Defilippis torna al successo e vince il Giro di Toscana

Defilippis torna al successo e vince il Giro di Toscana Alla vigilia del Tour, contrastanti indicazioni sui corridori scelti per la squadra italiana Defilippis torna al successo e vince il Giro di Toscana Gastone X e ne ini ha collaborato con il eieiista torinese per far affermare un atleta della é*Varpano99 » Adriano Zamboni al secondo posto - Fuga decisiva di st'ite concorrenti - Hanno deluso itiassignan9 i*umbiuneo e Battistini Tlrenzc, lunedi mattina. Tra Nencini e Carlesi, i due litiganti toscani, l'ha spuntata un piemontese. Nino Defilippis, ohe, dopo una stagione particolarmente grigia, ha colto ieri l'occasione ;ier strappare una vittoria di ottimo auspicio in vista, aell'ormai prossimo Giro di Francia. Sul traguardo di Fireme si sono presentati in sette a disputarsi il succèsso: con ii « oli » c'erano appunto Nencini. e Carie-si, poi Agostino Coletto, poi Sabbadin, gregario di Cortesi, ed infine due uomini della Torpado, il redivivo Zamboni e Tosato. Quest'ultimo guidava la corta fila, mentre Defilippis navigava attento in quinta posizione; al suono della campana, soltanto il torinese, a con}erma delle sue ottime ooiKitòioitl fisiche, balzava all'attacco e andava al comando; Zamboni tentava la controffensiva, ma Nino rispondeva con prontezza, imponendosi in modo netto e indiscutibile. Frenava, scendeva di sciiti. Chiedeva un sorso d'acqua gelata, a calmare il tormento dell'arsura. Poi, con un bel sorriso tranquillo, si rivolgeva agli astanti: < Questo momento — diceva — per me é decisamente bello. Mi viene voglia di dedicarlo a tutti coloro che mi lumino considerato un corridore finito. Proprio ci voleva questo primo posto, adesso prendo il via per il Giro di Francia con il morale alle stelle. Sono contento anche per Binda. Ha avuto torto, oppure ragione, a selezionarmi per la squadra tricoloret ». Il commissario tecnico — 61sogna riconoscerlo — ha avuto ragione di aver fiducia nel torinese, atleta dallo spirito balzano fin clic si vuole, ma dotato di solida classe. Perché soltanto un atleta di classe poteva conquistare il trionfo nel Oiro di Toscana di ieri, una gara bella ed entusiasmante, una gara davvero completa, che, dalla partenza fino all'arrivo, ha offerto tutta una serie di fasi interes- santi, guai-i ila tempo non si registravano in una prova in linea. Già in apertura, quando appena era stata abbassata la bandierina del via, le ostilità si sono scatenate grazie ad una fuga di 26 «omini, tra i quali campeggiavano Curiosi, Favrro, Agostino Coletto, Brandolini, Casati, Sabbadin, Livicro c Brugnami. La pattuglia dei battistrada conquistava in breve un notevole vantaggio; il gruppo, ad un certo punto, venne cronometrato cri un distacco clic oscillava sui 6 minuti. E c'era anche una grossa sorpresa, nel gruppo mancava Nencinl, che pedalava al piccolo trotto più indietro ancora, a circa 7 minuti: chi parlava di un malessere più o meno misterioso, ohi sosteneva che il fiorentino avesse deciso di compiere un semplice allenamento da concludere con un inevitabile ritiro. Pareva insomma clic la corsa avesse detto quasi tutto quel che aveva da dire, quando, su una salitclla fra Pisa e Lucca, dai SS che erano al comando schizzavano via in un momento adatto "asati, Vcrrucchi, Bernardclle ed Accorsi. I quattro furono subito raggiunti da Agostino Coletto, ieri in giornata di particolare vena, e il drappello at¬ taccò l'erta di San Baronto con l'intenzione di tentare la grossa sorpresa, possibile unicamente nel caso che gli assi si fossero limitati ad una stolta ed inutile reciproca guardia. La salita non eia molto lunga c nemmeno molto dura, ma Coletto rimase presto solo a funzionare da battistrada, e ancora solo transitò in vetta, mentre dalla retrovia Ncncini si buttava alla controffensiva. L'azione del toscano fu l'azione dei momenti di maggior slancio. Sotto l'energica spinta di Gastone, ben coadiuvato da Defilippis e da qualche altro, il ritardo di chi si era lasciato cogliere di contropiede prese a di¬ minuire quasi a vista d'occhio. Nencini tornò presto in gruppo, quindi, poro dopo il rifornimento di Empoli, vale a dire al 180o chilometro, piombò sulla pattuglia che nel frattempo si era formata all'avanguardia e che era composta da Coletto, Casati; Bernardclle, Carlesi, Asslrelli, Accorsi, Liviero, Sabbadin e Barale. Come Nencini fu di nuovo a fianco di Carlesi, il ritmo affannoso della corsa un po' si spense ed altri concorrenti si riportarono sui primi. DI figure note, due erano assenti, Massignan e Pambianco. La coppia della Legnano si era ritirata, ci dissero che nei piani dei due verde - oliva il Giro di Toscana rappresentava soltanto una sgroppata e non una gara impegnativa vera e propria. Tante teste, tante idee; noi rispettiamo gli intenti di Massignan e di Pambianco, pur se non siamo d'accordo con loro. Il Giro intanto entrava nella sua fase risolutiva, la strada andava su e giù attraverso le colline del Chianti, indirizzata a Bcrbrina e a Tavernelle. veniva il turno di Brugnami, il giovane veneto, che già più volte si era messo in luce in questo scorcio iniziale di stagione, ma, dietro di lui, Carlesi, Nencini e Defilippis, ormai padroni della gara, lo inseguivano prontamente senza mai perderlo di vista, in compagnia di Coletto, di Sabbadin, di Tosato c o.i Zamboni. Brugnami, mentre parecchi concorrenti, fra cui Falaschi (un altro del Tour) si arrendevano, insisteva con. grande tenacia e la folla, una folla immensa, gli tributava vere ovazioni che nascondevano la disillusione di non vedere al comando gli uomini di casa. Nencini e Carlesi, però, fiutarono il pericolo di dar troppa corda a Brugnami e sulle rampe di San Casciano abbandonarono i loro compagni d'avventura. . Fu bello il ^vigore di Gastone e di Guido, che si portarono sull'umbro e che lo superarono facilmente, andando soli verso il traguardo che ormai distava una ventina di chilometri. 1 due, se fossero stati d'accordo, non si sarebbero probabilmente lasciati più raggiungere. Ma Carlesi non lavorava molto, preferiva incitare al lavoro Ncncini, e Ncncini, dal canto suo, fece alla svelta i suoi conti. Pigiare sui pedali con disperata energia voleva dire sciupare quelle forze indispensabili per battere in volata Carlesi, notoriamente ben dotato allo sprint. Quindi: o Carlesi si dava da fare anche lui, senza inutili e troppo evidenti furberie, oppure meglio era andare con calma, attendendo che Defilippis, Coletto, Sabbadin, Tosato e Zamboni, rima¬ sti ad inseguire, coronassero felicemente la loro caccia. Nencinl parlò chiaro al suo rivale. Non ottenne niente: Carlesi intendeva risparmiarsi. Ed allora Gastone rallentò il ritmo e » cingile riuscirono ad acciuffare i due fuggitivi a sette chilometri 'a Firenze. Nencini allora strizzò l'occhio a Defilippis, come a ricordargli: «adesso, caro mio, è affar tuo ». 71 « cit » gli rispose con un cenno. Stava bene, si sentiva jresco ed animato dalle migliori intenzioni. E la volata, in effetti, non riserbava sorpresa. Vinceva Defilippis. Nencini, dopo essere stato a lungo il protagonista della corsa, aveva visto giusto, accordando la dovuta fiducia al torinese. Gran tripudio — logico — nel clan della Carpano, aperto disappunto invece nei ranchi della Philco. E, sul prato del Velodromo delle Cascine, mentre giungevano i ritardatari col voi. to sfigurato dalla fatica, fiorivano i commenti, tutti rivolti al Tour. Nove selezionati erano in gara, non tutti nove avevano convinto. Le note positive ri' onardavano naturalmente Nencini e Defilippis, con particolare riguardo per il torinese, tornato d'improvviso il ragazzo capace di conquistare al Giro di Francia preziosi successi di tappa (addirittura quattro ne prometteva ieri Nino nell'euforia della vittoria). Discretamente hanno corso Ferlenghi, Brandolini e Falaschi. Bene, molto meglio del previsto, è andato Sabba- din, sul quale si erano espresse molte critiche ingiuste. La perplessità regna invece sovrana per Massignan, per Pambianco e per Battistini. « Niente paura — sostengono quanti sono vicini ai legnanisti — ogni cosa ha rispettato i piani prestabiliti; il Oiro di Toscana rappresentava un allenamento e. basta ». Sarà benissimo, noi non vogliamo fare certo gli allarmisti ad oltranza. Ma ci sia concesso un piccolo dubbio. Avremmo cioè francamente preferito che questi privati piani rinunciatari ci fossero stati annunciati alla uipilia della corsa e non alla fine. Può darsi benissimo, intendiamoci belle, che Massignan e compagni abbiano limitato volutamente il loro impegno; su di loro resta comunque l'imbarazzo di un punto interrogativo, mentre Nencini e Defilippis hanno invece messo in luce il gioioso slancio di chi si sente pienamente a suo agio. E ripetiamo: di Nencini tutti erano sicuri, Gastone attraversa la stagione più convincente della sua car. riera; si dubitava, semmai, di Defilippis, che, fino a ieri-, nel I960 aveva conquistato soltanto due successi, uno nell'ultima tappa del Giro di Sardegna, l'altro nella tappa di Poggibonsi della Genova-Roma. Nino ha chiuso la discussione; e, seguendo l'istinto di un carattere polemico per natura, ha voluto dire la battuta definitiva del discorso: ha vinto, meritando il successo. Binda, a Milano, sorride soddisfatto. GIGI BOCCACINI ORDINE DI ARRIVO: 1) Defilippis, 265 km. in 6-ore 16', alla media di km. 42,021; 2) Zamboni: 3) Carlesi; 4) Sabbadin; S) Nencini; 6) Tosato; 7) Coletto, tutti col tempo di Defilippis 8) Brugnami a F56" 9) Benedetti a 3'15"; 10) Conti; 11) Conterno; 12) Tinarelli, tua! col tempo di Benedetti 13) Favero a 4'20"; 14) Barilozzi, id. 15) Mazzacuratl a 5'40"; 16) Bui; 17) Barale, tutti col tempo di Mazzacuratl Defllippls taglia sorridendo 11 traguardo di Firenze davanti a Zamboni, Carlesi ed agli altri compagni di fuga (Tel.)