Arrestato l'assassino di Genova coinvolto in un incidente stradale

Arrestato l'assassino di Genova coinvolto in un incidente stradale Due giorni dopo avere massacrato a pugni la giovane amante Arrestato l'assassino di Genova coinvolto in un incidente stradale Si è scontrato in scooter con una bicicletta, presso Ovada -1 due feriti sono portati all'ospedale - I carabinieri si recano al loro capezzale per l'inchiesta sull'incidente e riconoscono iì ricercato - Trasportato all'infermeria del carcere di Marassi (Nostro servizio particolare) Ovada, 8 agosto. Antonio Costantini, il gigantesco commerciante che la notte tra venerdì e sabato scorsi, in una pensione del porto di Genova, uccise a pugni la giovane amante che voleva lasciarlo, è stato arrestato. E' rimasto ferito in un incidente stradale mentre, in motoretta, fuggiva verso il Piemonte. Ricoverato all'ospedale civile di Ovada, è stato riconosciuto. Oggi pomeriggio, dato che le sue condizioni erano migliorate, è stato portato in autoambulanza all'infermeria del carcere di Marassi, a Genova. Sabato sera, verso le 21, il Costantini viaggiava in motoscooter (un veicolo targato SV 16639, del savonese Gualtiero Morino, al quale era stato quasi certamente rubato) lungo la provinciale GenovaOvada-Acqui, diretto in Piemonte, alla ricerca di un rifugio sicuro. Alle porte di Ovada è avvenuto l'incidente che ha portato all'arresto dell'assassino. Al bivio che dalla provinciale conduce alla stazione ferroviaria di Molare, lo scooter del Costantini si è scontrato con una bicicletta sulla quale procedeva il capostazione Enrico Urbani, di 45 anni, rvsIgs residente a Ovada ma in servizio a Molare. Il ferroviere stava rientrando dal lavoroI due, con un'auto di passaggio, sono stati trasportati all'ospedale civile di OvadaL'Urbani è stato ricoverato per la frattura della clavlcola sinistra e per ferite multiple (guaribili in una trentina di giorni, salvo complicazioni). Il Costantini presentava lesioni al cranio e al viso. L'assassino, non ancora identificato, ha pregato i sanitari che lo medicassero e lo lasciassero andare perché aveva molta fretta. Ma le sue condizioni e lo. stato di choc erano tali da consigliarne il ricovero: e così fecero i medici, malgrado le proteste del ferito, che temeva, senza dubbio, di essere riconosciuto. Cosa che è accaduta la sera dopo, domenicaquando fra le mani dei maresciallo Perrone, comandante la stazione dei carabinieri, è finito il referto sanitario dei due ricoverati. Il maresciallo, infatti, si è subito recato al capezzale dedue feriti, per l'inchiesta sull'incidente stradale. Qui, attraverso la fotografia dell'assassino pubblicata il giorno prima dai giornali, é grazie alla patente di guida trovata in una tasca dei suol pantaloni, il Costantini è stato identificatoEgli è stato allora piantonato dagli agenti. Si è poi cercato di interrogarlo. Ma il commerciante si è chiuso nel più assoluto mutismo, muovendo soltanto il capo in segno di diniego quando veniva accusato di avere ucciso la propria amica. Ha parlato solo con una suora, negando di essere un assassino e chiedendo che inviasse per lui un telegramma alla madre. Oggi, infine, a Ovada, sono giunti i carabinieri del nucleo di polizia giudiziaria di Genova che, avutane l'autorizzazione dai sanitari, hanno preso in consegna l'assassino ferito econ un'autoambulanza, l'hanno trasferito alla infermeria del carcere di Marassi. I carabinieri di Ovada hanno nefrattempo messo sotto sequestro lo scooter che era in possesso del Costantini che si ritiene sia stato rubato. Si è cosi conclusa la fuga decommerciante savonese che venerdì sera massacrò a pugni la ventiseienne Adriana Reale, di Albisola, durante un convegno in una pensioncina di Genova. I due s'erano conosciuti un paio d'anni fa: serano incontrati mentre la donna usciva da un manicomio dove era andata a trovare il marito malato di menteAdriana era sola, sconfortataaveva un bimbo in tenera etàsi attaccò disperatamente aCostantini. Non sapeva chi era quell'uomo, forse non volle indagare a fondo e gli si abbandonòII Costantini, padrone d'un camion e autotrasportatore per conto di aziende portuali, conduceva una vita agitata: aveva moglie e un figlio quindicenne, ma li trascurava per inseguire facili avventure. Spendeva più di quanto incassavaera munifico con le donneavaro con la famiglia. Ben presto gli affari presero ad andare male. Adrianache nel frattempo aveva avuto dall'uomo un bimbo, fu costretta a mettersi a lavorareprima si imbarcò come cameriera su una motonave, poi aniiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiii dò in una fabbrica di dolci ed Albisola. Era una vita di miserie e di sacrifici. L1 inverno scorso la piccola azienda del Costantini fallì e il commerciante fini in carcere per bancarotta fraudolenta. Adriana Reale decise di troncare la relazione che aveva rovinato la sua vita: non scrisse più all'amante in prigione, tornò a vìvere dai suoi genitori in via Repusseno. Il 4 agosto Antonio Costantini uscì dal carcere. Per prima cosa corse a Savona in via Repusseno. Vi fu un drammatico colloquio, presenti Adriana e i genitori. Colta dalla paura, la donna cedette alle minacce e seguì tremando l'amico che, dopo la lunga assenza, era diventato ancor più brutale e sospettoso. Stettero insieme fino a ieri neh' alloggio di lui, evitando di farsi vedere in giro. Partiti in treno da Savona nel pomeriggio, scesero a Genova e con un taxi si portarono in via Fassolo 55, nel rione San Teodoro, nelle vicinanze del porto. Alle 18 entravano nella pensione Morino, un alberghetto economico nel quale di tolito pernottano i marittimi. Verso le 20,30 scoppiò un furioso temporale. Era l'ora del delitto. Gli avventori della pensione e dell'adiacente ristorante non sentirono il fracasso della colluttazione che si svolgeva nella stanza degli amanti. Il gigantesco commerciante aveva afferrato per la gola l'amico, l'aveva colpita a pugni, le aveva fratturato la mandibola e la tempia destra. Era tale la violenza dei colpi che, sulle prime, i periti settori e la polizia credettero che avesse usato un martello o una chiave inglese. Poi l'abbandonò nuda, supina sulle coltri, con la testa insanguinata. Si lavò ella meglio le mani e scese la scala. Dovevano essere le 22, nel ristorante vi era un andirivieni: né camerieri né clienti notarono l'uomo in blu che si dileguava. La fuga dell'assassino è stata fermata ad Ovada dall'incidente stradale. Ora egli si trova nel carcere di Marassi. Lo attende il processo per omicidio volontario e forse una condanna che lo rinchiuderà per sempre in un penitenziario. f. m. Antonio Sostantini, l'assassino dì Adriana Reale, viene portato in barella sull'autoambulanza che, dall'ospedale di Ovada, lo ha condotto a Genova (Telefoto) u