Sono diventati cristiani ortodossi per rancore verso il parroco cattolico

Sono diventati cristiani ortodossi per rancore verso il parroco cattolico la strana situazione di Montalto Dora presso Ivrea Sono diventati cristiani ortodossi per rancore verso il parroco cattolico Molti cittadini hanno indetto per oggi una cerimonia religiosa all'aperto: segnerà ufficialmente il loro abbandono della Chiesa romana (Dal nostro inviato special») JVIoltalto Dora, 6 agosto. A Montalto Dora, piccolo comune di circa duemila abitanti, a quattro chilometri da Ivrea, un forte gruppo di parrocchiani ha deciso di staccarsi dalla Chiesa cattolica apostolica romana per aderire alla Chiesa cattolica apostolica ortodossa che Roma considera < acattolica ». Sono già sul posto due sacerdoti che dicono regolarmente la messa, uno il mattino alle sei e l'altro la sera alle otto, e compiono i vari riti, in una chiesa provvisoria creata in un'abitazione privata (vicolo Cavour 21). I due sacerdoti si chiamano don Vittorino Gottardi, canonico, e don Santo Pace, cancelliere arcivescovile. La chiesa è una piccola stanza, con un solo altare sormontato da un quadro della Sacra Cena, con un inginocchiatoio, diciassette sedie, il Sacro Cuore di Gesù e di Maria, l'immagine della Madonna d'Oropa E' in progetto la concessione della chiesa della SS Trinità da parte del Comune che, in maggioranza è con i dissidenti; e, se ciò non sarà realizzabile, il «Consiglio di Chiesa», composto di sette laici, sembra sicuro di trovare l'area e il de naro per la costruzione di un nuovo tempio che sarà dedi cato a Sant'Egidio (protettore del paese è, e rimarrà, Sant'Eusebio). La scissione sarà san cita domani con una cerimonia religiosa all'aperto (in un prato distante duecento metri circa dalla chiesa parrocchiale che celebra la festa del patrono) e offlcierà monsignor Gio vanni Taddei, che Roma considera « s'eomunicato », eretico o sospetto di eresia. A decidere questa frattura, che si può senz'altro considerare « dì superficie », non è sta ta nessuna differenza di dottrina, pur se può sembrare il contrario. I « transfughi » sono < virtualmente » sicuri di esse re rimasti in seno alla Chiesa dei loro nonni, sol che «finalmente — dicono — abbiamo cambiato parroco ». « Noi essi dicono pure — vogliamo molto bene al nostro Santo Padre Giovanni XXIII » e se la Chiesa « ortodossa » gli ne ga molti diritti, ciò a loro non li riguarda. La « cosa > comincia il 2- ottobre 1958 con la morte di don iGiorgio Cavallo che era stato parroco del paese per quarantotto anni, ed era benvoluto da tutti. Pare che egli avesse designato a sostituirlo il viceparroco don Nicola Averono. Di certo, la popolazione voleva lui e nessun altro. Per antichi privilegi feudali, il conte Perrone di San Martino avrebbe potuto proporre lui tre nomi fra cui scegliere ma lasciò libero il vescovo d'Ivrea, mons. Paolo Rostagno, che naturalmente indisse un regolare concorso. Questo non favorì don Averono. Don Pignocco, il larimo designato, rinunciò .per la brutta accoglienza ricevuta. Se non erriamo, contro di lui suonarono addirittura le campane a martello. Accettò, viceversa, don Giacomo Torasso, il quale entrò In paese accompagnato dai carabinieri. Questi furono scambiati per « un atto d'imposizione » mentre erano venuti soltanto nel timore di qualche tafferuglio. Contro dì lui, fu firmata una petizione con mille firme II véscovo d'Ivrea non ne tenne conto ma « sembrava sottinteso » che da un momento all'altro don Torasso sarebbe stato cambiato. Invece l'il febbraio 1939 ebbe la nomina effettiva. • Come ritorsione, l'8 marzo all'ora della Messa grande, 11 grosso della popolazione disertò la chiesa per recarsi a pregare ne! cimitero con l'ombre dei morti. Ci fu una specie di odio popolare, tipo guelfi e ghibellini, tra chi frequentava la chiesa e chi no, fino a un recìproco boicottaggio commerciale. Poi, don Torasso ricevette una lettera anonima che gli imponeva di andarsene entro otto giorni altrimenti lo avrebbero mandato via « in un abito di legno ». I carabinieri interrogarono più di venti persone, e di ciò fu imputato don Torasso malgrado le sue smentite. La guardia giurata Bernardo Prenacco, prima di essere riconosciuta innocente, fu sospesa per 10 mesi e mezzo. Ecco allora una nuova petizione contro don Torasso, senza miglior successo della prima. Il 14 febbraio 1960, con 310 firme, è invocato l'intervento dell'ortodossìa. Nel frattempo il vescovo di Ivrea è morto. II nuovo vescovo studia la situazione che viceversa precipita. Il suo cuore è naturalmente pieno di amarezza ma egli spera che si tratti di un semplice scatto dì malumore Il pensiero ufficiale della Chiesa, senza entrare direttamente in merito, è sintetizzato dalla pubblicazione in un settimanale cattolico dì un comunicato della « Sacra Congregazione del Santo Ufficio » (9 maggio 1959) con le varie condanne religiose di « Don Giovanni Taddei, ex sacerdote della diocesi di Biella » che, come dicevamo, risulta scomunicato, eretico o sospetto di eresia. a. a. Don Vittorino Gottardi, uno dei sacerdoti ortodossi