Morti un tenente e tre sergenti su un aereo che si schianta contro la vetta di un monte

Morti un tenente e tre sergenti su un aereo che si schianta contro la vetta di un monte Morti un tenente e tre sergenti su un aereo che si schianta contro la vetta di un monte velivolo è stato visto puntare direttamente verso la montagna: forse un guasto ai congegni di direzione o , e a a , i à e a i l à i e r n à. a e i a e Roma, 25 agosto. In un impressionante incidente aviatorio nel cielo dei monti Sabini, hanno perduto la vita un ufficiale e tre sottufficiali dell'aeronautica militare. Un aereo da trasporto del tipo « C-45 » aveva preso il volo, dall'aeroporto di Guidonia per eseguire un breve volo di esercitazione sulla zona. Lo pilotava il tenente pilota Loris Barbisan, nato . 40 anni fa a Trieste.-L'equipaggio era composto dal sergente Elio Pizzarri, dal sergente elettromeccanico Luciano Locateli! e dal sergente maggiore Alfonso Lorenzi. Il tenente Barbisan, dopo avere eseguito alcuni giri sugl'aeroporto dì Guidonia, ha diretto la prua verso i monti Sabini. Alcuni contadini che si trovavano al lavoro sulle pendici del monte Pellecchia, hanno udito il rombo del velivolo. Hanno alzato lo sguardo per osservarlo e hanno notato con raccapriccio che l'aereo si dirigeva decisamente, come di proposito contro la sommità del monte. Era troppo basso per superarlo ed il pilota non compiva apparentemente nessuno sforzo per modificare la rotta. Poi, dopo attimi che sono sembrati eterni, un boato ed una fiammata: l'aeroplano aveva urtato il monto a un paio di centinaia di metri dalia vetta. Fiamme altissime si sono subito levate dal punto della caduta a 1100 metri di quota. I contadini che avevano assistito impotenti al compiersi della sciagura, si dirigevano verso il lontano punto dove ardeva il rogo, altri correvano verso la pianura per dare l'allarme. Quando i carabinieri del più vicino centro abitato — Moricone — sono giunti insieme ad alcuni volonterosi nel punto In cui era caduto il velìvolo, hanno assistito ad uno spettacolo orrendo: tra i rottami, avvolti ancora da altissime fiamme si distinguevano i corpi privi di vita dei piloti ormai completamente carbonizzati. Rottami erano sparsi intorno per alcune centinaia di metri. Si dovette attendere che le fiamme si spegnessero da sole. Quando finalmente è stato possibile raggiungere i corpi degli uomini dell'equipaggio, si è tentato di procedere alla identificazione dei miseri resti completamente arsi, ma ciò è stato possibile solo per il tenente Barbisan, trovato ancora al posto di pilotaggio con le mani aggrappate al congegni di guida. Per gli altri si tenterà di farlo in seguito, ma. non è certo che sia possibile, date le condizioni in cui sono ridotti i cadaveri. I miseri resti sono stati per ora composti nella camera ardente allestita nella chiesa del paesino di Monte Flavio. Le autorità dell'Aeronautica hanno immediatamente aperto una inchiesta per accertare le cause della sciagura che appare per molti elementi inesplicabile. Infatti non si riesce a comprendere come mal il tenente Barbisan, un provetto piIota collaudatoré, in una giornata limpida ed in perfetta visibilità, non sia riuscito a schivare la cima del monte, tanto da far apparire agli occhi del testimoni, come se egli vi si fosse diretto deliberatamente. E' molto probabile che i comandi dell'apparecchio si siano guastati in modo da togliere al pilota ogni possibilità di salvezza. >■ rottami dell'aereo da trasporto « C-4S » schiantatosi sulle pendici del monte PeMecchia nel Lazio (Telefoto)

Persone citate: Alfonso Lorenzi, Barbisan, Elio Pizzarri, Loris Barbisan, Monte Flavio, Pellecchia

Luoghi citati: Lazio, Moricone, Roma, Trieste