te truppe dell'Orni guidate da Hammarskjoeld giunte nel Katanga in una nervosa atmostera di Giovanni Giovannini

te truppe dell'Orni guidate da Hammarskjoeld giunte nel Katanga in una nervosa atmostera te truppe dell'Orni guidate da Hammarskjoeld giunte nel Katanga in una nervosa atmostera La torre di controllò chiede che atterri solo l'aereo del Segretario delle N. LI. - La domanda è ignorata e scendono anche i cinque apparecchi con 250 soldati svedesi - Dimostrazione di negri per l'unità del Congo; un ufficiale belga interviene contro i manifestanti (Da?nastrò inviato speciale) ElisabethviUe, 12 agosto. Alle due di oggi pomeriggio, il primo soldato delle forze dell'Orni ha messo piede sul suolo del Katanga, all'aeroporto di Elisabethville, scendendo da uno dei cinque aerei che hanno accompagnato il Convair del Segretario generale delle Nazioni Unite, Hammarskjoeld. A mezzogiorno, reparti in armi dell'esercito e della polizia del Katanga al comando del capitano belga Janssens si erano schierati con autoblindo, camions e jeeps avanti all'edificio dell'aeroporto. Erano circa 300 uomini attorno alla bandiera — bianco rossa e verde con tre crocette purpuree in campo bianco — del nuovo Stato. Paracadutisti e soldati metropolitani belgi erano stati ritirati poco prima nei'loro accantonamenti. Sul grande terrazzo dell'edificio erano in attesa alcune centinaia di persone. Poco dopo l'una, Tschombe e tutti gli altri ministri insie me al conte D'Aspremont, rap! presentante del governo di |3ru\ellc:s, hanno fatto il loro JingresM nul campo accolti con „,, Qnor, jààifai La gente in attesa «otto il cielo cocenlc era nervosa, n.o'ti non credevano arcoru ':he si sarebbe permesso lo sbarco agli aerei con le truppe fil seguito di quello di Hammarskjoeld. E quando al primo annuncio dell'imminen¬ te arrivo del Convair del Segretario generale si sono visti correre ai bordi della grande pista numerosi camion-gru con i quali, oltre che con i fusti di benzina, si pensava la settimana scorsa di impedire l'atterraggio, quasi tutti hanno ritenuto che stessero per verificarsi nuovi incidenti. Anche a bordo del candido Convair dalla grande scritta nera « United Nations » sotto le ali, il movimento sulla pista deve aver destato sospetti. Tanto che, quarido la torreradio lo ha invitato all'atterraggio, pregando contemporaneamente gli altri aerei-trasporto di restare in aria fino a nuovo ordine, Hammarskjoeld stesso ha fatto rispondere che a tutti gli apparecchi doveva essere consentito di scendere immediatamente uno dopo l'altro. C'è stata un po' d'agitazione quando un ufficiale belga — chissà perché, proprio un cappellano militare — è corso a portare la notizia ai membri del governo che dopo breve consultazione hanno acconsentito alla richiesta. Hammarskjoeld è sceso per primo dalla scaletta, seguito dal vice-comandante delle forze dell'Onu, il generale marocchino Kaltani, dal generale indiano Rykhye e da vari funzionari. L'incontro con Tschombe, mentre tutt'attorno premevano più di cento giornalisti, è- stato abbastanza cordiale. Il gruppo si è quindi avviato a passare in rivista i reparti katanghesi che presentavano le armi al suono di un naturalmente nuovissimo inno nazionale. Inevitabilmente Hammarskjoeld si è trovato ad un certo momento davanti alla bandiera di questo Katanga che egli ufficialmente ignora, e si è cavato d'impaccio con una breve fermata mentre i governanti locali e belgi salutavano invece con molta enfasi. E contemporaneamente da tutto il pubblico del terrazzo, composto ripetiamo in gran parte di europei, si è levato teso e forte il grido di « Viva Tschombe » e « Vìva il Katanga ». Subito dopo si è avuto l'unico incidente della giornata: un gruppetto di capi del partito d'opposizione, Balubakat, hanno improvvisamente spiegato un drappo bianco. Abbiamo appena fatto in tempo a leggere < Viva il Congo unitario > che un ufficiale belga se ne è impadronito strappandolo dalle mani dei dimostranti che inutilmente hanno cercato di riconquistarlo, premuti come erano dai poliziotti i quali hanno scostato rudemente anche i giornalisti subito accorsi. Hammarskjoeld era già passato e non ha nemmeno voltato la testa sino a quando ha finito la lunga rivista delle truppe katanghesi, schierate su di un fronte di tre o quattrocento metri. Poi, all'invito di Tschombe di prender posto e o ù a o. sulla macchina per andare in città, ha risposto che era suo dovere assistere almeno all'arrivo del primo dei suoi reparti. Il secondo aereo si era intanto posato e ne scendevano i primi « elmetti celesti » dell'Onu, alti e biondi svedesi rapidi nel mettersi in rango e nel marciare sin dove Hammarskjoeld attendeva: un maggiore presentava la forza al Segretario Generale, ignorando completamente i ministri dei Katanga. Mentre anche gli altri aerei atterravano, ed altri soldati svedesi si mettevano in formazione, Hammarskjoeld acconsentiva a lasciare il campo prendendo posto in macchina accanto a Tschombe che lo ha accompagnato fino alla sua residenza, una villa dell'Union Minières, dove ha preso commiato. Delle due compagnie svedesi, 250 uomini circa, una è rimasta sul campo, l'altra è stata portata in pullman in un accantonamento probabilmente provvisorio, in quanto giudicato troppo lontano dal centro della città. I colloqui tra Hammarskjoeld e Tschombe hanno avuto inizio alle 16,30 e sono durati circa due ore. Al termine è stata rilasciata ai giornalisti una laconica dichiarazione in cui ci sì limita a dire che le parti si sono scambiati i rispettivi punti di vista e nòte informative e hanno deciso di riprendere i colloqui domattina. ',' Abbiamo chiesto a Hammarskjoeld quanto tempo riteneva di doversi fermare ad Elisabethville e la rispósta è stata: « Dipenderà dall'andamento di questi nostri pourparlers ». II grande ostacolo al raggiungimento df un'intesa rimane la richiesta da parte dei governanti del Katanga di assicurazioni contro l'ingerenza del governo centrale e principalmente di Lumumba, assicurazioni e garanzie che in gran parte, almeno ufficialmente, non rientrano nei compiti del mandato del Segretario generale dell'Onu. Ad ogni modo dobbiamo segnalare che le vicende di questi' ultimi giorni, l'arrivo di Hammarskjoeld e del primo reparto di truppa, non hanno portato ad alcun allentamento, da parte di Tschombe e dei suoi collèghi, nell'opera di costituire un'organizzazione statale e soprattutto di mettere insieme una sia pur piccola forza armata efficiente. Non è quindi da escludere nessuna sorpresa e la situazione per ora rimane tutt'altro che chiara. Poco prima dell'arrivo dì Hammarskjoeld, era partita con un aereo normale di lìnea la missione katanghese che, come abbiamo detto ieri, sì reca a Roma (dove arriverà domattina alle 3) per essere ricevuta, in Vaticano, dal Santo Padre. Essa è accompagnata dal torinese comm. Dolcino. A salutare la missione, ella partenza, era un altro piemontese e precisamente di Narzole d'Alba, il padre Michelino Gagna, cappellano di questa colonia italiana. Giovanni Giovannini

Luoghi citati: Congo, Elisabethville, Narzole D'alba, Roma