Almeno un milione sono di operai e pensionati di Ferdinando Di Fenizio

Almeno un milione sono di operai e pensionati Crii alloggi a fitto bloccato Almeno un milione sono di operai e pensionati Non è nostro compito riportare le proposte, approvate giorni fa dal Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro (Cnel) in tema di fitti bloccati. Sono già note, fra l'altro per quanto fu scritto su queste colonne. Comunque saranno riesposte fra non molto, allorquando il governo Fanfani presenterà al Parlamento un nuovo disegno di legge, su questo tema. Vorremmo invece avanzare qualche chiosa, alla procedura con la quale quelle stesse proposte furono raggiunte. E' uno dei primi casi, infatti, in cui il Cnel ha saputo mostrare la sua utilità: tra l'altro indagando sulle probabili conseguenze di certi provvedimenti ed ingegnandosi di attenuare possibili contrasti futuri, fra gruppi sociali. Un suo precipuo fine istituzionale sembra così indubbiamente raggiunto. * * Va sottolineato in primo luogo che discussioni e proposte del Cnel furono precedute da una vasta indagine per campione, sul complesso Lroblema delle locazioni in Italia. Ci si chiedeva di frequente, smarriti: quanti italiani possiedono casa propria? Quanti sono a pigione in casa altrui? In questo gruppo, quale percentuale rappresentano le pigioni bloccate? Le risposte a questi interrogativi, si ricorderà, erano svariatissime e contraddittorie. Solo la ricerca, condotta a regola d'arte dall'Istituto centrale di statistica, permise di sciogliere questi nodi. Pose in luce, fra l'altro, che codesta questione interessa quasi esclusivamente le grandi città; e più quelle settentrionali che quelle meridionali ; più Milano che Torino. Fu codesta indagine a servir di base per le prime proposte del relatore ufficiale, Arena. Questa stessa servì, in un secondo tempo, ad introdurre significativi perfezionamenti nei pareri del Cnel. Mancando quelle conoscenze, la questione sarebbe stata deformata. Le ulteriori deliberazioni, ancor più. Ammettiamo francamente che questo è uno dei pochi casi in cui, in Italia, si è manifestato ossequio al precetto: conoscere prima di deliberare. * * Il problema in seno al Cnel fu esaminato in tre successivi momenti, in tre stadi diversi. Dapprima lo approfondì il relatore generale, che sottopose ad una commissione tecnica un suo « schema di osservazioni e di proposte ». Poi lo esaminò un Comitato tecnico ristretto. Infine lo discusse il Consiglio al completo, che, com'è noto, accoglie novanta membri. In questo modo, l'Assemblea (la quale, come tutti i gruppi sociali numerosi, è relativamente lenta nel deliberare e di rado riesce ad esprimere punti di vista netti) potè disporre di una serie di salde premesse che valsero a circoscrivere sensibilmente le soluzioni possibili. Esempio. Si mise in chia ro, sin dagli inizi, che il regime di fitti bloccati reca gravi danni alla collettivi, tà: distruzione di risorse per deterioramento del patrimonio edilizio; distruzione di imponibile tributario, ecc. Si dimostrò che, per quella via, le tensioni sociali sono acuite, essendovi gruppi ingiustamente favoriti ed altri gruppi ingiustamente danneggiati. Si chiarì che persino l'edilizia popolare, per questa strada, era deviata. Onde si concluse: fine da raggiungere è il ritorno — quanto più presto è possibile — a libere contrattazioni, per il servizio reso agli inquilini dalle abitazioni. Onde ciascuno acquisti ciò che più gli aggradi e ne corrisponda l'equivalente, a prezzi di mercato. * * Le deliberazioni adottate di poi, dapprima dal Comitato tecnico, in seguito dall'Assemblea, discendono tutte da quelle premesse. Si cercò in primo luogo di ridurre ancora notevolmente il « monte fitti bloccati » : del resto non molto esteso, poiché queste pigioni costituiscono il 15% di tutte le locazioni in atto. A questo scopo si negò ogni proroga al regime del blocco, sia per i cosiddetti appartamenti « signorili », sia per i lo cdittvgdfintaasdCtlidnatoqqslpddstrpdnpa'pnazs sisrssadrbtspsovcslcibzcrqficali destinati ad usi diversi da quelli di abitazione, ed infine per i locali subaffittati, robusta fonte di distorte rendite e di innumerevoli controversie. Si consentì poi a prorogare durante un « periodo di transizione » il blocco dei fitti per gli appartamenti non signorili : convenendo tuttavia che quelli superiori a tre locali dovessero subire aumenti annuali per il prossimo triennio, pari al 30% dell'affitto valido pel '60. Che quelli invece inferiori ai tre locali, se di tipo popolare, dovessero subire un incremento d'affitto annuo del'20%, per un quinquennio. Il Comitato tecnico non aveva contemplato quest'ultima distinzione. La sua opportunità emerse, però, quando fu dimostrato che quasi un milione di alloggi sono bloccati a favore di lavoratori dipendenti e di pensionati, in precarie condizioni di bilancio. Nessuno dirà che non si sia agito saggiamente. * * Il Cnel svolge opera tecnico-consultiva. I suoi pareri non sono vincolanti per il Parlamento. Converrà dunque attendere le sovrane decisioni di quest'ultimo, per sapere che mai accadrà, a questo riguardo, dopo il '60. Ciò non toglie però che, per merito del Cnel, il nostro pacae possa forse avere in futuro una legislazione economica più meditata di quella posseduta sinora. Nell'intento pertanto di recare qualche giovamento ai futuri lavori, di quest'organo, tipico nei sistemi democratici progrediti, vorremmo aggiungere qualche sommesso rilievo. Primo. L'accertare come si presenti una certa situazione economica (che si aspira a modificare) è impresa spesso laboriosissima. Se l'Istituto di statistica avesse avuto più tempo e forse più mezzi a sua disposizione, non si sarebbe servito di un campione un poco più ampio di quello effettivamente usato, per investigare in tema di fitti bloccati?, Pensarci in tempo può es-luiiimmiiiiiiiniiiiiiMiiiiiiMiiiiniiiiiiiiiiiiiiitM sere un buon consiglio per il futuro: in specie quando si vorranno esprimere pareri, ad esempio, in tema di sviluppo economico. Secondo. Perché non distribuire tempestivamente agli studiosi di economia i documenti ufficiali che saranno esaminati dall'assemblea c".i Cnel? Se ne potrebbe ricavare qualche osservazione critica appropriata, non disutile alle successive deliberazioni. Terzo ed ultimo. Concluso ogni dibattito, il Cnel dovrebbe poi non solo pubblicare, ma distribuire tempestivamente in appositi volumi i suoi atti: e che rechino almeno per riassunto i pareri espressi in assemblea, nonché le varie mozioni di' parte. Le questioni che discuteremo domani saranno strettamente legate a quelle d'oggi. E su di un terreno già battuto si edifica meglio. Ferdinando di Fenizio Pella, Segni e Sceiba (da sinistra) al Quirinale per la oerimonia del giuramento (Tel.) iiiiiiuiiiimimitiMiiiH

Persone citate: Fanfani, Pella

Luoghi citati: Italia, Milano, Torino