Il tedesco Altig e il francese Delattre campioni del mondo Clamorosa eliminazione della «maglia iridata» Gasparella

Il tedesco Altig e il francese Delattre campioni del mondo Clamorosa eliminazione della «maglia iridata» Gasparella il Lipsia un» giornata di gravi sconfitte per li ciclismo italiano su pista Il tedesco Altig e il francese Delattre campioni del mondo Clamorosa eliminazione della «maglia iridata» Gasparella L'italiano, vincitore della velocità dilettanti negli ultimi due anni, non supera gli ottavi di finale - Gli inseguitori Baldini e Faggin costretti a lottare soltanto per il terzo posto: vince il romagnolo - Nell'inseguimento dilettanti, Testa e Vallotto messi fuori gara in modo strano - Il primo non prende il via causa un incidente e viene dichiarato battuto nonostante un reclamo - Vallotto fa segnare lo stesso tempo del suo rivale Kòhler ma perde ugualmente -1 velocisti Gaiardoni e Maspes in semifinale (Dal nostro inviato speciale) Lipsia, 5 agosto. Due nuovi campioni del mondo, il francese Delattre ha conquistato la maglia iridata nell'inseguimento dilettanti ed il tedesco Altig ha conquistato la maglia iridata nell'inseguimento professionisti, nel corso di una giornata piuttosto nera per gli italiani. I quattro nostri inseguitori, sia i dilettanti Testa e Vallotto che i professionisti Baldini e Faggin, non sono riusciti infatti ad arrivare nelle finali, Gasparella, vincitore del titolo negli anni '58 e '59, e Beghetto si sono fatti eliminare nella velocità dilettanti, sulla scena sono rimasti soltanto i velocisti Maspes, tra i professionisti, e Gaiardoni tra i dilettanti, l'uno e l'altro qualificati per le semifinali: Maspes insieme con Derksen, Plattner e De Bakker, Gaiardoni insieme con Sterchs, Melby ed Handley. Una evidente doccia fredda sitgli entusiasmi sfrenati; ma occorre non dimenticare che i due italiani ancora in lizza hanno fornito un'ottima prova destando una impressione molto buona. Se tengono duro e vincono, il nostro bilancio complessivo sarà ancora all'attivo, in caso contrario, se cioè uno o tutti e due dovessero incappare in una batosta, sarebbero guai, la nostra spedizione nellt. Germania orientale, iniziata con tante legittime speranze, si concluderebbe con una sconfitta dalle proporzioni impensate e pesante da sopportare. E veniamo alla cronaca, incominciando dalle delusioni, che, 2)1(7- se attese, non sono meno cocenti. Baldini e Faggin, eliminati. Dopo aver superato con relativa facilità i quarti di finale, si sono trovati rispetti vanente opposti in semifinale allo svizzero Trepp ed al tede sco Alti;;, avversari che, sutla carta, erano nettamente superiori agli azzurri. Pure, nutrivamo una certa speranza in una sorpresa, che i fatti però ci hanno negato senza alcuna pietà. Baldini, con Trepp, ha resistito per circa tre dei cinque chilometri, sin quando una foratura lo ha fermato. La gara si è ripresa nelle stesse po sizioni del momento della foratura, cioè con il romagnolo in svantaggio di 3 metri, ed Ercole per un giro ha dato {'impressione di poter operare una formidabile rimonta. Poi è crollato e la sua sconfitta ha avuto una entità quasi umiliante, né più né meno, del resto, della sconfitta subita, da Faggin, mai in grado di reggersi alValtezza del tortissimo tedesco Per noi, è rimasta (7?i3i una finale piuttosto melanconica, quella riservata al terzo e al quarto posto. Baldini non ha voluto rassegnarsi, si è battuto per tener testa a Faggin, con un impegno quasi commovente, date le cir costanze. E la lotta tra i due è stata emozionantissima, si è decisa soltanto all'ultimo giro con la vittoria di misura del romagnolo, applaudito dalla folla generosa. La finalissima si è giocata tra Altig, il tede-j sco, e Trepp, lo svizzero, che hanno dato luogo ad una sfida delle più belle, ricca di suspense. Altig ha messo in atto^ dqoaMsozapspvsointescdla sua tattica preferita, ed e',partito di scatto conquistandolun vantaggio che sembrava Iincolmabile, poi Trepp gli hn risposto, portandosi quasi alla pari dell'avversario, ma Altig ha sfornato un eccezionale finale che gli ha consentito di assicurarsi in modo definitivo un meritalissimo trionfo. Continuiamo con le delusioni, passiamo all'inseguimento dilettanti, dove se ne son viste di cotte e di crude, dove, alla resa dei conti, per i nervi troppo tesi di qualche nostro rappresentante, non ci abbiamo fatto certo una gran bella figura. I due azzurri sono stati tolti entrambi di gara nei|quarti di - Inalo ed in modo tanto fuori dall'usuale che val' davvero la pena di raccontare quanto è successo. Testa era opposto a Mangold e Vallotto a Kóhlcr. Partivano Testa e Mangold. O meglio, partiva soltanto Mangold, Testa si alzava sui pedali e restava... al palo. Nello scatto iniziale, gli era scivolato via un piede dall'apposito fermapiedi. L'azzurro avrebbe dovuto lanciarsi lo stesso nell'avventura sfortunata e invece rimase lì, fermo, ad attendere il segnale che desse lo stop alla prova. Il ragazzo, accompagnato dal sig. Costa, andò dai commissari, fece vede¬ re il cinghietto sfilato, una caviglia spellata, una ruota un po' fuori di posto. I commissari gli risposero presentando il regolamento che prescrive la ripetizione della corsa quando, in partenza, si verifichi una foratura, una caduta oppure un incidente meccanico, derivante dalla rottura di una parte essenziale della bicicletta, e non di un accessorio. Ora, quanto era capitato a Testa era un incidente oppure una semplice mossa falsa del corridore t Ed il cinghietto doveva venir considerato come parte essenziale della bicicletta oppure come accessorio t Accessorio — sostennero i commissari, senza nemmeno stare a sentire le furibonde proteste da parte dei nostri delegati, che minacciavano addirittura il ritiro della squadra intera. Ed i toni, talvolta, secondo noi, troppo accesi, non ottennero risultato alcuno, Mangold continuò la sua gara al piccolo trotto, mentre Testa doveva limitarsi ad imprecare contro la malasorte, piangendo calde lacrime sulla sua sfortuna amara. Ma ancora non era finita. Vallotto contro Kòhler. I due restavano praticamente alla pari e sempre alla pari tagliavano il traguardo. I cronometri annunciavano lo stesso tempo, ma la vittoria era assegnata al tedesco. Nuova ondata di proteste, il Commissario tecnico italiano si sbracciava a giurare di aver visto l'azzurro nettamente primo, tornava per l'aria la minaccia inutile di un anticipato ritorno a casa. I giudici spiegavano. Il responso del cronometro era uguale per i due contendenti. Allora, applicando il regolamento, si era tornati indietro a consultare il tempo r i . o i o s l o d i impiegato a percorrere l'ultimo mezzo giro: Vallotto e Kòhler erano ancora alla pari Sempre secondo il regolamento, si consultavano j tempi impiegati nel penultimo mezzo giro. Kòhler aveva impiegato un decimo di secondo in meno ed il successo così era suo. Niente da dire. Questione di numeri. Non solo, ma un successivo controllo permetteva di constatare come anche all'arrivo la vittoria di Kòhler fosse ineccepibile, dal momento che i cronometri sul tempo complessivo della gara segnavano a vantaggio del tedesco due centesimi di secondo. Se la rabbia per la sconfitta di Testa, purtroppo ineccepibile a termini di un regolamento balordo che considera un cinghietto del fermapiedi parte non essenziale della bicicletta, era comprensibile per la scarsa sportività dell'intera vicenda, la rabbia per la sconfitta di Vallotto pareva davvero eccessiva e serviva solo a testimoniare il nervosismo di un ambiente un po' troppo acceso per quanto è successo ieri tra Sacchi e De Bakker. Un ambiente, tra l'altro, nettamente diviso, poiché non sono mancate, da parte di alcuni tecnici azzurri, le accuse nei confronti degli italiani che hanno incarichi ufficiali in seno all'Unione ciclistica internazionale, e che, a stare alle critiche, 7ion si batterebbero con skfflciente calore nella difesa dei nostri interessi. Eliminati comunque Testa e Vallotto (dal 191,6 non succedeva che tutti gli azzurri fossero eliminati nei quarti di finale) entravano in semifinale Nijdam, Mangold, Kòhler e Delattre. Delattre e Nijdam superavano i due tedeschi, e nella seconda finale si trovavano opposti Delattre e Nijdam per la conquista della maglia iridata, e Mangold e Kòhler per il terzo e il 'quarto posto. Kòhler della Germania Est dominava. Mangold della Germania Ovest (immaginatevi i boati di esultanza della folla) mentre il match più importante è, decisivo per il titolo, vedeva l'imprevisto successo del francese Delattre sull'olandese Nijdam, che era il grande favorito e che, dopo un inizio brillante, cedeva di colpo negli ultimi giri. Gli incaricati dell'Unione ciclistica internazionale, a conferma della loro vena poco felice, davano il segnale della fine della gara mezzo giro prima del necessario, ma gli olandesi, sportivamente, non reclamavano, il successo di Delattre (21 anno, soldato da undici mesi nel battaglione di Joinville), era del resto nettamente scontato. Nella velocità dilettanti, la grossa sorpresa della giornata era costituita dalla eliminazione di Gasparella. Il campione del inondo uscente, negli ottavi di finale veniva battuto da Zajac e nel recupero da Lambrechts. In entrambe le occasioni lo sprinter veneto ha gareggiato tanto male da stupire; lo stesso interessato, in parecchie interviste concesse subito dopo le prove, non ha saputo darsi una ragione del suo scarsissimo rendimento, evidentemente dovuto ad una giornata delle meno favorevoli. Gaiardon. e Beghetto, al contrario, si sono imposti negli ot'avi di finale ed hanno disputato i quarti di finale. Gaiardoni, davvero brillante, ha liquidato in due prove Lambrechts, mentre Beghetto non ha avuto amica la sorte: nella prima "manche " ha battuto l'inglese Handley, nella seconda è stato invece sconfitto ; nel! 1 " bella " una volta è ruzzolato, poi, quando la prova è stata ripetuta, forse sotto l'impressione del brutto capitombolo, ha ceduto. E teniamo alla velocità professionisti. Erano in programma i quarti di finale e Maspes doveva incontrare Potzernheim. Il velocista italiano non ha faticato a piegare il rivale tedesco c si è assicurato il biglietto di entrata nelle semifinali con sole due prove, senza cioè dover ricorrere alla " bella ". La stessa impresa compivano Derksen, che batteva Suter, e Plattner, che batteva Gaignard, mentre invece la prova supplementare era necessaria per decidere il confronto tra il belga De Bakker ed il francese Rousseau. Contro ogni previsione, Rousseau veniva sconfitto nella " bella ", risultando così eliminato e rappresentando insieme con Gasparella la nota negativa di maggior risalto della confusa giornata, che, iniziatasi alle !>, è finita intorno a mezzanotte. Gigi Boccacini cuapvdggcgzds9/ L'azzurro Testa fermato da uno strano incidente piange accanto alla sua bicicletta mentre II tedesco Mangold continua la prova e vince la gara valevole per i quarti di finale dell'inseguimento dilettanti (Telefoto)

Luoghi citati: Germania, Germania Est, Germania Ovest