Ancora nessun accordo a Mogadiscio ira il nuoto governo ed il Somaliland di Enrico Emanuelli

Ancora nessun accordo a Mogadiscio ira il nuoto governo ed il Somaliland Difficile avvenire politica dell9 ex-colonia italiana Ancora nessun accordo a Mogadiscio ira il nuoto governo ed il Somaliland I rappresentanti del territorio ex-britannico chiedono almeno due ministeri, in caso contrario passerebbero all'opposizione - Il partito al potere (la Lega dei giovani somali) cerca di contrastare gli avversari con estrema energia (Dal nostro inviato speciale) Mogadiscio, 4 luglio. In che mani lasciamo la Somalia? La domanda è sorta spontanea venerdì scorso, di fronte agli incidenti che si sono verificati e di fronte al modo con cui sono stati affrontati dalle autorità. La polizia, dopo un veloce uso degli idranti e dei gas lagrimogeni contro un corteo che proveniva da un quartiere periferico, è subito passata all'impiego delle armi. Il ministro degl'Interni ha subito imposto la censura nella diramazione delle notìzie e ha vietato l'uso del radiotelefono per tutte le comunicazioni stampa. Bisogna scegliere: nel primo caso è stupida violenza o paura o incapacità tecnica e, nei secondo caso, è mentalità dispotica o forse una lontana reminiscenza fascista. Come si sa, tali misure, quelle poliziesche e quelle contro la libertà d'espressione, dimostrano che c'è stato un attimo di confusione delle autorità somale e, forse, anche il timore che gli incidenti prendessero uno sviluppo ancora più grave. Per questo, gli scontri di venerdì, proprio all'inizio del primo giorno di libertà, servono allo straniero per intravedere l'avvenire politico della Somalia. Hajid Mohamed Hussen, 11 leader della opposizione, questa mattina mi ha detto: «Hanno voluto chiaramente contrastare il diritto di manifestare il nostro pensiero. Ma hanno ottenuto il risultato opposto ». Ed ha aggiunto che 11 popolo della Somalia unita desidera immediate nuove elezioni, essendo quelle vecchie superate, perché fatte quando ancora 1 due blocchi erano divisi. Un funzionario dei governo, che desidera non essere citato, mi ha detto: « Stiamo cercando il responsabile degli incidenti di venerdì. Per conto mìo, si tratta di un eccesso di zelo della polizia. Un'altra colpa è forse imputabile a noi. Infatti, nessuno aveva avvertito i partiti d'opposizione di non servirsi delle loro bandiere politiche per le manifestazioni di piazza dì questi giorni. I permessi accordati richiedevano l'uso della bandiera nazionale ». Cosi, alla fine delle prime ore della ritrovata libertà e sovranità, la lotta politica si è Iniziata e si è cercato di evitarla, da parte di chi sta al potere, con metodi duri e violenti. La gravità non è soltanto nel drammatico bilancio di due morti, due feriti gravi e diciassette feriti guaribili tra i cinque ed I sessanta giorni tra i dimostranti e tredici feriti tra i poliziotti. La gravità del momento è data anche dal sapere che l'atto di unione dei due blocchi — Somalia e Somaliland — non è avvenuto nel perfetto accordo. Tranne una generica dichiarazione, nulla ancora tra le due regioni che si sono unite è stato definito. V'è chi dice che quasi nessuna richiesta dei 33 deputati affluiti nell'Assemblea di Mogadiscio dopo l'indipendenza del Somaliland sarà ascoltata. Essi richiedono due ministeri come minimo, tra cui quello degli Esteri e mirano ad avere un loro leader, il ministro Egal, come primo ministro della nuova repubblica. Se non venissero accontentati, essi rimarrebbero fuori del governo e passerebbero a costituire l'opposizione. Per la prima volta la Lega dei giovani somali, forte di ottanta su. ottantotto voti nella vecchia assemblea, si troverebbe di fronte al pericolo d'essere messa in minoranza, perché oltre al 33 deputati dell'ex-Somali land, sa di avere tra le sue file parecchi membri pronti ad essere del franchi tiratori. Chi segue con più attenzione lo sviluppo delle trattative tra 1 deputati della Somalia e dell'ex-Somaliland (trattative che per il momento sono state interrotte) è appunto Hajid Hussen. Il suo partito, la Lega della grande Somalia, oggi non rappresentato nell'assemblea, potrebbe trovare nei deputati dell'ex-Somaliland un Improvviso appoggio. Non sarà un'unione politica, ma soltanto di convenienza tattica che porterà presto ad altre confusioni. Venerdì, ad ogni modo, gli aderenti della Lega delia grande Somalia sventolavano bandiere rosse e inalberavano cartelli nel quali si leggeva: «Abbasso l'imperialismo e il colonialismo >, oppure: «Gibuti è parte della Somalia», oppure: «Lotta del popolo e democrazia progressiva ». Questi cartelli li ho visti stamattina in una piccola stanza dove ha sede la Lega della grande Somalia. Erano accatastati in un angolo, dipinti '.n un modo rudimentale, ma rivelavano il principio dell'organizzazione politica e anche facevano capire indirettamente che cosa sia il partito al potere. Gli attuali suoi più accesi oppositori, che si trovano tra la massa operaia e la cerchia dei gio vanì studenti, dicono che tutti 1 capi della Lega dei giovani somali si sono arricchiti senza pudore in pochi anni, che 11 mordente di una volta è stato smarrito negli intrallazzi con gli europei e che il loro conservatorismo si spinge al punto di non desiderare nemmeno più la lotta per le rivendicazioni territoriali. Noi, dunque, abbiamo lasciato la Somalia nelle mani di un gtrpplsemcdhtsmtclftscHlcctlsrrpmgsrdcvncvtzmsctvsmetpcassalrcpvr«drccdlpartito che è stato preparato dagli inglesi negli anni dellaloro occupazione, e poi ha di-mostrato molta simpatia per gli italiani, ma che si è già lo- gorato in parecchi anni di potere e che si trova a combattere oggi una opposizione tenuta prima nell'ombra dalla nostra presenza. Il partito che rappresenta l'opposizione raffigura, in un suo manifesto, il popolo alrieaim stretto nelle spire di numerosi serpenti e per ognuno c'è un nome diverso: si tratta di Inghilterra, America, Italia. Guardando simile manifesto, ho detto al leader dì quel partito che il nome dell'Italia bisognava levarlo ed egli si è messo a sorridere non del tutto convinto. Parlando poi delle rivendicazioni territoriali della Somalia (Gibuti nei confronti dei francesi, l'Ogaden nei confronti dell'Etiopia e la provincia settentrionale del Kenia nei confronti degli inglesi) Hajid Hussen mi ha confidato che l'Ingh.lterra sarebbe pronta a cedere alla Somalia il terreno che rivendica. In questo modo troverebbe gratitudine e popolarità presso 1 somali e, nello stesso tempo, riducendo il territorio del Kenia, ne risulterebbe più facile controllare la parte che le resta. L'avvenire politico della Somalia, allo scadere del quarto giorno di libertà, non si presenta facile. I conservatori, rappresentati ora dalla Lega dei giovani somali, potranno continuare a rimanere al governo consumando ogni giorno la propria azione in un compromesso che toglierà loro vigore e soprattutto popolarità. L'opposizione, caratterizzandosi sempre più politicamente, tanto da diventare un socialismo agganciato alla contingente realtà africana, troverà per strada Innumerevoli ed occasionali alleati, forse oggi negli inglesi, forse domani nei sovietici (come ieri erano gli italiani). Nei prossimi giorni, appena tutte queste azioni oggi appena all'inizio avranno preso consistenza, sapremu come abbiamo lasciato la Somalia: se con un vero e corretto insegnamento democratico o se ancora è soffusa da vari colori dittatoriali: se pronta a rifiutare tutte le interessanti combinazioni che le verranno proposte o disposta a correre verso tutti gli intrallazzi pericolosi. Enrico Emanuelli

Persone citate: Hussen, Mohamed Hussen