Uno che è tornato da Mauthausen

Uno che è tornato da Mauthausen Ha raccontato la sua drammatica storia a «Specchio dei tempi» Uno che è tornato da Mauthausen A quindici anni dalla liberazione porta ancora i segni incancellabili dei patimenti e della fame - Chiuso in un ospedale pensa con angoscia alla sorte della moglie e dei due ragazzi - Il dono generoso del bidello delle Casermette: "La mia famiglia avrà almeno la legna per quest'inverno,, ■lllllIllllllllllllIllllllllllllIIIIIIIIItlllllIIIIIMIllllIlori abbiamo pubblicato su « Specchio dei tempi » la lettera di due ragazzi, Paolo e Marisa Minolfl. Sono I figli dell'ex-partigiano Celestino Minolfl, al quale il bidello delle Casermette, Mario Bassani, ha voluto offrire la differenza tra le 40 mila lire che gli erano state rubate e le 115.300 raccolte con una sottoscrizione fra i lettori. Siamo andati a trovare Celestino Minolfi al San Luigi, dove è ricoverato da sci anni per una grave forma tubercolare: è la conseguenza delle privazioni e dei patimenti sofferti nei campi di deportazione nazisti. Con voce pacata, senza rancori, ci ha raccontato la sua drammatica storia. Celestino Minolfl è di Pian di Borno, provincia di Brescia. Aveva diciotto anni, nel novembre a lllllllllllllItllllllllllllllllllllllltllllIlllllIIIIIIIII1943, quando il bando tedesco gli impose di presentarsi alle armi. Come molti altri giovani, preferì darsi alla macchia. Poi si arruolò nelle formazioni partigiane delle « Fiamme verdi », nella brigata « Lorenzinl ». Il 28 ottobre del 1944 fu catturato: riuscì a ricuperare la libertà grazie al documenti falsi dì cui era munito. Poche ore dopo, mentre nella propria abitazione preparava con alcuni compagni una aziono di sabotaggio, cadde nuovamente nelle mani dei nazifascisti. Carcere, Interrogatori estenuanti, torture. Sfuggi alla fucilazione, ma fu inviato al « centro » di Bolzano, prima tappa verso la deportazione. Conobbe i « lager » di Mauthausen, Ebcnseo. Il lavoro massacrante, la fame e le umiliazioni d'ogni genere lo minarono nel fisico e nel morale. Quando le truppe americane lo liberarono, verso la fine di maggio del 1945, pesava 33 chili. Dei 1280 compagni di sventura, erano sopravvissuti appena sei. Il calvario di Celestino Minolfl duro rt». 16 anni: dopo un primo ricovero all'ospedale e la convalescenza presso la famiglia di un Caduto nel «lager» di Melk, riprese il lavoro di carpentiere. La malattia polmonare non si era ancora manifestata In tutta la sua gravità. A Cuneo, dove si era trasferito, conobbe nel 1950 una giovane. Si sposarono, nacquero Paolo e Marisa, che ora hanno rispettivamente nove e otto anni. La parentesi di serenità fu breve: nel 1952 il Minolfl dovette entrare In un sanatorio, per tre mesi. Poi la convalescenza e una ricaduta. Dal marzo del 1954 non ha più lasciato l'ospedale. Ha subito quattro gravi interventi, forse dovrà affrontarne un altro ancora più delicato. La moglie e 1 figli vivono a Cuneo con le 18 mila lire mensili degli « assegni familiari », che la donna cerca di arrotondare con piccoli lavori. Da nove mesi Celestino Minolfl non ha più potuto rivedere i figli, anche la moglie viene di rado a trovarlo: deve risparmiare 1 soldi del viaggio, per dar da mangiare ai ragazzi. L'ex-partlgiano e reduce da Mauthausen ha fatto domanda per la pensione, na nulla ha avuto. Ha conosciuto Mario Bassani per caso, nell'ospedale. Il gesto generoso del bidello — anche lui reduce dai campi di deportazione e povero quanto lui — lo ha commosso profondamento. Le 75 mila 300 lire che gli sono state donate le ha spedite tutte alla moglie: serviranno a far provvista, di legna per l'inverno, per comperare scarpe e Indumenti pesanti ai ragazzi. IIIIIIIlllllllllllllllilllllIlHlllllllllllItlllllllllillII Mi Pl i fili dll'dtt Cli Marisa e Paolo, i figli dell'ex-deportato Celestino Minolfi

Persone citate: Celestino Minolfi, Celestino Minolfl, Mario Bassani, Marisa Minolfl

Luoghi citati: Bolzano, Brescia, Cuneo, Pian Di Borno