Fuori pericolo il collegiale scampato alla sciagura di Praly
Fuori pericolo il collegiale scampato alla sciagura di Praly Fuori pericolo il collegiale scampato alla sciagura di Praly La salma del suo compagno, precipitato nella voragine di ghiaccio, è stata portata a Trana - Come è accaduta l'improvvisa tragedia sai monti (Dal nostro inviato speciale) Pinerolo, 2 agosto. Il pretore di Pelosa ha dato nel pomeriggio il t nulla osta » per il seppellimento della salma di Giacomino Vecco, il ragazzo che ieri pomeriggio, durante una passeggiata, ha perso la vita sprofondando in un ghiacciaio sui monti di Praly. La salma era rimasta tutta la notte nella casa comunale di Ghigo. Poi, oggi è giunto nel paesino di alta montagna il magistrato che dopo una rapida indagine ha concesso il nulla osta per il trasferimento del cadavere. In serata il feretro è stato trasportato a San Bernardino di Trana, dove abita la famiglia dello sventurato collegiale. Migliorano intanto le condizioni dell'altro giovinetto coinvolto nella paurosa sciagura: il dodicenne Osvaldo Roat è ricoverato in una corsia dello ospedale civile Edoardo Agnelli. Si è rimesso dal terribile choc; le ferite che ha riportato nella caduta sono superficiali e non destano alcuna preoccupazione. Già stamane, svegliandosi quasi completamente sfebbrato, aveva chiesto la colazione che ha consumato con appetito. E' oggetto di amorevoli cure da parte dei medici e delle suore dell'ospedale; ignora ancora che il suo ami 1io"'G>ìacomino ha perso fa vita |in fonuo aIla voragine, sepolto e a da enormi blocchi di ghiaccio e roccia. Con ancora il terrore negli occhi. Osvaldo Roat rievoca la terribile avventura. Erano giunti vicino al ghiacciaio verso le quattro del pomeriggio, subito dopo aver latto merenda. Erano una trentina di ragazzi, accompagnati da un assistente don Giacomo, un giovane chierico prossimo a diventare sacerdote. La maggior parte del gruppo era giunta la mattina, al < Soggiorno Murialdo », proveniente dal collegio di Pine- olo dei padri Giuseppini. Erao stati proprio questi nuovi rrivati a chiedere con insitenza al vice-rettore don Pieino Martini di mandarli a are una passeggiata fino al vicino ghiacciaio del Combaie di Costalunga. Si misero a giocare all'inizio del nevaio. Ad un tratto, il Roat. il povero Giacomino Veco e un terzo amico si avviarono verso il centro della lastra ghiacciata. Quando l'assistente se ne accorse, li richiamò prima a gran voce, poi con il fischietto. Ma nulla; i tre ragazzini andarono avanti. Ed erano già quasi giunti dall'altra parte del ghiacciaio, quando è avvenuta la sciagura. Hanno udito un tremendo scricchiolìo, poi dei tonfi sotterranei. D'improvviso Osvaldo ha sentito il terreno mancargli sotto i piedi ed un tremendo urlo: era il Vecco che, proprio al centro della voragine, precipitava nel baratro travolto e sommerso da enormi lastroni di ghiaccio. Istintivamente il Roat ha cercato di aggrapparsi, ha agitato le braccia, e ad un tratto ha sentito sotto le sue mani un appiglio che non cedeva: era la salvezza. Dopo pochi istanti giungevano alcuni compagni e don Giacomo, che lo traevano in salvo: aveva solo poche ferite superficiali, nulla di grave, tanto che ha potuto raggiungere il « Soggiorno » camminando. Il terzo ragazzino che si era avventurato sul ghiaccio era anche lui salvo: con un gesto istintivo, ai primi scricchiolii (fu questione di pochi attimi) aveva fatto un balzo all'indietro. La voragine si è aperta davanti ai suoi occhi, a nemmeno un metro. Quando dal «[Soggiorno» sono giunti i primi soccorsi (il primo ad accorrere è stato don Giuseppe Marino), e poi dal paese sono arrivati carabinieri e valligiani ed il corpo del piccolo Vecco è stato tratto alla superficie (a recuperarlo sono stati i signori Rostan, padre e figlio, che a Ghigo hanno una.falegnameria), per il bimbo '.non c'era più nulla da fare &\morto mentre a bordo di un'auto Io portavano all'ambulatorio di Perrero perché il medico condotto, dott. Quattrini, facesse un estremo tentativo per salvarlo. 1. b I Il ragazzo che si è salvato: Osvaldo Roat, di 12 anni
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