Si prepara al Festival del Musichiere uno scontro finale tra Rascel e Modugno

Si prepara al Festival del Musichiere uno scontro finale tra Rascel e Modugno All'Arena eli Verona la rivincita di Sanremo Si prepara al Festival del Musichiere uno scontro finale tra Rascel e Modugno Ma non è esclusa (e molti lo sperano) la vittoria di un compositore dilettante - Nuccia Natali, celebrità d'anteguerra, piange all'esecuzione di sua figlia - Joe Sentieri e il ballo dell'orso - Scelte le altre otto canzoni in una sagra di lumini - Stasera lo spettacolo verrà ripreso dalla Televisione (Nostro servizio particolare) Verona, 20 agosto. Arguzia, romanzo, polemica-, preludiò... olimpionico, puro spettacolo ed altre cose ha avuto in premio il pubblico che stasera ha gremito l'Arena di Verona per ascoltare il secondo gruppo di quattordici canzoni partecipanti al Festival del Musichiere. L'arguzia è stata prodigata a piene mani da Mario Riva, il più instancàbile presentatore d'Italia; il pizzico di romanzo è stato invece recato dalla prima cantante della serata, Rosella Masseglia Natali, interprete di « Non mi sembra vero », motivo dell'insegnante marchigiano di musica Edgardo Latini, parole di Bìxio-Cherubinl. Rosella ha 11 anni, è bion- da, esile, sicura di sé. Mentre cantava, in una delle prime file di poltrone una signora di aspetto ancora giovanile, bionda, assai truccata e ingioiellata, si asciugava lacrime di gioia E' la mamma-, Nuccia Natali, diva della canzone dell'anteguerra, quando Pippo Barzizza era giovanissimo. Stella della Radio italiana e della Cetra, ebbe il cammino sbarrato dalla guerra proprio quando già aveva inciso il suo centesimo disco. L'anno scorso, non appena fu certa che la figliola avesse inclinazione per il canto, decise con entusiasmo: %Devi diventare un'artista! ». Rosella era una timida stenodattilografa milanese, occupata in una ditta di prodotti alimentari in scatola: sotto l'energico incitamento materno strinse d'assèdio una dopo l'altra le case fonografiche, sfondò il giorno in cui fu ascoltata da uno ■dei grandi protagonisti di questo Festival: il maestro Gorni Kramer, direttore dell'orchestra che suona all'Arena Un altro giovane applaudito t'eri è stato Gino Corcelli, ventitreenne, scoperto egli pure da Kramer l'anno scorso in un piccolo complesso. Ha interpretato: «.Una donna>, parole di Calabrese, musica di Vittorio Torti, un viaggiatore di prodotti farmaceutici, che il sabato e la domenica dirige una sua orchestrina composta da sei elementi e un cantante. Uno dei motivi salienti della serata era: « Scendi giù, Giulietta », parole di Giacobetti, musica di un giovane napoletano, Ermanno Commonarn, che vive dirigendo un suo piccolo complesso musicale L'attesa era provocata in larga misura dall'interpretazione di Joe Sentieri La canzone sviluppa il concetto: * Sei ■ cosi adorabile - ma inarrivabile Scendi giù, giù. Giulietta: t'aspetterò*. Èra prevedibile che Joe Sentieri, secondo il proprio costume, nel rivolgere codeste invocazioni non sarebbe rimasto immobile. Ha superato le aspettative con balzi quasi olimpionici. Come gli altri cantanti ha iniziato il proprio « pezzo » da un palco alto sedici gradini. Questi gradini, che costituiscono la segreta angoscia delle ca?itanti dai tacchi a spillo, sono stati affrontati da Joe con un'elasticità da gommapiuma. Il pomeriggio egli aveva provato non solo la parte musicale, ma anche quella... ginnrea. Altro pezzo forte della serata era la musica di Domenico Modugno, scritta apposta per il testo composto dall'impiegato milanese Vinicio Garnavassia : < Corriamoci incontro >. E' la corsa di due innamorati impazienti di abbracciarsi e Wilma De Angelis, per essere in carattere, si è presentata ai microfono in un sentimentale vestito bianco, adorno di fiori ricamati in molte tinie a pastello, come tutte le musiche di Modugno anche questa ha suscitato polemiche Domenico Modugno sarà qui domani. «Per stringere la mano a Rascel », si commenta. Lo spazio ci impedisce di parlare di tutte le canzoni e di tutti gli interpreti: Luciano Tajoli, Corrado Lojacono, Gene Colonnello, Gino Latilla, Arturo Testa, Nella Colombo (in velluto-vetro color blu), Carla Boni (vestito in foggia di tubino, ricamato in rosa e in rosso), Marisa Del Frate (toilette in cotone bianco sfumato in viola, con una sola spallina e addobbi da soubrette), Nilla Pizzi in semplice piquet bianco, e Betti) Curtis, scintillante di lamé. Un momento suggestivo si b avuto verso la fine della serata, quando Mario Riva-, rivolgendosi al pubblico, ha esclamato: « Ora si spegneranno le luci e tutti voi dovrete accendere le vostre candelette o i fiammiferi o gli accendisigari cantando " Domenica è sempre dome¬ nica". E' la prova generale per domani sera, quando avremo qui la televisione ». L'incitamento è stato accolto con slancio. L'intera Arena nell'oscurità si è tramutata in un unico scintillare di fiammelle. Ecco iti ordine alfabetico le otto canzoni che sono state promosse per il finale di domani sera: Concerto di blues (Gino Lattila), dello studente in filosofia Bartolo Cannistrà e Capotasti; Corriamoci incontro, di Garavaglia e Modugno; Lasciala correre (Luciano Tajoli), dello studente Mario Ruiz e Vian; Lasciarsi senza addio (Nella Colombo), dell'impiegato Alberto Eterlin c Cichcllcro; Non mi sombra vero, di Edgardo Latini e Cherubini; Raggio di luna (Betty Curtis), dello studente di musica Carlo Brunelli e Testa; Scendi giù Giulietta, di Modugno e Commonara; Ti conosco da un'ora (Marisa Del Frate), dello studente di ingegneria Fiorenzo Batacchi e Verde. Domani la disputa si svolgerà fra le otto canzoni promosse stasera e le otto promosse ieri sera. f.

Luoghi citati: Commonara, Italia, Modugno, Sanremo, Verona