Trucidato a Elisabetville il vice-console italiano

Trucidato a Elisabetville il vice-console italiano Trucidato a Elisabetville il vice-console italiano Nostro servizio particolare Léopoldville, lunedì mattina. La situazione nel Congo è precipitata nel caos. Come già era previsto da molti osservatori europei, la concessione della Indipendenza troppo affrettata, Intempestiva, non ha trovato una struttura statale In grado di affrontare 11 suo primo e fondamentale compito: 11 mantenimento dell'ordine. Dopo gli odiosi episodi di violenza avvenuti venerdì a Léopoldville e in diverse altre località, dove decine di donne bianche sono state aggredite e violentate dalle truppe negre ammutinate, una orrenda notto di terrore è stata vissuta dagli europei residenti a Elisabetrville. Questa città di oltre centomila abitanti, fra cui 10 mila bianchi, posta all'estremo vertice meridionale dell'immenso paese quasi ai confini della fiodesia, si è trasformata dalla sera di sabato e sino all'alba di domenica in un teatro di drammatici scontri, di corpo a corpo, di inseguimenti. Da una parte alcuni europei armati di pistole, di fucili da caccia, di qualche mitra, dall'altra un'orda di soldataglia congolese cui si erano aggiunti razziatori provenienti dal cuore delle foreste brandendo sciabole e zagaglie. Per tutta la notte si è sparato ai margini del quartiere europeo, per tutta la notte donne e bambini asserragliati negli edifici di due scuole cattoliche al centro della città sono vissuti, n«ll'incubo di una fine orrenda, mentre 1 padri e i mariti di questi infelici lottavano con il coraggio della disperazione, Soltanto all'alba l'intervento di truppe aviotrasportate beighe ha permesso di contenere e quindi di volgere In fuga gli assalitori. Impossibile un bilancio delle vittime: di certo alcune decine di bianchi sono caduti nelle mani nel negri, cinque o sei soldati belgi sono rimasti uccisi e un centinaio di soldati congolesi sarebbero stati raccolti cadaveri dopo la fuga delle truppe ammutinate della nuova repubblica. Su qualche episodio già è stata fatta luce e, per esemplo, si è appreso che fra le vittime figura un Italiano: li nostro rappresentante diplomatico a Elisabetville, con il grado di vice-console, dott. Tito .Spoglia di 37 anni, nativo d'una località in provincia di Frosinone. Da soli due mesi egli era> stato destinato in G.ón'go ed è perito mentre compivo il suo dovere; con alcuni colleghi di altre rappresentanze consolari ieri sera si era recato infatti in macchina in Rodesia (varcando cioè il confine a pochi chilometri da Elisabetvìlle) per radiotelefonare a Roma e segnalare che la situazione stava precipitando, che gli europei erano in pericolo. Compiuta la missione, il dottor Spoglia e i suoi colleghi risalivano in macchina per fare ritorno ad Elisabetville: avevano da poco varcato il confine quando presso un passaggio a livello si trovavano la strada sbarrata da un reparto militare congolese che ingiungeva loro di scendere. Gli sventurati erano trascinati poco discosto e quln- di falciati con alcune raffiche di mitra. Sembra, ma anche a questo proposito le' notizie sono contraddittorie, che Insieme al dottor Spoglia siano rimasti uccisi altri quattro addetti consolari di vari paesi. Nel quadro generale delia situazione oltre alla zona di Eli ìabetville, teatro della tragica notte, va registrato un altro settore di crisi acuta, dove soldati e popolazione indigena si sono scatenati nelle ultime ore In un'autentica coccia al bianco: si tratta di Lusambourg (o Lusambo in congolese) capitale del Rasai. Anche qui la popolazione europea dopo aver tentato di opporsi in qualche modo con resistenze sporadiche alle orde assalitrici si è raccolta in alcuni edifici al centro della città in modo da costituire quasi un campo trincerato. Per ore e ore gli assalti dei negri si sono susseguiti con furia crescente mentre le munizioni nel campo dei bianchi scemavano paurosamente: così è trascorsa l'intera domenica. Soltanto ieri sera anche a Lusambourg sono giunti paracadutisti belgi che in breve combattimento sarebbero riusciti a ricacciare 1 congolesi. Si parla però di decine di bianchi uccisi e di altri catturati come ostaggi, sulla cui sorte non bisogna nutrire illusioni. Riassumendo Elisabetville (capitale del Katanga) e Lusambourg (capitale del Kasai) sono state nelle ultime ore i principali focolai della ribollente sommossa congolese, mentre a Léopoldville, pur essendovi una situazione torbida e tesa, » bianchi vivono in e i rotativa sicurezza da quando sì sono rifugiati quasi tutti presso le sedi delle ambasciate. Non si dimentichi però che U Congo è immenso quanto un continente, che ha una forma vagamente sferica, con un raggio di circa 1200 chilometri. Che cosa è accaduto, che cosa sta accadendo all'Interno di questo sterminato territorio? Nessuno può dirlo, né congetturarlo. VI sono centinaia di missioni cattoliche e protestanti, centinata di ospedali, lebbrosari, villaggi, cittadine, centri minerari dove sono rimasti europei con le loro famiglie. In tutto 80 mila persone. o i e o a n Quanti sono stati raggiunti' dall'odio xenofobo della popolazione locale? Bisogna tenere presenti questi interrogativi per comprendere lo stato d'animo dei vecchi colonialisti, alcuni con oltre quarant'anni di soggiorno in Africa, che presentemente sono raccolti a Léopoldville o Brazaville (fra le due città è ristabilito il collegamento fluviale) in atesa d'un passaggio aereo per ritornare in Europa. Molti di essi però in Europa non vogliono tornarci: « Qui abbiamo la nostra casa, essi dicono, qui abbiamo lavorato una vita intera. Come vivremo in Belgio o altrove t>. Comunque dinanzi all'adden- sarsi della tragedia, quanti hanno potuto, già hanno inviato in Europa le mogli ed i figli o sono' in procinto di farlo. Sull'aeroporto di Léopoldiville, come su quello di Brazzaville, da parecchie ore è in atto una spola ininterrotta di aerei. La < Sabena » ha sospeso le linee transatlantiche per porre i suoi mezzi a disposizione di quest'opera di salvataggio in cui è impegnato lo Stato belga che molti riguardano quale responsabile d'una colpevole leggerezza nella concessione dell'indipendenza al Congo. Nella notte è giunto pure da Roma un quadrimotore dell'AUtalia che viaggia » spese della Repubblica Italiana: stamane ripartirà per Roma trasportando soprattutto nostri connazionali e si apprende che altri due aerei italiani giungeranno nelle prossime ore. L'organizzazione di questi soccorsi, comunque, non può che rappresentare un palliativo dinanzi all'immensa tragedia d°l Congo. Dire che la nuova Si. .■ttbWleflrè iti pericolo appare ironico eufemismo. Il premier Lumumba (che proprio ieri ha inviato un 1 telegramma a Kruscev per ringraziarlo delle congratulazioni) e i suoi ministri fanno quello che possono, con grande zelo anche, ma senza risultati pratici. Sabato sera, ad esempio, mentre un quadrimotore a reazione della « Sabena » stava per decollare da Léopoldville una folla di negri che premeva sull'aeroporto voleva Impedire questa partenza; il ministro delle Forze Armate in persona a bordo d'una « jeep » si spostava qua e là per placare gli animi, consigliare la calma, ma ad un certo punto venne travol- (Continua in 9a pagina) f A Bruxelles, il poi per 1 sanguinosi fai a cerfa di respingere i dimostranti diretti a palazzo reale per chiedere Una immediata azione dei'Congo. A sinistra, un fotografo si allontana di corsa (Telefoto a «Stampa Sera») Il ministro Van der Mersch, ex-ministro residente a Léopoldville (al centro) e il ministro per gli Affari africani De Schrijver partono In aereo da Bruxelles diretti al Congo. Sullo sfondo, a destra, 11 ministro dei Congo Scheyven (Tel. a «Stampa Sera»)

Persone citate: Kruscev, Lumumba, Mersch, Sabena