In dono a Palazzo Madama un prezioso Defendenle Ferrari

In dono a Palazzo Madama un prezioso Defendenle Ferrari IL CENTENARIO DEL MUSEO CIVICO In dono a Palazzo Madama un prezioso Defendenle Ferrari £' una splendida Incoronazione della Vergine su tavola alta quasi tre metri e meravigliosamente conservata - Una Crocifissione di Giacomo Jaquerio acquistata dall'amministrazione municipale Cade quest'anno il centenario dell'istituzione a Torino del Museo Civico, formato come tutti sanno dalle raccolte d'arte antica di Palazzo Madama e da quelle d'arte moderna nella nuovissima Galleria di corso Galileo Ferraris, che fino al 1895 rimasero riunite in un vecchio edificio di via Gaudenzio Ferrari; ed è augurabile che una ricorrenza così significativa della cultura torinese sia nei prossimi mesi ufficialmente festeggiata. Nessuno se ne rallegrerebbe più di Vittorio Viale, alla cui ammirevole attività direttoriale (e se ne è compiuto in febbraio il trentennio) si deve se codeste raccolte municipali, che prima vivacchiavano in una « ordinaria amministrazione >, furono con instancabile geniale alacrità trasformate in uno dei più perfetti organismi artistici italiani. Ancora una volta al suo sempre vigile fervore, ed alla generosità di un amico del Museo, va il merito del ricupero a Torino, avvenuto in questi giorni, di una splendida Incoronazione della Vergine fra schiere di angeli osannanti, un'antica tavola alta quasi tre metri e meravigliosamente conservata nella sua ricca cornice originale, dipinta intorno 'IMIIIIIIIIIIIIIMIIIIIMMIIIUIII cnntRcal 1520 d«. uno dei massimi 1 Cmaestri piemontesi, Defenden-' te Ferrari da Chivasso. La storia di questo ricupero merita d'esser conosciuta. Circa cent'anni fa la grande pala d'altare si trovava nella chiesa torinese della Madonna degli Angeli. Non esistevano allora soprintendenze incaricate di sorvegliare anche il patrimonio artistico ecclesiastico; e l'ancóna fu comprata dal pittore Vittorio Avondo che la cedette all'antiquario Sansone, dal quale passò al marchese Emanuele d'Azeglio, nipote di Massimo, che se la portò nel suo castello di Lagnasco. La ereditarono i patrizi genovesi Spinola, e rimase a Gavi finché pervenne, sempre per via ereditaria, alla marchesa. Cat taneo, a Novi. Avvertito recen temente d'una possibilità d'acquisto, subito il Viale lo vagheggiò per il suo caro Museo. Ma i quattrini? Ne occorrevano molti: dodici milioni. Bisognava intanto « bloccare » il prezioso dipinto (e disinteressatamente vi accondiscese l'antiquario Accorsi); poi il denaro si sarebbe trovato. E cosi infatti avvenne. In un suo passaggio a Torino il signor Werner Abegg, che tante prove d'attaccamento al Museo ha già dato, vide la tavola, seppe degli sforzi del Viale e spontaneamente si quotò per un milione. Ma venuto a conoscenza che quest'anno ricorreva il suddetto centenario, senz'altro comprò la magnifica pala e la offri a Torino per accrescere sempre più l'insigne complesso di antiche pitture piemontesi, ed in particolare di Defendente Ferrari, ch'è un vanto di Palazzo Madama. Un gesto davvero esemplare che si vorrebbe largamente imitato, al modo delle private donazioni americane, che formano il maggiore incremento di quei musei. Ma. di un altro capolavoro, e questo acquistato dall'amministrazione municipale per sei milioni, s'è ora arricchito Palazzo Madama: d'una Crocifissione su tavola della prima metà del Quattrocento, che par contenere un germe della successiva pittura, in analoghe scene sacre, dello Spanzottl e persino di Gaudenzio Ferrari. come opera di scuola catalana, pubblicata poi dalla Ganette des Beaux-Arts, viene attribuita adesso da Franco Russoli, di Brera, e da a'.tri autorevoli studiosi a Giacomo Jaquerio. i> grande pittore torinese che affrescò l'abside e la sagrestia della chiesa di S. Antonio di Ranverso. Con l'acquisizione di questi due eccezionali dipinti s'inizia felicemente la celebrazione del centesimo anno di vita del Museo. mar. ber.

Luoghi citati: Chivasso, Gavi, Lagnasco, Torino