Rivière, Gastone Nencini, Adriaenssens e Junkermann distaccano di un quarto d'ora tutti gli altri assi del Tour

Rivière, Gastone Nencini, Adriaenssens e Junkermann distaccano di un quarto d'ora tutti gli altri assi del Tour Una. impetuosa luffa condotta alia media di olt*>e 44 Jkjnu. all'oca Rivière, Gastone Nencini, Adriaenssens e Junkermann distaccano di un quarto d'ora tutti gli altri assi del Tour / quattro ciclisti tagliano nell'ordine il traguardo di Lorient e rivoluzionano la classifica generale - // belga Adriaenssens è "maglia gialla,, seguito a V12" dall'italiano, a 2'14 dal francese ed a 6' dal tedesco - Ira questi corridori si deciderà probabilmente il successo finale - Anglade, che ha perso il primato, protesta duramente contro il compagno di squadra Rivière (Dal nostro inviato speciale) Lorient, 1 luglio. Si ero al settantanovesimo chilometro, il gruppo era di nuovo compatto dopo parecchi tentativi, nei quali si erano messi in mostra Nencini e Rivière, avanzava a forte andatura sotto il sole che cuoceva le schiene: tutta la carovana aspettava, c'era per l'aria quell'indefinibile atmosfera che anticipa i arossi avvenimenti. Il plotone procedeva allungato in fila indiana, Nencini d'im- provviso, portandosi a ruota Junkermann, operò uno scat-to; ai due si aaaiunse Rivière che, a sua volta, passò al co-mando, tirando con energia, rsoltanto Adriaenssens riuscì nunirsi ai tre. Nencini, Rivière, Junkermann e Adriaenssens:il destino aveva messo insie- rne quattro dei grandi favo-riti, i quattro colsero al volal'occasione d'oro. Alle loro spalle, gli italianisubito fecero velo al tentati- vo, secondo un preciso accordo preso ieri sera che ordinava di appoggiare la fuga di qualsia-si dei capitani tricolori cheavesse preso il largo, i belgiaiutavano Adriaenssens che puntava alla maglia gialla, l'tedeschi, per quanto permet-tevano le loro forze, davanouna mano al migliore elemen- jto della loro compagine. Iìfrancesi, invece, non sapevano'che pesci prendere: dovevano difendere il primato di Anglade, oppure dovevano lasciar briglia sciolta a Rivière, che giocasse la sua carta come meglio gli conveniva ? In ogni corsa a tappe capi-tana questi attimi di incertez za, in cui le decisioni possono avere un peso determinante sul futuro della gara. Il signor Bidot, commissario tecnico della nazionale di Francia, che già in una fase precedente aveva messo la squadra intera a disposizione di Anglade (anche se si trovava in fuga Rivière), volle ancora schierarsi a favore del suo leader e proiettò in avanti, super i/gruppo per portarsi a -tancn della pattuglia dei quattro chescappavano Dovetti, faticarrnon poco per raggila-gerc il quartetto che, sotto la spinta di un Nencini splendido di energia, aveva conquistato in meno di SO km. un vantaggio di oltre 3' Il quartetto filava a una media pazzesca, i contachilometri delle macchine, che lo seguivano oscillavano sui 4.5-.50 all'ora. Il signor Bidot andò dunque da Rivière e gli chiese di non tirare, l'azione sembrava troppo pericolo- 1 '1 sa, meglio era adottare la tattica del * succhiaruote >, la tanto deprecata tattica messa in uso un tempo dogli italiani tornava di moda, nella piti impensabile delle situazioni. Ma Rivière ascoltò poco convinto il suo commissario tecnico, che, con un ultimo sguardo di raccomandazione, scattò avanti per portarsi al vicino rifornimento. L'ex-meccanico di Saint Etienne, allora, scrollò le spai te: valeva di più il gioco di 'squadra oppure l'interesse per\sonaleT L'interesse personale, {senza alcuna esitazione: Ri\vière si buttò a corpo perduto ìnella mischia in appoggio alla \fuga, pur se con un impegno i talvolta contenuto in limiti di ]una certa modestia, diede nuo\ve ali ai compagni di avveni1 tura. i Nencini guidava la danza, non imo slancio che quasi sa- ìpeva di rabbia. Rivière gli {dava dei cambi brevi, ma {ugualmente redditizi, Junkerimann e Adriaenssens faceva\no tutto il loro dovere, il dilstacco del plotone aumentava, \aumentava sempre: Anglade stava perdendo minuto perniiimito la sua impossibile batta' glia. Quattro avanti, centosc)dici alle loro spalle: ma i quatj tra avanti erano scatenati, gli ìaltri, tutti gli altri, dondola'.i'ano in atteggiamenti che sa pevano ormai di rassegna¬ zione. Di tanto in tanto ci si fermava a cronometrare la situazione ed il responso era elerinamente ugniate, gli inseguitoiri perdevano terreno a ritmo costante, il traguardo, per la resa dei conti, si avvicinava sempre più. A poca distanza da Lorient superammo i quattro che scappavano, conduceva senza pietà Nencini, la testa piegata a sfiorare una spalla, il viso sporco di polvere e di sudore contratto in una sì.iorfia. Entrammo nello stadio dwe si aggiudicava l'arrio, pociii istanti prima che sul- Un pista irrompessero, dopo ; una galoppata alla fantastica ìmedia di km. -54,0.45, i quattro '.&oninatori della tappa,- ebbi- imo l'impressione che Nencini riuscisse a vincere la tappa, soffrimmo per lui quando Rivière lo superò, resistendo alla controffensiva di Gastone e battendolo di pochissimi centimetri sotto lo striscione. L'ambiente era letteralmente elettrico, i francesi, in particolare, sentivano la polemica a fior di pelle. Passava il tempo. Il belga Adriaenssens diventava « maglia gialla», ve- stiva le insegne del primo in classifica, profondendosi simpaticamente in larghi elogi a Nencini. Nencini scrollarla il capo soddisfatto, borbottava soltanto che Rivière non aveva tirato con tutta l'energia necessaria. Ma Rivière, a due passi, lo smentiva: aveva tirato, e come, gli ordini del suo commissario tecnico per lui non avevano avuto alcun valore Passava il tempo, gli inseguitori non apparivano mai. Finalmente giunsero, a l&'SS", Strchler . e Manzanequc, poi comparve il gruppo, con un distacco di Di'lfi". Baldini allarg ' le braccia e disse che il gioco di squadra aveva le esigenze, Anglade invece no>rriuscì a nascondere il suo fie- ro dispetto: € Non capisco pini niente, ho l impressione che nella nostra squadra capiti quanto già successe l'anno scorso ». Prese fiato e si informò se Rivière avesse collaborato alla fuga. In cento gli risposero di si: « Non voglio aprire più bocca, penso soltanto che Anquetil abbia avuto ragione il giorno che rifiutò il posto in " nazionale " insieme con Rivière. Sicuramente il trionfatore del Giro di Francia sta nei quattro che sono giunti a Lorient con un simile vantag gio. Io fra i quattro preferisco Junkermann, credo che sia il più fresco, il meno provato ». Anglade anticipa la verità, la lotta per il successo finale è ormai ristretta fra i quattro protagonisti della Saint MaloLorient? Guardiamo la classificr generale: è al comando Adriaenssens, Nencini lo tallona a VIS", poi vengono Rivière a t'H" e. Junkermann a sei minuti: Anglade è rotolalo al quinto posto a 10')", Baldini è decimo a ÌS'SS", Massignan i ventiduesimo a 18'W'. Ma il «Tour* si è proprio definitivamente schiaritof Abbiamo dei grossi dubbi in proposito, i battuti di oggi hanno il dente, avvelenato e meditano la vendetta. Quale sarà, ad esempio, l'atteggiamento della nazionale francese, vorrà disporsi con lealtà agli ordini di Rivière che oggi, sia iiure con un atto di ribellione alle disposizioni del suo C. T., si è conquistato sul campo i gradi di capitano T Ed Anglade, come si comporterà, si rassegnerà al ruolo di gregario del suo amico-nemico f Le emozioni si inseguono, domani ne vivremo delle nuove sui 21,1, km. della ÉorientAngers. Gigi Boccacini Rivière (a desila), Adriaenssens, Nencinh^> Junkermann durante la fuga nella tappa di Lorient (Telcfoto)

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