Animate sedute al Parlamento

Animate sedute al Parlamento Animate sedute al Parlamento Il ministro degli Interni, Spataro, rievoca i fatti di Genova e dichiara: «Il governo è deciso a garantire la libertà di tutti gli italiani secondo la Costituzione » - Dure battute polemiche tra le sinistre, i musini ed i d.c. (Nostro servizio particolare) Roma, 1 'ugno. Il ministro dell'Interno, Spataro, ha dichiarato stamani al Senato — e ha ripetuto più tardi alla Camera — che « il governo è deciso a garantire, com'è suo dovere, la libertà di tutti gli italiani secondo la Costituzione >. In altri termini intende assicurare lo svolgimento del congresso del msi, in programma per domani a GenovaAi Senato l'atmosfera era arroventata, ma non è divenuta mai incandescente. Il presidente Merzagora aveva rivolto a tutti un severo ammonimento. « Quando nelle piazze italiane si vive il dramma, che purtroppo a Genova non è ancora finito, l'aula deve essere maggiormente consapevole e responsabile. E' mio intendimento che questa discussione si svolga in un clima di estrema correttezza e serenità. In caso contrario, mio malgrado, qualora si verificassero inci- denti, per la prima volta ap-, plichéro il 2" comma del-j•art 46 del regolamento». La, norma del regolamento cui si è riferito Merzagora prevede , ,. ,.i .1 la censura o 1 espulsone per ..a ^ci.^ujo. * - u :quei parlamentar che provo-iVi. Tu- j;. ji„ i „ chino tumulti o disordini, o , trascendano ad oltraggi o aj vie di fatto. Spataro ha fatto la storia degli avvenimenti di ieri a Ge¬ nova,- dove la Camera del Lavoro aveva indetto per le ore 14 di ieri lo sciopero di protesta contro il congresso del msi. Nella città — ha detto ii ministro — erano convenuti da varie province numerosi attivisti del pei. Alcune centinaia di persone si radunavano in piazza De Ferrari e lanciavano insulti contro un reparto di polizia (che ivi sostava), dal quale non veniva raccolta la grave provocazione. Improvvisamente veniva iniziata una vio- lenta sassaiola che colpiva uni commissario e alcune guardie! di P. S. ; i dimostranti salivano sui' tetti prospicienti e iniziavano un lancio di pietre sulle cendiando con bottiglie di benzina tre camionette della Ce forze di* polizia, mentre altri jdimostranti armati di spranghe di ferro e di bastoni attaccavano le forze di P. S., in¬ lere. Poiché i dimostranti continuavano a tumultuare e cominciavano ad innalzare barricate con materiale asportato dalla pavimentazione stradale, lanciandosi contro le forze di polizia, queste hanno fatto uso di gas lacrimogeni, di idranti e di sfollagente. Il ministro dell'Interno ha così concluso: < Agli interro ganti che hanno ricordato la città di Genova, medaglia d'oro della Resistenza e degli ideali della lotta contro il regime fascista ed i suoi metodi di violenza, debbo osservare che per mantenere fede a quegli ideali il governo, come è suo dovere, ha deciso di garantire la libertà a tutti gli italiani nel rispetto da parte di tutti della Costituzione repubblicana e delle leggi dello Stato ». E' toccato al comunista Terracini prendere per primo la parola per replicare al ministro. Egli ha definito « vacua e vuota » la risposta di Spataro, lo ha accusato di mendacio e di difendere « la liber- , jta. dei fascisti». Ha definito U , congresso del msi «turpe bac canale df' partito fascista » e P0''rlvotp0. B£,*a 1 detto «Lei, onorevole mini¬ . . :stro, e colpevole di violazione i. „ ' _ .. della Costituzione e di aver . . Fottn >: r,o rrro T-o cartono noi nn- j fatto spargere sangue del nostro popolo ». A questo punto l'atmosfera si è cominciata a riscaldare. Il de Zanini ha gridato: < E' un'accusa a vuoto e in mala fede ». Ma Terracini, senza attenuare il tono, ha rivendicato (e lo confermava più tardi anche il suo collega Barontini alla Camera) « il diritto dei cittadini di insorgere anche con le armi contro un governo che violi la legalità costituzionale! ». Ma il de Bonadies ha gridato: « Questa è un'aperta istigazione alla rivolta! ». E ancora Terracini: c Invito il go- i verno a vietare il congresso ! del msi a Genova. Se non lo farà, la nostra parte farà tutto il suo dovere... >. E' stata poi la volta del so jCialista Caieffi. «Si dice — egli ha iniziato — che l'ex-prefetto repubblichino Carlo Emanuele Basile dovrebbe essere il presidente onorario del congresso. Questa è una inaudita provocazione che Genova non può accettare impunemente». Ma il missino Nencioni lo ha interrotto: < E' un falso!», ha gridato fra le urla della sinistra. Ancora Merzagora ha riprovato: c Taccia, senatore NenI cioni. Lei qui non è il difensore di nessuno ». Il comunista Spano ha rincarato la dose: < Non solo Basile è un assassino. Ma tutti i fascisti lo sono». Pessi (pei): «Voi missini siete apportatori di sciagure». Combi (psi): «Siete la peste! ». Siccome fra gli altri uno dei lp/ù vivaci nel pestare era ;1 senatore comunista Paler- | mo, Merzagora ha avuto an1che Per lui una riprovazione: 1« Senatore Palermo, si calmi Già altre volte lei ha dato spettacolo di intemperanza». Ha poi parlato il comunista Pessi: «Se voi democristiani aveste un minimo di senso politico dovreste impedire ai vostri alleati fascisti di venire a Genova. Vi assumete delle gravi responsabilità per quel lo che avverrà a Genova in questi giorni. Domani dovreb be aprirsi il congresso del msi, per domani è proclamaIto lo sciopero generale in tut- |ta la Liguria: è uno sciopero |di avvertimento», l Rivolto quindi ai missini, Pessi ha detto: -Non osate ! venire a Genova, perché non |so se potrete ritornare inden Ini o con le teste sane». Molti democristiani sono insorti, e il sen. Riccio, battendo i pugni sulla tavoletta del suo scanno, ha detto: <E' inaudito. Qui si incita apertamente alla violenza! ». Anche il socialdemocratico Savio ha chiesto al governo di vietare il congresso di Genova per motivi di ordine pubblico. Ultimo oratore è stato il democristiano ZelioliLanzini, il cui intervento è stato punteggiato uà continui aspri battibecchi oon le sinistre, cln democrazia — ha detto Zelioli-Lanzini, che ha avuto un figlio ucciso dai te deschi — devono essere salvaguardate le libertà di tutti i cittadini e soprattutto delle minoranze ». Ma questa ovvia affermazione ha scatenato l'ira dei comunisti. < Voi siete dei fascisti! », ha gridato Palermo, e De Luca gli ha fatto eco: <I fascisti sono fuori della legge! ». Nel grande clamore il d.c. Zelioli-Lanzini è riuscito a dire che il bilancio dei feriti dimostra da che parte vi è stata la provocazione contro le forze di polizia. Egli ha poi deprecato che, «mentre si vuole che il fascismo non abbia diritto di cittadinanza, d'altro lato lo si valorizza con siffatte manifestazioni ». Il socialista Combi è allora insorto: « Come puoi parlare così tu che hai avuto un figlio ucciso dai tedeschi? La tua ipocrisia non ha limiti!». E Zelioli ha nuovamente commentato: «Bel modo di trattare il padre di un caduto! ». Merzagora ha richiamato all'ordine l'interruttore. Infine Zelioli ha concluso: * Il governo ha il dovere di difendere i diritti delle minoranze e la libertà di tutti ». Terracini: «Ma quali minoranze? I fascisti sono ormai nella maggioranza! ». E il democristiano Bonadies: « Noi difendiamo la libertà, che voi vorreste sopprimere! ». Pure alla Camera le dichiarazioni di Spataro hanno suscitato vivaci battibecchi, che non hanno provocato incidenti anche per l'assenza' di deputati missini dall'aula. Dopo che Spataro ebbe letto le sue dichiarazioni, il comunista Boffi ha gridato: «Per i fascisti ci deve essere la galera! »; ma il presidente Leone ha -cercato di rasserenare un po' l'atmosfera < Siete voi che avete voluto tante amnistie. Adesso vi lamentate? >. Dopo il monarchico Degli-Occhi ha preso la parola il socialista Pertini, deputato di Genova. Rivolgendosi direttamente al ministro Spataro, Pertini si è detto stupito di vedere proprio lui, con un passato di combattente per la libertà, prigioniero dei « miserabili 24 voti fascisti che Tambroni, tornando ai suoi vecchi amori, ha barattato con il sacrificio di Don Minzoni e di Don Morosini ». Pertini ha inoltre respinto la insinuazione che le manifestazioni di Genova siano l'opera di attivisti comunisti. Non è possibile considerare comunisti 1 cento giuristi ed i numerosissimi docenti e assistenti all'Università di Genova, e il presidente della Provincia Maggio, democristiano, anche lui tra i manifestanti, e lo stesso sindaco di Torino, de mocristiano, che ha mandato a Genova il gonfalone del Comune. Quindi Pertini ha detto: < Ieri l'on. Migliori ha parlato di suo figlio arrestato dai fascisti. Che cosa dovrei dire io nel veder tornare a Genova quel criminale del prefetto re pubblichino Basile, che mandò mio fratello alla tortura ed al la morte in Germania? ». Ha concluso rivolgendo un appello agli uomini della Resistenza a tenersi pronti a battersi per salvare le istituzioni democratiche. Il comunista Barontini, come già abbiamo accennato, ha detto che, se il governo non impedirà il congresso fascista, il popolo di Genova saprà compiere ancora una volta il suo dovere. Replicando ai vari oratori, il democristiano Guerrieri ha detto che, sì, i democristiani genovesi hanno deplorato la scelta di Genova per il congresso del msi, ma da questo a ricorrere alla violerà ci corre: «L'amore per la libertà non passa attraverso la violenza ». p_