L'ex-deputato Castellarin stamane davanti al Tribunale

L'ex-deputato Castellarin stamane davanti al Tribunale L'ex-deputato Castellarin stamane davanti al Tribunale Fallito dopo la campagna elettorale, avrebbe fatto sparire 486 milioni - E' in carcere da quindici mesi - Altri nove imputati con lui Verona, 12 luglio. Domani davanti al Tribunale presieduto dal dott. Rodini, avrà inizio il processo a carico dell'ex-parlamentare ed exvicesindaco di Verona Bruno Castellarin e di altri nove coimputati. Castellarin, che fu per due legislature eletto deputato del partito socialdemocratico italiano nel collegio di Verona, Vicenza, Padova e Rovigo, è detenuto da quindici mesi e sarà difeso dall'avv. Angelucci di Roma, Bovio di Milano, Devoto e Morgante di Verona. L'ex-parlamentare, il cui nome è legato ad uno dei più clamorosi dissesti finanziari di questi anni, era titolare di una industria orafa che fu dichiarata fallita il 1» ottobre del 195S. Egli è accusato di aver distratto dall'impresa,-dissipato ed occultato denaro e.merci per un complessivo importo di 486 milioni. Tra l'altro, secondo la sentenza del giudice istruttore, dott. Tassisti. Castellarin avrebbe speso 40 milioni per sovvenzionare il partito politico cui .apparteneva, 10 milioni per finanziare la sua personale campagna elettorale nel 1958 ed avrebbe nascosto 88 chili d'oro lavorato per un valore di 61 milioni, 3 chili di argento lavorato, 7 etti di topàzi e gioielli vari. Le dissipazioni di cui parla la sentenza di rinvio a giudizio si riferiscono all'elevatissimo tenore di vita dell'ex-parlamentare, che acquistò in poco tempo sedici automobili, di cui quattro di grossa cilindrata e che per le sole spese personali della famiglia dilapidò quasi 60 milioni nel periodo dal 1° gennaio 1955 al 31 marzo del '58, quando cioè già si trovava in grave dissesto. Tutta queste imputazioni si riferiscono complessivamente al periodo che va dal 1954 al 1» ottobre 1958, data del fallimento. Con il Castellarin sono imputati il rag. Umberto Anti di Verona, a cui si fa carico di aver omesso di Inventariare, quale curatore fallimentare, un quantitativo di dieci chili d'oro appartenente al fallito; 11 dott. Giacinto De Toma di Milano, direttore della sede di 1 r 11111 il 1111 m ( ii ii i ■ ■ i ■ 1111 c 11111 r i il 11 ■ t 111 m ti i ti 11 un Istituto di credito, accusa to di aver ricettato una valigia contenente oro lavorato, consegnatagli dall'ex-parlamentare; il capo ufficio spedizioni del Comune dì Verona, rag. Carlo Bresciani, imputato di aver apposto il timbro postale comunale, per ordine dell'allora vice-sindaco Castellarin, a mil le buste contenenti volantini di propaganda da questi inviate come candidato al Parlamento: la zia dell'ex-deputato. Rosa Valenari e il cugino Ottavio Valenari, entrambi di Mizzola, accusati di aver nascosto nella loro casa oggetti vari, mobili e argenteria: l'autista Dino Ottaviani imputato di aver provveduto al trasporto di questi oggetti. Gli altri tre imputati sono l'ex-dipendente del Castellarin Mario Salvetti di Verona, che ricettò nove chili d'oro e dieci chili d'argento; il rappresentante genovese dell'ex-deputato Dino Terreni, pure accusato di ricettazione fallimentare, così come il veronese avv Ermes Rosini.