2540) nel gruppo del Marguarels. SI tratta del commerciante Pino Mantero di 24 anni, il quale, travolto dalla caduta di un lastrone mentre stava scalando in cordata la ripida parete, è precipitato per circa 20 metri. Si deve alla scrupolosa osservanza delle norme che regolano l'ascensione in parete e all'eccezionale sangue freddo del compagno di cordata, il lattonlere Gino Billò, di 23 anni, se si è evitata una irreparabile sciagura. Il chiodo Infisso nella roccia dal Mantero ha retto al duro strattone, mentre dal di sotto il Billò ha «fatto assicurazione > all'amico, bloccando la ca duta in uno spazio dì poco più di venti metri. Soccorso alcune ore dopo da un gruppo di alpinisti savonesi e medicato da un medico genovese e quindi portato a valle dalle squadre di soccorso del Cai di Mondovì, il Mantero è stato ricoverato a tarda sera In clinica in condizioni gravi ma non allarmanti. II Mantero era stato congedato da poco più di un anno dal servizio militare effettuato alla Scuola militare di alpini smo di Aosta e si era già distinto In alcune ascensioni dimostrando sempre bravura 0 grande prudenza. Sabato, dopo una giornata di intenso lavoro, 11 Mantero e il Billò verso le ore 21 erano partiti in motoscooter verso l'alta valle del Pesio. Dalla Certosa di Peslo 1 due erano saliti fino al rifugio Piero Garelli ove avevano pernottato. All'alba si erano messi in marcia verso la base della cima Bozano. Grano le 8,30 e da poco più di un'ora i due alpinisti avevano attaccato la parete: primo era il Mantero, una .trentina di metri più sotto il Billò. Ad un tratto il Mantero si aggrappava a un lastrone che pareva offrire la garanzia di un sicuro appiglio; senonché il blocco di granito si staccava e il capo-cordata piombava nel vuoto. Il chiodo, saldamente fissato nella parete, dieci metri più sotto, reggeva allo strappo, e 11 Mantero rimbalzava di altri dieci metri. Nel frattempo il Billò che aveva seguito tutta la traiettoria di caduta del compagno (notando con quale -presenza di spirito si era riparato la nuca con i palmi incrociati delle mani), passando 11 capo della corda attorno a uno spuntone roccioso maggiorava! la resistenza allo strappo, provocata dal corpo in caduta e evitava a sua volta di essere trascinato nei precipizio. Superati 1 primi attimi di smarrimento, il Billò saliva sul breve « terrazzino » ove si era arrestato il corpo esanime dell'amico ferito, che si lamentava debolmente. Il Billò pone va una manciata di neve sotto la nuca del Mantero da cui sgorgava sangue in abbondanza e quindi scendeva con la massima velocità consentitagli, fino alla base della parete. Di corsa, gridando sempre sa soccorso, l'alpinista giungeva al rifugio Garelli, informando dell'accaduto la moglie del custode. Quindi il Billò, scendendo sempre a precipizio, raggiungeva il fondovalle, portandosi al Plano delle Gorre dove incontrava una comitiva di gitanti che se lo vedevano stramazzare privo di sensi al loro piedi, esaurito dalla sfibrante corsa e dalla violenta emozione. Verso le 11, dalla Punta Marguareis un medico di Cogoleto che aveva udito l'eco del richiami rimbalzati di roccia In roccia, era ridisceso per un ripido canalone fino al lago del Marguarels — dove nel frattempo era stato trasportato il Mantero — e quivi aveva prestato le prime cure al ferito che appariva in grave stato di choc. Nel pomeriggio salivano da Mondovì le squadre di soccor¬ so alpino, guidate dall'anziano accademico del Cai, Sandro Comini, e dall'alpinista Piero Billò, 1 quali In quattro ore di penosa discesa recavano alla Certosa di Pesio la barella sulla quale era adagiato 11 ferito. Alla cllnica Boslo il Mantero è stato ricoverato verso le 21. I sanitari gli hanno riscontrato là frattura del bacino, la frattura dell'avambraccio sinistro, un'ampia e profonda ferita al cuoio capelluto, feri te ^acero-contuse alla regione renale destra, abrasioni e contusioni multiple, giudicandolo guaribile in sessanta giorni salvo complicazioni. n. m.

Luoghi citati: Aosta, Cogoleto, Mondovì