Lettere al Direttore

Lettere al Direttore Lettere al Direttore L'epidemia delle distruzioni paesistico-artistiche sta contagiando anche il Piemonte: allarme per quello che avviene a Lanzo Signor Direttore, Un recente articolo di Adolfi lamenta giustamente la distruzione di alberi secolari e di antiche mura fatta a Roma in vista delle Olimpiadi. Giorno per giorno si cancellano le testimonianze di un civile passato. Per allargare vie che domani saranno di nuovo inadeguate, si eliminano giardini, si abbattono nobili edifici, si sventrano antiche città. L'esempio che viene dall'alto purtroppo è ora imitato dai piccoli comuni, dove l'aridità spirituale alleata al cattivo gusto ed alla speculazione devasta i villaggi, i riposanti panorami. E' inutile ricordare ciò che è avvenuto in riviera ad opera di uomini sprovvisti di sensibilità, ma non dei mezzi materiali per distruggere 11 patrimonio artistico e naturale. Pareva che soltanto il nostro Piemonte, regione ricca di bellezze naturali ed artistiche, (pensiamo al Canavese, alla Valle d'Aosta, al Cuneese dove l'opera dell'uomo ha sempre saputo inserirsi con gusto d'arte nel paesaggio e arricchirlo anziché deturparlo) fosse vaccinato contro questa febbre di autodistruzione che, contagia tutta la penisola; e noi che ne conosciamo ed amiamo ogni riposto angolo, ci rallegravamo della pacata saggezza dei « bogia nen ». In ritardo l'epidemìa ci ha raggiunti e già si cominciano a notare qua e là abbattimenti e costruzioni indiscriminate che alterano la fisionomia paesistico-edilizia di parecchi piccoli centri. Invitiamo ì torinesi ad una domenicale scarrozzata alla vicina Lanzo dove, contro ogni logica e crediamo anche contro qualche regola, si stanno costruendo due grossi edifici che deturperanno per sempre quello che un decreto ministeriale definisce « un quadro pittorico della più alta importanza paesistica». E questo, senza che nessuna impellente necessità pratica presieda allo scempio; non la mancanza di spazi orizzontali, non l'aumento del'.a popolazione (che tende piuttosto ad inurbarsi) né l'avvento di nuove fabbriche, ma soltanto la provinciale vanità di imitare le grandi città, alleata alla speculazione, ed anche alla cecità delle Amministrazioni indigene. 1 II nostro cenno a Lanzo non è casuale. Di fronte al perico lo imminente che il nostro pa-. trimonlo paesistico venga ìrri- ' mediabilmente distrutto come è avvenuto in altre regioni, desideriamo richiamare l'attenzione dc'.le Autorità preposte alla sua tutela perché intervengano prima che sia troppo tardi. E rivolgiamo un invito ai Piemontesi a non smentire il loro tradizionale buon gusto, trasformando le loro ridenti cittadine in squallidi sobborghi di metropoli. Arch. Amedeo Albertini; Scultore Arch. Giovanni Ferrabini; Arch. Giovanni Garbacelo; Arch. Ugo Gheduzzi; Prof. Arch. Carlo Mollino, Incaricato d composizione architettonica alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino; Arch. Sergio Nicola, Vice-Presidente della sezione piemontese dell'Istituto Nazionale di Urbanistica; Arch. Paolo Perona; Arch. Nello Renacco, Presidente della sezione piemontese dell'Istituto Nazionale di Urbanistica; Arch. Aldo Riezotti, membro della sezione piemontese dell'Istituto Nazionale Urbanistica; Arch. Prof. Mario Passanti, incaricato di storia e stili alla Facoltà di Architettura del Politecnico dì Torino, Torino, 5 agosto I960.

Luoghi citati: Lanzo, Piemonte, Roma, Torino, Valle D'aosta