Difficile trovare «specializzati» ora sono scarsi anche i manovali

Difficile trovare «specializzati» ora sono scarsi anche i manovali / riflessi dello sviluppo economico-industriale Difficile trovare «specializzati» ora sono scarsi anche i manovali Le cifre della disoccupazione al livello più basso del dopoguerra Creati in un anno 32 mila nuovi posti di lavoro in Torino e provincia: sono stati assorbiti 12 mila disoccupati e 20 mila immigrati «Se oggi mi chiedessero — ci diceva un funzionario del- l'Ufficio del Lavoro — una ven- tina di manovali giovani e fisi- j camente idonei, non avrei la icertezza di poter soddisfare la richiesta nel giro di una set- ! timana ». j li rapido sviluppo economi-1 co e la forte espansione produttiva hanno portato a questa situazione che soltanto due anni fa poteva sembrare inimmaginabile. Nel 1958 ed ancora nei primi mesi del 1959 (quando la disoccupazione in tutta la provincia raggiunse la punta massima di 57 mila unità) erano numerosi gli opprai specializzati e qualificati che si presentavano all'Ufficio del Lpvoro per dichiararsi disposti a qualsiasi mansione. Le possibilità di collocamento per i manovali erano pressoché nulle; ridottissime anche quelle dei giovani. Prima lentamente, poi a ritmo sempre più rapido, la vita economico-industriale riprese vigore. Dalle « code » dei disoccupati scomparvero gli operai specializzati e qualificati, le donne ed i giovani. La seconda fase è quella odierna: la ricerca di maestranza con una adeguata preparazione professionale è diventata assillante. « Alcuni appalti per opere pubbliche — dichiarava il mese scorso il presidente della provincia prof. Grosso — sono andati deserti perché le ditte non disponevano del personale occorrente per realizzare 1 lavori nei tempi stabiliti ». Riassumendo si può dire ohe uomini e donne sino a 30-35 anni oggi riescono a trovare lavoro anche se non hanno «un mestiere completo » a due condizioni: che risultino fisicamente idonei e che siano sorretti da volontà e spirito di adattamento. Il problema della disoccupazione è dunque risolto? Si deve rispondere no; ma subito aggiungere che sono stati compiuti progressi notevoli, e che le prospettive per il futuro 6ono assai favorevoli. Alle porte restano però ancora migliaia di senza lavoro: sono in gran parte uomini e donne che hanno superato l'età media; persone in non perfette condizioni fisiche ma ancora utili alla società; mutilati e invalidi che non vogliono essere considerati pesi morti; giovani che chiedono di essere professionalmente assistiti per migliorare la loro qualifica di manovali; operai volonterosi che pongono lo stesso problema anche se già avviati alla maturità. Gli iscritti nelle liste di col locamento della nostra provincia appartengono grosso modo a queste categorie. La disoc cupazione appare più che mai un problema da risolvere con l'istruzione professionale e la rieducazione tecnologica. A fine luglio i disoccupati erano 19.750 in provincia e 21.250 in città. Rispetto alle cifre di maggio (19.500 in provincia e 19.900 in città) risulterebbero dunque in aumento Per evitare erronee deduzioni |u è necessario un chiarimento. Il 24 maggio scorso la Corte Costituzionale ha stabilito che la pensione è cumulabile con l'indennità di disoccupazione, In altre parole il lavoratore collocato a riposo per rag¬ giunti limiti di età, se lo de- sidera può iscriversi nelle li ste di collocamento: avrà diritto per sei mesi ad una indennità di 230 lire al giorno più 80 lire giornaliere per ogni familiare a carico. Dopo la pubblicazione del disposto della Corte Costituzionale i pensionati hanno cominciato ad iscriversi nelle liste. Lo hanno fatto i collocati a riposo in questo periodo ed anche coloro che pur essendo in pensione da tempo sperano (ma sembra improbabile) in un effetto retroattivo della sentenza. Secondo una valutazione dei funzionari dell'Ufficio del lavoro i pensionati che si sono iscritti nelle liste sono oltre 4 mila. La cifra complessiva di 41 mila disoccupati in Torino e provincia deve essere « depurata» di almeno 4 mila unità. Scende cioè a 37 mila contro i 39.300 di maggio. E' il livello più basso toccato nel dopoguerra e rappresenta una diminuzione di circa 12 mila lranapgtezicmcsdplssddslmdsC unità rispetto al luglio del l'anno scorso. Nello stesso pe-! riodo (cioè dal luglio del 1959-al luglio 1060) la popolazione I nella provincia di Torino è-aumentata di circa 40 mila! persone: in prevalenza immigrati. Secondo ve lutazioni dei tecnici almeno la metà erano elementi in cerca di occupazione. Torino e la provincia in un anno sono riuscite a creare posti di lavoro per 32 mila persone (12 mila disoccupati e 20 mila immigrati)

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