Tramonto della guida di Gino Nebiolo

Tramonto della guida Un mestiere leggendario e atiascinante che rende poco Tramonto della guida Chi va in montagna, si sente quasi sempre un esperto - Le guide vengono chiamate più per soccorrere infortunati, che per condurre cordate Il massimo guadagno a Courmayeur è di 500 mila lire per stagione (Dal nostro inviato speciale) Courmayeur, 11 agosto. Eravamo nell'ufficio delle guide di Courmayeur, qualche giorno fa. Pioveva a rovesci come d'autunno. Un giovanotto ci spiegava che ogni anno il numero delle guide e ' dei portatori diminuisce, e se si va avanti di questo passo tra poco non ce ne saranno più. «^Cambiamo tutti mestiere apptia possiamo — diceva. — Ormai fare la guida rende meno che fare il muratore, e il muratore vive tranquillo e non corre rischi >. Quasi che il caso avesse voluto fornire un esempio immediato della vita di una guida, entrarono nelfiufflcio due uomini sconvolti. Venivano da Ivrea. I loro figli non erano ancora ritornati da un'ascensione sull'Aiguille Noire, ritardavano da ventiquattr'ore, troppe. Forse si erano perduti, forse era successa una disgrazia. I due uomini piangevano per l'ansia e pregavano le guide di partire subito per cercare i ragazzi. Seduti su una panca vicino alla finestra, quattro valligiani ascoltavano e guardavano fuori, la pioggia radente e le nuvole basse. Andare sul Monte Bianco, arrampicarsi con quel tempo sull'Aiguille Noire, era una mezza pazzia. Non lo dissero ad alta voce, lo pensarono, magari maledicendo il mestiere. Brontolando in dialetto uscirono insieme, presero gli arnesi e si incamminarono verso la funivia. I giornali hanno già riferito che le guide Albino Pennard e Eugenio Bron ed i portatori Alessio Allier e Franco Savoy ritrovarono gli alpinisti smarriti, li aiutarono a togliersi d'impaccio e li riportarono a Courmayeur sani e salvi. Quando la gente dice che il compito delle guide è di salvare il prossimo, dice la verità ma il tono è un po' simile a quando si parla dei bagnini sulle spiagge. La guida mette a repentaglio la pelle tutte le volte che va in montagna, le gata ad un cliente o nel ten tativo Ui strappar via un pe ricolante da una parete. La storia è vecchia e guastata dalla retorica dell'alpinismo « eroico ». Non tutti sanno però che il rischio, tradotto in moneta, vale pochi soldi. Crediamo che mestiere più ingrato e mal pagato non esista al mondo. L'anno scorso, a Courmayeur, le venti guide e gli undici portatori hanno incassato 7 milioni di lire, una media di 230 mila lire a testa due sole guide sono riuscite a toccare il mezzo milione complessivo. E sì che il tem po era stato favorevole, la stagione nell'insieme ottima. Ma la stagione della montagna è breve, dura non più di tre mesi, dalla fine di giugno alla fine di settembre; e se piove? Una volta si diceva che « un bon moia d'aoilt payc tout », ora non basta più sfruttare le settimane buone per « pagare tutto ». Si ricordano annate disastrose, in cui si arrivava a stento ai quattro, cinque milioni e guide di grande nome e di prestigio internazionale (al Monte Bianco ve n'è parecchie: da Walter Bonatti a Toni Gobbi a Sergio Viotto, per citarne alcune) non superavano le 400 mila lire. La pessima stagione in corso, poi, con il maltempo che ha imperversato, sembra da mettersi fra le peggiori: fino a domenica le guide avevano « fatto » soltanto una quarantina di clienti. E' spiacevole ficcare il naso in tasca a questi alpinisti e dover rivelare una situazio ne quasi fallimentare. 11 mito che finora si era sorretto sul la leggenda cede il passo ad una realtà meno affascinante. Tanto è vero che quest'anno, delle venti guide del 1959, ne sono restate solo dodici ed i portatori, da undici, sono scesi a quattro. Gli altri hanno abbandonato l'attività. Tirate le somme si sono accorti che i proventi delle scalate non bastavano a vivere. Qualcuno ha trovato vn posto in una fabbrica, o lavora da falegname, manda avanti una sua bottega, un suo albergo, ha messo su un'agenzia immobiliare, o infine è ripiegato sull'insegnamento dello sci alla scuola estiva del Colle del Gigante: i maestri di sci hanno un guadagno giornaliero assicurato, che si aggira sulle 4500-5000 lire, estate e inverno, e benché non vi sia proprio da scialare, la sommetta è allettante. Una volta erano guide i valligiani che lavoravano nei campi: finito il taglio del fieno, salivano sul Monte Bianco. Ora, di contadini, non ce n'è più nessuno, la campagna offre redditi sempre più magri e le guide, se non trovano altri introiti, non campano. Con il solo lavoro in montagna guadagnano poco anche perché le tariffe delle ascensioni sono basse, e sono basse perché la clientela si è rarefatta. Lo appassionato di alpinismo, per quanto scarsa esperienza abbia, pecca sovente di orgoglio e ritiene di poter scalare le cime più ardite senza l'aiuto di un esperto. Tocca poi all'esperto di andarlo a salvare quando è in pericolo o ricuperarne la salma: gli episodi funesti dei giorni passati, sul Monte Bianco e sulle altre cime piemontesi, ne sono una triste conferma. Eppure, portarsi una guida in montagna non è caro: due giorni di escursione sulla cima del Bianco per l'affascinante cresta del Peuterey costano 50 mila lire, ed è una cifra massima; si va con 45 mila lire sul Bianco per lo Sperone della Brenva; sul Mont Maudit per la via Kuff- ner-Burgencr con 35 mila lire; con 30 mila lire si compie la traversata del Bianco dal rifugio Gonella al Torino; con 20 mila alla Aiguille Noire; con 15 mila al Dent du Requin; con meno di 10 mila lire alla Tour Ronde, al Dent du Jetoula, all'Aiguille d'Entrèves. Ma è difficile trovare clienti disposti a spendere: gli autodidatti e gli imprudenti sono ormai legioni. Perciò le guide cambiano mestiere. Fra non molto la crisi sarà totale. Se non si troveranno rimedi (magari spostando a Courmayeur vai ligiani di altre zone delia Valle d'Aosta) verrà il giorno in cui non se ne troveranno più: resteranno i vecchi, patetici personaggi che hanno conquistato centinaia di volte le vette e che attualmente sopravvivono con una pensione di 40 mila lire all'anno, frutto degli incassi di due negozi di proprietà della < Société des guides du Mont Blanc >, -acquistati quando le guide potevano permettersi il lusso di risparmiare. Gino Nebiolo

Luoghi citati: Courmayeur, Ivrea, Valle D'aosta