L'ex-diplomatico inglese Guy Burgess fra il pubblico del processo moscovita

L'ex-diplomatico inglese Guy Burgess fra il pubblico del processo moscovita L'ex-diplomatico inglese Guy Burgess fra il pubblico del processo moscovita Nel 1951 era fuggito nell'Urss insieme al collega Donald Maclean - La stampa sovietica definisce Powers « l'uomo dei pulsanti » e accentua la campagna organizzata di accuse all'America (Nostro servizio particolare) Mosca, 18 agosto. Tra gli spettatori presenti questa mattina in aula durante il processo a Powers è stato visto anche' Guy Burgess, il noto funzionario del Foreign Office che nel 1951 fuggì nell'Unione Sovietica assieme al collega Donald Maclean. I.a figlia minore del presidente del Consiglio russo, Elena Krusceva, ha assistito anche oggi al dibattimento. Dopo la fine dell'udienza della mattina, la famiglia Po- loers ha potuto visitare l'esposizione organizzata nella sala del tribunale di tutto il materiale e dei documenti che i russi affermano sono stati trovati sull't U-2 » ed indosso a Powers. 1 familiari del pilota statunitense hanno avuto anche un breve colloquio r;on l'avvocato sovietico Griniev che ha assunto d'ufficio la difesa di Powers. La stampa sovietica insiste nell'affermare che, più che il giovane pilota del Kentucky, è sul banco degli imputati la politica internazionale denli Usa. In genere, a parte il giudizio sull'atto compiuto dal pilota Powers, si esprime una valutazione negativa della politica americana, non soltanto nei riguardi dell'Urss, ma an-\ che per quanto concerne un elemento fondamentale della polemica in atto: quello sul quale ha insistito il Procuratore generale, e cioè la violazione della sovranità territoriale e aerea di stati neutrali (Finlandiu, Svezia, Afganistan). Powers, insomma, sarebbe « l'uomo che sa soltanto guidare un aereo e sa soltanto premere alcilni pulsanti », ?iei momenti indicatigli: non altro. Questa valutazione, si ritiene, potrà anche avere effetti determinanti sul giudizio finale della Corte: il che logicamente, non esclude una condanna clte valga di esempio. Le tmpl'.cazioni politiche del processo, qualunque sia la conclusione, appaiono evidenti nella valorizzazione, da parte sovietica, della tesi della « noncuranza americana degli i altrui diritti di sovranità>, in' una rinnovata offensiva contro le basi militari Usa all'estero, secondo una linea già seguita fin dal momento in cui fu drammaticamente clamorosamente rilevato l'in cidente del primo maggio e!lerne »H ,»-»»» iStampa e radio sovietiche] continuano, in pari tempo, a ! citare giudizi di esperti acci- dentali sulla piena legalità del processo. Vincent Hallinan, izllegale americano di tendenze jdi sinistra che assiste al prò- Icesso Powers, secondo quanto] riferisce l'agenzia Tass avreb-ìbe dichiarato che il dibatti-1menro è assolutamente cor- retto e la difesa del piloto •dell'U-2 « perfetta ». La Tass asserisce che l'avvocato ha dichiarato ad un redattore dell'agenzia che Powers viene trattato con con¬ siderazione e cortesia al parti \ che se fosse processato negli Stati Uniti. L'avvocato Hallinan ha aggiunto, secondo la Tass, che il pubblico ministero si è comportato correttamente e le sue domande erano rivolte più ad ottenere il mayyior numero possibile di informazioni che non a porre ^'imputato inunaposizione difficile. Anche l'avvocato belga ChriIstian Hagens, che in questi due giorni ha seguito il processo del pilota americano Francis Powers, avrebbe dichiarato al corrispondente da Mosca delle « Izvestia », organo ufficiale del governo sovietico, che la magistratura russa ha, almeno sinora, rispettato quelli che sono i diritti dell'imputato. Hagens, che è docente di diritto all'Università di Bruxelles, ha voluto rilevare inoltre come il processo sia stato preparato con cura scrupolosa. Circa poi il rifiuto da parte dei russi a permettere che funzionari americani potessero conferire con l'imputato prima del processo, Hagens ha sostenuto che la cosa è comprensibile. « Non ho mai sentito — ha detto l'illustre avvocato belga — che gli americani abbiano invitato rappresentanti di altri Paesi a far visita a loro cittadini arrestati negli Stati Uniti*. r. s.

Persone citate: Donald Maclean, Francis Powers, Guy Burgess, Hagens, Vincent Hallinan