Un villaggio per tutti

Un villaggio per tutti Un villaggio per tutti Sempre nuove sorprese nel recinto dove abitano gli olimpici - Il trainer dei calciatori di Formosa conosce bene gli italiani - Sii una barca da regata russi, americani, tedeschi delle due Germanie, un bulgaro e un romeno (Dal nostro inviato speciale) Roma, 24 agosto. Per rendersi conto della, grandiosità di questa. Olimpiade che, .come nvmero e qualità di partecipanti, supera tutti i primati, bisogna andare alla periferia o quasi, al Villaggio Olimpico, ai campi di gioco e di allenamento, alie zone sportive tipo La Farnesina e l'Acqua Acetosa, alle piscine, alle località dove sono concentrate le autorità e i giornalisti. Il Villaggio Olimpico è una vera Torre di Babele. Non nel senso del disordine, ohe ognuno sa dove andare e ogni abitante ha trovato la nicchia in cui infilarsi a seconda delle diverse necessità della giornata. L'organizzazione esiste e basta saperne approfittare e fruire. In fatto di qualità dei < cittadini >, invece, al Villaggio se ne vedono di tutti i colori e di .tutte le gradazioni: bianchi, neri, gialli, nonché di tutte le provenienze: europei, americani del Nord, americani del Sud, africani, indiani col turbante e senza turbante. Al comando di questa folla variopinta sta niente meno che un ufficiale superiore degli Alpini, il colonnello Giuseppe Fabre, che fino a pochi mesi fa dirigeva la Scuola d'Alta-Montagna ad Aosta. Il cambiamento d'ambiente e di mansioni è stato per lui rilevante anziché no, ma l'intraprendenza delle t penne nere » aiutando, l'uomo si è mostrato pienamente all'altezza della situazione. A sua disposizione, in qualità di aiutante, sta un vecchio nazio naie del calcio, il tenente co lonnello del Genio Giuseppe Forlivesi, la nota ala sinistra del Modena. Gli impianti esistono e sono pratici. Dove si trova un po' di confusione è quando si scende dal livello delle cose a quello degli uomini. Qui torna difficile, per il momento, trovare due addetti al lavori che di fronte alla stessa domanda diano la stessa risposta. Que stione temporanea, v'è da ritenere: dopo i primi giorni ogni cosa andrà a posto. Anche quel problema degli impianti igienici che, a tutta prima, ha sollevato tante querimonie. Abbiamo visitato nel Villaggio Olimpico stesso o nei dir versi campi di allenamento, la maggior parte delle squadre che prenderanno parte al torneo calcistico che inizierà venerdì prossimo, 86 corrente. Abbiamo visto ungheresi, brasiliani, bulgari, inglesi, egiziani, polacchi, argentini e cinesi di' Formosa e trovati conoscenti un po' dappertutto. Il direttore tecnico dei cinesi era stato un po' in ogni dove, anche a Berlino, nel '86, dove l'avevamo conosciuto sotto il nome di Lee. E' uno studioso del gioco. Si coccola i suoi piccoli diciannove giocatori e non sa ancora se li farà scendere in campo a Napoli contro gli italiani, venerdì prossimo. Attende disposizioni dall'alto, dal comitato olimpico di Formosa,^ perché la definizione di Taiwan data l'altro giorno al Paese dal Gomitato internazionale olimpico, non ha soddisfatto le sue autorità. Una accettazione od un rifiuto della denominazione non . dovrebbe tardare, e potrebbe anche verificarsi il caso che gli azzurri, per l'incontro di esordio nel torneo, si vedano attribuire la vittoria senza nemmeno scendere in campo. Abbiamo assistito a parte dell'incontro di preparazione disputato ieri su uno dei bei campi dell'Acqua Acetosa dalle due squadre della Bulgaria e del Brasile. Da quanto abbiamo potuto vedere i brasiliani non dovrebbero essere in grado di opporre seria resistenza ai rappresentanti del nostri colori. Si tratta, essenzialmente, di giocatori giovani, tecnicamente ben dotati, ma privi di un vero e proprio gioco di squadra. Feola, il loro direttore tecnico, si lamenta in proposito che avvenga in Brasile quello che avviene in Italia: le società gli porterebbero via gli elementi quando ancora questi sono ^iouanissimi e in stato di formazione: non appena, cioè, essi accennano a promettere di svilupparsi. Dove regna un vero spirito olimpico pieno di buone intenzioni e non disgiunto da un certo umorismo, e nell'ambiente del canottaggio. Ci siamo capitati dentro in quest'ambiente proprio ieri. Il presidente di quella Federazione Internazionale, certo Keller, un uomo di 38 anni, che ai suoi tempi aveva vinto parecchio svariate gare internazionali, ha voluto prendere il posto di oapovoga nel famoso « otto » germanico che trionfò l'anno scorso a Macon e allora, incoraggiati da tanto esempio, è sceso sulla stessa imbarcazione un equipaggio variopinto all'estremo: due americani, due russi, due tedeschi, un bulgaro, un romeno, con timoniere della Germania Orientale. Uomini di sei'nazionalità diverse su una stessa barca. La folla dei canottieri li ha accolti all'arrivo con un applauso caloroso ed ha definito l'equipaggio col nome di Onu. Vittorio Pozzo Consolini ha provato ieri la formula del giuramento olimpico; a destra Edoardo Mangiarotti che porterà la bandiera Italiana durante la sfilata odierna (Telefoto)

Persone citate: Edoardo Mangiarotti, Feola, Giuseppe Fabre, Giuseppe Forlivesi, Keller, Vittorio Pozzo