I coloni ormai non pensano che a mettere in salvo le famiglie

I coloni ormai non pensano che a mettere in salvo le famiglie I coloni ormai non pensano che a mettere in salvo le famiglie (Nostro servizio particolare) Léopoldville, 11 luglio. Il Congo va alla deriva. L'autorità degli organi dello Stato di questa nuova repubblica che ha appena due settimane di vita si è completamente dissolta di fronte alla violenza anarchica dei reparti della Force publique. IV governo di Lumumba ha oggi chiesto l'intervento delle Nazioni Unite per ristabilire l'ordine nel paese Le notizie che giungono da ogni parte sono infatti molto grpvi. 1 soldati, senza discipll- na e arbitri -'ella situazione, si abbandonano ad ogni violenza. A Stanleyvllle ed a Coquilatville la situazione è grave; il centro della prima città è invaso dalla popolazione congolese che incita i soldati ad arrestare gli europei, bande di predoni operano un po' dappertutto, ti Capo dello Stato, Kasavubu, e il Primo Ministro, Lumumba, si sono diretti in questa regione dove è stato proclamato lo stato d'emergenza dal governo regionale, che ha nominato capo delle forze di polizia il comandante belga delle forze paracadutiste. Da mercoledì il governo di B xelles aveva rifiutato di Intervenire nella preoccupazione di evitare un incidente internazionale, ma ieri non vi era più alcuna soluzione concepibile al di fuori del ricorso ai « Commandos » paracadutisti. Certo, la situazione si era normalizzata a Léopoldville, ove il governo era riuscito a placare i rivoltosi dell'esercito nominando un sottufficiale , alrieano a generale coman | dante in cap0 e procedendo ad altre nomine al grado su- periore. Ma dappertutto altrove venivano segnalati nuovi | pava -al combattimento ma j stava passando in macchina disordini. Praticamente tutte le guarnigioni si sono rivoltate e molto spesso i civili hanno dato man forte agli ammutinati della forza pubblica per saccheggiare e violentare Ieri, ad Elisabethville, una dura battaglia, scoppiata ^ufficiai, europei cui si ^aggiunti numerosi volontari. si è risolta con la morte di varie decine di negri e di sei bianchi, fra cui il vice-console italiano che pure non parteci-Essendosi ben presto con statato che i rivoltosi, i quali disponevano di una schiacciante superiorità numerica, non avrebbero tardato a rendersi padroni della città, il comandante della base belga di Ramina ha ordinato ai suol uomini di intervenire, non vedendo altra soluzione per evitare il massacro dei diecimila bianchi ancora assediati nella capitale del Katanga. L'ordine era appena ristabilito ad Elisabethville allorché n patetico S.O.S. è giunto da Luluabourg, capoluogo della provincia del Kasai. Millecento europei — si diceva — erano assediati nel cuore della città Si è fatto ricorso ancora una volta ai paracadutisti e la loro sola vista è bastata a far battere in ritirata gl'insorti. Da anni, infatti, il congolese teme il paracadutista che, pur non avendo mai avuto occasione d'. intervenire sinora, è circond da una leggenda assai spaventosa Da Matadi vengono segnalati una quarantina di casi di donne bianche violentate e almeno altrettanti dalla regione di Inkisi ove, dopo essere stato ferocemente percosso, l'am- ministratore territoriale è stato costretto ad assistere alle ■ sevizie della moglie e di qualjohe decina di altre europee, 'in maggioranza ausiliarie so-'apvznciali A Matadi, vari marinai bel| gi sonò stati testimoni di sceine analoghe, ma non hanno potuto intervenire poiché i rivoltosi avevano puntato i cannoni sui battelli a bordo dei quali erano già saliti centinaia di profughi. In sostanza dunque se il numero dei morti è relativamente ridotto, le sevizie subite dagli europei e più particolarmente dalle donne bianche sono state gravissime sia nel basso Congo che nelle Provincie dell'Est. L'esodo ha cosi assunto vastissime proporzioni. Lunghe colonne di automobili varcano le frontiere della Rhodesia, dell'Angola, dell'Uganda, del Sudan e dei territori di lingua francese. Brazzaville ha accolto migliaia di belgi e tutti i profughi che arrivano a Bruxelles hanno parole di elogio per le autorità e gli abitanti dell'ex-medio Congo. Un vero ponte aereo è stato creato fra l'Europa, l'ex-Congo belga e i territori limitrofi. Tutti gli aerei della compa- vgscnev i „ 1^^,^*^* ffStA&^^SSSl itE' .e aerei ceaescni, trancesi, ita I P°rt°?««8lesi e ame "cam Se rltmo a"uale non dovesse diminuire, l'immensa 1 maggioranza della popolazione a é a a o o a e e e - i europea del Congo (si contano circa 100 mila bianchi, l'80 per cento' dei quali belgi) sarà evacuata in capo a due o tre giorni. Non resteranno sul posto che coloro i quali lo desidereranno, cjvvero poche migliaia di persone. E' evidente che questo esodo in massa preoccupa attualmente il governo congolese ed è chiaro che se le autorità bloccano le frontiere, come è accaduto fra Léopoldville e Brazzaville, è per tentare di far fermare i tecnici europei da cui. dipende la vita del paese. Ma sembra difficilissimo trattenere gente che ha subito simili prove. Mentre scriviamo si è diffusa stasera a Léopoldville la notizia proveniente da Elizabethville secondo cui truppe congolesi starebbero marciando sulla provincia del Katanga, che si trova attualmente presidiata dai paracadutisti belgi: In una comunicazione Telex da Elizabethville questa notizia è stata diramata < con I riserva » e si aggiunge che si i teme che ì paracadutisti noni siano abbastanza numerosi per far fronte alla minaccia. a. p. ■ j'| i

Persone citate: Lumumba