Crollo di Baldini e duro attacco a Nencini nella tappa di Tolosa vinta da Graczyk

Crollo di Baldini e duro attacco a Nencini nella tappa di Tolosa vinta da Graczyk Severamente impegnati i ciclisti italiani al Tomi* de Frutice Crollo di Baldini e duro attacco a Nencini nella tappa di Tolosa vinta da Graczyk U corridore emiliano è giunto a 13' e 46" dal gruppo dei migliori - Ptanckaert e Junkermann hanno tentato ma senza successo di sorprendere la Maglia gialla - Dna caduta collettiva in un tunnel: serie conseguenze soltanto per Anglade che nonostante I? ferite ha portato a termine la corsa - Oggi 224 chilometri da Tolosa a Millau e poi giornata di riposo prima di affrontare le Alpi (Dal nostro inviato speciale) jTolosa, 7 luglio. Una tappa a corrente alternata. Lotta breve ma violenta sui colli, con un attacco di Planckaert c di Junkermann a Nencini e pronta risposta della Maglia Gialla e degli uomini più forti della compagine tricolore di Binda; poi una pausa di calma; quindi il brivido di una caduta di almeno quaranta corridori nella luce spettrale di un tunnel illuminato da lampade al neon; ancora un lungo momento di tranquillità ed in/ine In scoppio d'entusiasmo per il guizzo con cui Graczyk riesce a vincere sul traguardo di Tolosa, imponendosi su Van Acrdc, su Defilippis, su altri trentasette atleti, tutti i migliori, ad eccezione di Baldini. Un Baldini malinconico, triste, già di morale. Un Baldini che arriva con un ritardo di quasi quattordici minuti, nascosto nel plotone delle mediocrità, un Baldini che scende di bicicletta e pare l'immagine della rassegnazione: «Niente da fare. Sto bene di salute, ma non rendo. Oggi ho bucato, c Casati si c fermato per darmi la ruota. Nemmeno l'avrei voluta. Forse, sono davvero un campione finito». Dicevamo della battaglia sui colli. In programma oggi ve n'erano due, nella fase iniziale della tappa, il Col des Arcs, una salitclla senza impegno alcuno, ed il Portet d'Aspct, breve ma duro, una stradina stretta che si inoltra a biscia tra il verde degli alberi. Il tempo segnava tempesta, sulle montagne incappucciate dalla nebbia,, scendeva una pioggia gelida e fitta. Nessuno partiva all'offensiva sul Col des Ares, in cima vinceva addirittura Darrigade allo sprint. Sul Portet d'Aspet, invece, Graczyk trovava chissà dove l'energia per operare una serie impressionante di scatti, ai quali gli italiani si opponevano grazie ad un ottimo gioco di squadra. I troppi uomini stanchi di que sto Tour cedevano di tornantein tornante, finché rimanevano al comando Planckaert, Rohrbach, Junkermann, Riviere, Nencini, Battistini ed Anglade. Planckaert forzava il passo e restava solo, nella sua scia si mettevano prima Junkermann e quindi Anglade. Il belga faceva sul serio: sulla vetta, in un clima che sembrava d'autunno inoltrato, Planckaert precedeva Junkermann di 10", Anglade di 20", Van Est, Pavard, Rohrbàch, Nencini e Rivide di mezzo minuto, gli altri venivano su a fatica, sparpa gitati in cento pattuglie. Plan-ckaert e Junkermann si unirono e cercarono di sorprendere Nencini. Per Gastone fu un momento poco allegro, lui inseguiva, mentre il resto del suo drappello continuava ad essere costantemente incollato alla sua ruota, sfruttando il lavoro dell'italiano. Chilometri e chilometri di caccia, il vantaggio dei due pareva eternamente fissato sui .'/.'>". Per buona sor re, dalle retrovie vennero a da-re una mano al capitano bian-co-rosso e verde Sabbadin,Massignan, Pambianco, Battistini e Bruni ed il loro apporto fu decisivo, il belga ed il tedesco, come scorsero da lontano il gruppetto di chi aveva raccolto la sfida, smisero l'azione e si arresero. Si iniziava cosi la parentesi di calma, molti concorrenti rientravano suiprimi, indietro pedalavano sol-tanto i più stremati, e, tra diloro, Baldini era attorniato daben sei compagni di squadra,Baffi, Brandolini, Casati, Fab-bri, Fcrlcnghi e Falaschi.Niente da segnalare, unica-mente i ritiri di Brankart, la grande delusione belga, e ditpiReynolds, che, ruzzolando alaterra, si fratturava una cla-\qùvicolo La caduta dell'inglese ne anticipava un'altra, forse più grave ancora. La gara, al 100° chilometro, s'infilava in un tunnel,, illuminato in modo quasi allucinante, e la strada era coperta da una patina pericolosissima, scivolosa come una\ lastra di ghiaccio. Il Tour vi\ fece un'impressionante «tom-l boia» collettwa, dei nostri an-\ darono lunghi e tirati sull'a-\ sfolto, Defilippis, Massignan, ! Battistini e Bruni, e la stessa] sorte toccò ai francesi, agli spagnoli, agli svizzeri, a tutti. pivo«su Rivière sbandò in modo pauro so, ma riuscì a tenersi in sella, Nencini che lo seguiva perse l'equilibrio e si salvò lo stesso, mettendo a tempo un piede a terra. Molti i feriti leggeri, ?tcsmiho aveva però subito grossi guai, qualche livido, qualche graffio, qualche contusione. Soltanto Anglade perdeva sangue copioso da uno squarcio al capo. Il coraggioso francese risali lo stesso in bicicletta e, con l'aiuto di mezza squadra, continuò il tunnel e presto raggiunse i primi, che non aveva 'no voluto attaccarlo. Il dottoLcedwvemtecotastsoprgaStaminil sere del Tour gli andò accanto, d.le. medicò come gli era possi- Pibile; stasera le condizioni dello s"sfortunato ciclista, giunto a Toiòsa'con ìò""sguardò"spento|b'ta, la corsa proseguiva a passo turistico verso Tolosa, con gli atleti divisi in due gruppi, dell'uomo colpito dallo choc,! 11tendono al miglioramento: si tratta di un taglio superficia-\ le, una di quelle ferite che il ciclisti miracolosamente sanno, guarire anche tra le fatiche di] una prova a tappe. Chiuso l'allarme per la cadu-i intervallati da un distacco che tendeva a salire con l'aumen-, tare dei chilometri. Davanti,1 erano in quaranta e, tra i quaranta, figuravano sette italiani e dicci francesi, i quali avevano l'identico interesse per-, che l'andatura si mantenesse 1 tranquilla. Le ostilità si acce sero di nuovo in vista dcll'ar rivo, Darrigade e Graf per due volte tentarono di scappare, ma in entrambe le occasioni gli italiani furono lesti a conYtrabattere. Quindi, decisione in volato. L'olandese Van Est entrò in pista con cento metri di vanlaggio e forse avrebbe ragqùmto il bersaglio se Dcfilìp- pis non avesse condotto, una volata davvero stupenda. Il «Cit» velocissimo si riportò sull'olandese, trascinando però a ruota il resto del gruppo e, proprio sullo striscione, quando ormai il successo sembrava suo, il furbo ed inesauribile Graczyk piazzava uno scatto violento e lo superava: secondo era Van Aerde; al torinese non restava che la magra consolazione del terzo posto insieme con l'applauso dirompente di tutto il pubblico. Ancora una giornata di fatica, poi il riposo. La giornata di fatica, domani, va da Tolosa a Millau, ed è lunga 22.'/ chilometri, con tre colli di ter- za categoria, la Cfite de la Fon-, tassc, al lenì. Si, il Col de la, Bassine,al km. 109, e la Causse dit Larzac, al km. 185: dopo Jn; mezza delusione offerta dn'lPirenei, à da uìin di (jucstcI tappe, che la carovana del Gi-' ro di Francia s'aspetta la so-Lluzionc ai parecchi problemi] ancora aperti. Fa fresco, qua-lsi freddo, ed è una fortuna: perché, se scoppiasse 11 caldo, a Parigi arriverebbero | trenra. _. . _ . m iCalgi DOCCacini Online d'arrivo: 1) Graczyk, 176 ohllomnlri in 4 oro 37'52", media 38,003; 2) Van Acrdc: 3) Dofilip-1 pis; 4) Geldermnns; S) Bruni; 6)|Nencini; 7) Darrigade; S) Damcn; I9) Planckaert; 101 Graf; 18) Sab-1 badin; 25) Rivière: 26) Massi- ! gnau; 30) Battistini: 34) Tarn-1 bianco; 39) Anglade; 40) Pavard | tulli col tempo di Graczyk; 41) Cazala a 13'46": clic batte in ro- lala il resto dei concorrenti, | (i;issifir;i generale: 1) Nencini. 62 ore l'32"; 2) Rivière a l'3Ss"; .'!) Adrlaenssens a 2'25"; 4) Planckaert a S'14"; 5. Junkermann a S'25"; 6) Battistini a 8'33"; 7) Pamblanco a 10'41"; S) Rohrbàch a 11'IG; 9) Anglade a 12'29"; 10) Malie a 14'23"; 14) Massignan a 17'36"; 21) Baldini a 33'12"; 29) Defilippis a 37'0-j"; 31) Sabbadin. ui e aNencini (a sinistra) impegnato nell'inseguimento di Planckaert e Junkermann (Tel.)

Luoghi citati: Francia, Millau, Parigi, Tolosa