La Lituania è la candidata alla vittoria ma si attende "Era notte a Roma,, di Rossellini

La Lituania è la candidata alla vittoria ma si attende "Era notte a Roma,, di Rossellini La Lituania è la candidata alla vittoria ma si attende "Era notte a Roma,, di Rossellini Ultime sconsolanti giornate al Festival d'oltrecortina Nella lunga e inutile serie di oroiezion (Nostro servizio particolare) Karlovy Vary, 20 luglio. Da qualche anno non c'è festival che non sia accompagnato da un coro di fosche profezie sull'avvenire, addirittura, dell'arte cinematografica. Non fa quindi meraviglia che a Karlovy Vary volgendo al termine la competizione, si senta ripetere la frase di rito: ?F l'edizione peggiore che ab biamo mai avuta ». Esattamente come avviene a Cannes, a Venezia, a Berlino ad in altri luoghi ancora. In realtà, è arcinoto che le opere di rilievo sembrano sempre più scarse soltanto perché i festival si moltiplicano e perché i film vengono inviati dai singoli paesi, e accettati o respinti dalle commissioni di selezione, non per considerazioni artistiche ma in base a sottili alchìmie commerciali e politiche. Ciò non toglie tuttavia che il nutrito gruppo di film presentato negli ultimi tre giorni a Karlovy Vary offra un panorama piuttosto sconsolante. In certuni paesi dell'est, ad esempio, il cinema si direbbe ancora in fase staliniana. Così la Cina, che ha esordito con una agiografica e oleografica biografia del « compositore Nie Er»; così la Germania orientale, il cui secondo film, a parte i meriti di una diversa e più sapiente tecnica, ha ridotto in uno schemino pseudo marxista un soggetto interessante come la vita e le lotte, anche contro il proprio figlio, di un militante comunista Lente mit Fliigeln, ossia < Gli uomini ala- ti » di Konrad Wolf) ; e così ancora l'Albania, il cui Paese in fiamme, dove grottescamente si falsa la storia ai fini di una astiosa e inattuale polemica anche contro di noi, non meriterebbe neppure di essere menzionato se, circostanza preoccupante, non fosse una comproduzione con l'Urss diretta dal regista sovietico Jurj Ozerov. Vuol dire che i russi predicano bene in casa propria e razzolano male in casa altrui. D'altra parte, passando all'ovest, né l'Argentina, né il Messico, per tacere pietosamente della Turchia (.La strada che porta al mare di Attila Tokatly) hanno offerto di meglio: La giumenta dell'argentino Roman Barreto è un grossolano prodotto di un erotismo di seconda mano; La caduta del dittatore del messicano .Tulio Bracho tenta, con molta presunzione ma con scarsi risultati, di dare un quadro delle sanguinose lotte per il potere nel Messico degli anni venti. Qualche curiosità ha destato invece il film della Corea del Nord, Nelle braccia materne, dove il. rigido schematismo e la mancanza di un qualsiasi sviluppo narrativo sono in parte compensati dalla freschezza e anche dalla ingenuità con cui si cerca di narrare la vicenda di cinque orfanelli strappati a una megera da due caritatevoli coniugi. Ancora più interessante, anche se nel complesso sbagliato, è apparso il secondo film cecoslovacco che sembra stare a cavallo dei due mondi per gli evidenti influssi del cinema occidentale e specialmente di Fellini, dalla Strada alla Dolce vita. Si intitola L'uomo dai due volti a l'ha diretto il regista Brynych. il quale, trovatosi un alibi nel soggetto (un cecoslovacco ritorna in patria con un circo come agente di una potenza straniera), si è sbizzarrito in audacie formali alternando il grande schermo con lo schermo normale, usando il suono stereofonico con bizzarri effetti e così vìa. Siffatti procedimenti possono far sorridere per il loro sapore anacronistico, ma dimostrano almeno una ricerca di forme nuove prendendo il buono dovunque esso si trovi. Ancosa una volta è toccato ai sovietici di risollevare il tono dimesso del festival con la prima opera di due giovani registi, Seriachka di Igor Danelij e Igor Talankin. Alberi e cieli, adolescenti e bambini: il nuovo cinema sovietico sembra crogiolarsi volontieri, si direbbe, tra questi ingredienti. L'insinuazione, oltre che maligna, è ingiusta, ma può tornare utile per rilevare le tendenze neoromantiche, se non alla favoletta e all'idillio, di alcune opere recenti. A Seriochlca, poi, la formula s'adatta a meraviglia, tanto è affettuosamente aneddotico il ritratto di un bimbetto di cinque anni nel momento in cui la sua vita i si è fatto ieri luce cambia per le seconde nozze della madre e la nascita di un fratellino. Non che il film non tocchi con serietà e con perspicacia il difficile problema dei rapporti fra il bimbo ed il suo nuovo papà, ma lo risolve con troppo rapido e convenzionale ottimismo. Assai graziosa e divertente è invece la presentazione del piccolo protagonista (fanciullino davvero adorabile), il suo primo incontro con il padrigno è acutamente narrato, ed addirittura spassosa è la descrizione, un po' alla Tati e un po' nella maniera del nostro neorealismo minore, della giornata di svaghi e di buffi incidenti del bimbetto. Va detto che il film ha suscitato tanti consensi da essere già pi'econizzato sicuro vincitore del gran premio. E molti critici, dei paesi orientali soprattutto, ne hanno approfittato per opporre orgogliosamente Seriochka ai Quattrocento colpi di Truffatiti dove lo stesso problema dei rapporti tra genitori e figli è trattato, essi dicono, in modo decadente e pessimistico. L'osservazione può essere esatta, ma non consente di concludere frettolosamente che il film sovietico sìa migliore di quello di Truffaut soltanto perché è ottimistico. Ci sembra Invece che Seriochka, nonostante abbia tut¬ e un film sovietico ti i numeri per piacere anche al gran pubblico (compresa la eccellente interpretazione di Sergio Bondarciuk e di Irina Skobetsova, oltre che, naturalmente, del piccolo Boris Barkatov) sia nel complesso un lavoro di maniera, sia pure assai fine, e che non arrivi alla profonda umanità degli Eroi dei nostri giorni, il film lituano a cui si è accennato nei giorni scorsi, che, a nostro parere, è finora l'opera più degna di un solenne riconoscimento. Nel trarre i pronostici, bisogna tuttavia tener conto anche del film con cui l'Italia entrerà in lizza venerdì sera e per il quale vi è una grande attesa: Era notte a Roma di Roberto Rossellini. Il regista non arriverà forse in tempo per la proiezione, ma lo sostituirà Giovanna ttalli, 'che' arriverà tra poche ore, e farà gli onori di casa nel ricevimento che la nostra delegazione offrirà domani sera. Tra gli ospiti vi saranno anche alcuni attori sovietici: anzitutto Sergio Bondarciuk e a buon diritto, poiché è tra gli interpreti del film. Ma come già nei giorni scorsi, gli occhi si fermeranno più volontieri sull'incantevdle Janna Prokorenko, la giovanissima eroìna della Ballata di un soldato. Alberto Blandi