Un piccolo velivolo precipita durante restano uccisi un noto medico e una una gara signorina

Un piccolo velivolo precipita durante restano uccisi un noto medico e una una gara signorina Un piccolo velivolo precipita durante restano uccisi un noto medico e una una gara signorina Nella "Coppa città di Belluno e Cortina", causa le nubi l'apparecchio da turismo è costretto ad abbassarsi in una valle, ma una corrente d'aria lo risucchia - Nell'urto sulla montagna il motore s'incendia e i passeggeri sono lanciati a distanza -, Un'ora di cammino per raggiungere le salme - Il pilota era il prof. Arienti primario di un Istituto ortopedico di Milano - Anche un altro aereo precipita, ma i due concorrenti si salvano ^2: Belluno, lunedi mattina. Una sciagura ha funestato la gara nazionale di regolarità per aerei da turismo < Coppa Città di Belluno e Cortina», organizzata dall'Aero Club di Belluno e svoltasi sul percorso Belluno-Monte Avena-Col VJsentin-Pocol di Cortina d'An? pezzo-Belluno, di circa 200 chilometri. Un apparecchio è precipitato, provocando la morte di due concorrenti: il prof. Aldo Arienti, di 51 anni, notissimo primario dell'Istituto ortopedico « Gaetano Pini » di Milano, e la venticinquenne Bianca Orsatti, pure di Milano. Il prof. Arienti, che pilotava un « Falco F. 8 L. », con al fianco la signorina Orsatti, era partito dall'aeroporto di Belluno alle 10,54 ed aveva toccato puntualmente il primo vertice, fissato sul Monte Avena, nel pressi di Feltre. Aveva quindi virato, dirigendosi verso il secondo obiettivo, il Col Visentin, un monte al confine tra le province di Belluno e di Treviso. Ma le nubi, che in quel momento ostacolavano la visibilità dell'antenna del ripetitore televisivo e della torretta del rifugio 5° reggimento artiglieria da montagna, a quota 1764, sopra cui doveva passare l'apparecchio, costrìngevano il pilota ad abbassarsi in una valletta. Nel tentativo di riprendere quota, l'aereo, secondo quanto hanno affermato 1 cronometristi che si trovavano sulla vetta del colle, era riuscito a portarsi fino in cima al crinale del Visentin, è stato sorpreso da una corrente discendente che l'ha fatto schiantare sul ripido versante che guarda lago di Santa Croce a l'Alpago. Nel¬ l'urto sul terreno, il serbatolo del « Falco » si è incendiato, e, mentre i due corpi venivano scaraventati alla distanza di qualche decina di metri, i rottami dell'apparecchio rotolavano lungo la china prativa. Sul posto, inaccessibile alle macchine, si sono portati, con circa unora di cammino dalla stazione d'arrivo della seggio- via del Nevegal, i vigili del fuo- ci; deil'll" corpo di Belluno, leguardie forestali e i carabinie- ri del comando compagnia di Belluno. Nulla, purtroppo, e stato possibile fare per il prof. Arienti e per la signorina Or- satti: erano già deceduti. Verso le 20, le salme sono giunte a Belluno e composte nella cella mortuaria del cimitero, dove è stata allestita la camera ardente. L'autorità giudiziaria ha concesso il nulla-osta per il trasporto a Milano, che verrà effettuato nella giornata di domani. Il prof Aldo Arienti era primario di chirurgia ortopedica all'Istituto Gaetano Pini (già Pio istituto dei rachitici) in piazza Cardinal Ferrari 1, e libero docente di clinica ortopedica all'Università di Stato. Era nato a Milano nel 1908 e si era laureato all'università nel 1933. Durante la guerra, fra il 1941 e il '43 fu direttore di un ospedale da campo in prima linea sul fronte russo e partecipò alla tragica ritirata dell'Armir. Tornato in patria, continuò la carriera di studioso che doveva dargli fama europea e dal 1952 divenne primario di ruolo. Nel recente congresso di angiologia ortopedica (la materia che studia le malattie dei vasi), tenutosi fra il 26 e il 28 maggio a Stresa, aveva portato il contributo di un'apprezzata relazione sull'argomento « quadri arteriograflci nelle sindromi tumorali ». Il professore non era sposato e viveva con una zia. Per lue volte era stato munifico benefattore dell'Istituto. I malati venivano a cercarlo a casa; egli amava dire: «Se hanno soldi per pagare, bene; altrimenti verranno curati gratis». Aveva una sola passione oltre il suo lavoro, quella che l'ha portato alla morte. Amava pilotare, quattro anni fa aveva conseguito il brevetto di pilota di secondo grado e ne parlava con orgoglio. Era abilissimo e spericolato, tanto che ad un suo allievo carissi¬ mo che gli chiedeva d'essere prudente, aveva risposto ridendo: «Volare è più sicuro che andare a piedi quando si ama l'aeroplano ». Il 1° luglio il professore aveva iniziato il suo mese di vacanze. Doveva riprendere servizio nella sua clinica stamane 1° agosto, alle 7. Durante la stessa competizione, un altro aereo è precipitato sul Col di Lana. Era pilotato dal ventiduenne Franco Gaspari, da Cortina d'Ampezzo, con a bordo il tenente medico Luigi Monaco. L'apparecchio — un « Macchino » — era di proprietà dell'Aereo Club di Belluno, che lo aveva messo a loro disposizione per la gara. In un primo tempo l'aereo è stato dato come disperso, poi, una ricognizione effettuata da un apparecchio militare della Sezione aerei leggeri della brigata alpina «Cadore», di stanca a Belluno, ha consentito di localizzare il punto di caduta di avvertire l'aeroporto del capoluogo. La notizia veniva ritrasmessa a Cortina d'Ampezzo, da dove alcuni amici del Gaspari co nuna jeep partivano immediatamente per il Col di Lana, provvedendo al trasporto dei due aviatori a Cortina. Il Gaspari è stato trattenuto in osservazione alla clinica < Codivilla », ma le sue condizioni non destano preoccupazione alcuna. Praticamente illeso il tenente MonacoAi momento della caduta il « Macchi > si stava dirigendo verso il terzo vertice del percorso, cioè quello di Pocol di Cortina d'Ampezzo. Il Gaspa ri è stato costretto a tentare ! un atterraggio di fortuna a causa d: un'avaria al motore. | L'apparecchio ha subito danni irreparabili. d. c. Nduaaagcblpn1b i dottor Aldo Arienti che pilotava l'aereo (Telefoto)