Mia Camera una relazione dell'on. Tambroni inizia il dibattito sui bilanci finanziari

Mia Camera una relazione dell'on. Tambroni inizia il dibattito sui bilanci finanziari Mia Camera una relazione dell'on. Tambroni inizia il dibattito sui bilanci finanziari Ottimistico giudizio del presidente del Consiglio - 'MVoi siamo oggi in una situazione di competizione fra le nazioni libere di tutto il mondo: immense prospettive impegnano la nostra attività,, - "Non si può più dare a granelli la giustizia sociale,, - Nenni apre stamane i lavori del Comitato centrale del partito socialista ROMA, lunedi mattina. La settimana politica e parlamentare che si apre oggi è particolarmente interessante. Vi sono due fatti che devono essere registrati subito: l'inizio della discussione sul bilanci finanziari alla Camera, con l'esposizione Introduttiva sulla situazione economica generale del Paese, e la riunione del comitato centrale del p.s.i. L'esposizione economica sarà fatta dal presidente del Consiglio e ministro del Bilancio, on. Tambroni e sarà un'esposizione sostanzialmente ottimista. La situazione economica del Paese è buona e Tambroni lo ha detto ancora sabato alla inaugurazione della 88* fiera di Padova e in quella città l'ha ripetuto Ieri Inautrurando il convegno della stampa economica: «L'Italia, paese di cinquanta milioni di anime — ha detto il presidente del Consiglio al giornalisti economici — ha molti complessi problemi, ha molte diverse prospettive e soprattutto la necessità, vorrei dire non più dilazionabile, di una pronta sintesi nazionali e di una pronta sintesi economica. Avete parlato di miracolo italiano, ma non si tratta di miracolo ciò che la nostra economia ha conseguito: si tratta di un atto di tenace volontà, di un impegno comune. Anche quando sembrava « agli osservatori, non esclusi quelli interni, che l'Italia non sarebbe riuscita a riaversi e a risalire, questo popolo ha dimostrato di esserne capace: ha dimostrato di essere maturo alla democrazia, al soddisfacimento del propri bisogni e delle proprie aspirazioni». Dopo avere parlato delle funzioni della stampa economica, Tambroni ha detto: « Noi slamo oggi in una situazione di competizione fra le nazioni libere di tutto 11 mondo: immense prospettive impegnano la nostra coscienza, la nostra volontà, la nostra attività. Questo è il tempo delle conquiste possibili, ma soprattutto delle giustizie concrete. Non si può più dare a granelli la giustizia sociale, un po' per volta, con atteggiamento caritatevole e formale ». L'attività parlamentare non ■1 limiterà soltanto ai bilanci: domani e dopodomani saranno esaminati nelle rispettive commissioni, Il pia no della scuola e 11 cosiddetto « plano verde » per la agricoltura, che sono due leggi ohe impegnano il bilancio dello Stato per varie centinaia di miliardi, e per cinque anni quella per la agricoltura, per dieci quella per la scuola. L'opposizione ritiene che codeste leggi non dovrebbero essere affrontate dall'attuale governo, che aveva preso impegni soltanto di ordine ammi¬ nistrativo, ma 11 governo è dì diverso avviso e ritiene che esso debba senz'altro mandare avanti le leggi che già sono dinanzi al Parlamento e per le quali si è già Iscritta' in bilancio la relativa spesa. Il ministro Maxla ha posto l'accento proprio su questo punto, parlando Ieri a Cagliari: «Anche se 11 governo dell'on. Tambroni — ha detto — è stato definito un governo amministrativo e con compiti limitati, non c'è dubbio che, per le manifestazioni di piena validità che esso ha già fornito con i provvedimenti recentemente adottati, si ha ragione di ritenere che anche il piano di rinascita della Sardegna costituirà un'altra benemerenza del nostro governo ». E Infatti Segni, in un suo discorso a Macomer, ha annunciato che quel plano sarà presto attuato. II comitato centrale del p.s.l. apre stamane alle 9,30 1 suol lavori con una relazione dell'on. Nenni che è ovviamente dedicata all'esame della risoluzione del Con¬ siglio nazionale democristiano. Nell'articolo domenicale di Ieri 11 segretario del p.s.l. ha già fatto una analisi della risoluzione democristiana, definendola negativa ed equivoca. Sostanzialmente Nenni ha detto — e ripeterà-stamane al comitato centrale — che Moro e Tambroni e Rumor e Segni sono su posizioni «diametralmente opposte » e che « 11 guazzabuglio è diventato clamoroso » quando in sede di votazione l'on. Fanfani ha chiesto,' e non ottenuto, che dove il testo della mozione parla di « ispirazione centrista » della d.c, si sostituisse la dizione «di centro» che non è la medesima cosa. E soprattutto quando l'on. Pastore ha chiesto — e non ottenuto —. che all'accenno alle difficoltà obiettive incontrate dal centro-sinistra si aggiungesse «difficoltà che non infirmano la validità della formula In questione ». La verità è che la maggioranza dorotcu, sia pure fra contrasti e difficoltà, ha ricostituito le posizioni che si erano create a Firenze, mentre le sinistre d.c. si sono mostrate divise sul punti sostanziali delia mozione. E naturalmente Nenni non ha motivo di rallegrarsene. Per converso 1 « carristi » Intendono dare battaglia a Nonni, per essersi spinto troppo Innanzi verso un dialogo coi democristiani che, praticamente, si è risolto in un nulla di fatto. La corrente autonomista del p.s.l. può però segnare a suo vantaggio un punto assai importante: Ieri gli iscritti alla sezione del p.c.i. «Guadagna» di Palermo sono passati armi e bagagli ai p.s.l. sottoscrivendo pienamente la politica del partito socialista. Da parte loro i socialdemocratici continuano a Insistere .perché il p.sJ. (lo ha ripetuto ancora ieri l'on. Bucai ossi) chiarisca completamente « la sua posizione nelle amministrazioni locali, nei sindacati, negli organismi di massa»; le quali cose erano state chieste, come si ricorderà, recentemente anche daU'on. Saragat. Del socialisti ha pure parlato l'on. La Malfa, ma per arrivare a conclusioni opposte: di fronte olle recenti deliberazioni del Consiglio nazionale d.c, l'esponente repubblicano ha proposto che « 11 parallelismo di azione fra repubblicani, radicali, socialdemocratici e socialisti si converta in maggiore e più stabile unità di azione». In altri termini, La Malfa vuole costituire un fronte dei partiti di sinistra per costringere la d.c. a fare la sua scelta in questo Benso: ma, alla luce dei risultati del Consiglio nazionale democristiano, le speranze di La Malfa appaiono per lo meno fuori tempo. Tuttavia Fanfani (in contrasto con le conclusioni di La Malfa) ha tratto dalla mozione democristiana motivo per un rilancio del centrosinistra. In un discorso tenuto ad Arezzo l'ex-presidente del Consiglio ha infatti detto: « Alla politica di sviluppo civile, economico e sociale del popolo italiano, al quale contribuimmo con Idee e concrete attuazioni, non sono state contrapposte valide alternative nel recente Consiglio nazionale della Democrazia Cristiana. Poiché non è possibile svolgere tale politica con le forze che la temono e .non l'accettano, la d.c., aderendo aUe prospettive indicate dalla relazione Moro e a quelle consone delle minoranze di Firenze, troverà la soluzione polìtica della crisi solo incontrandosi con le forze democratiche che accettano gU obiettivi e le modalità della politica prospettata». Evidentemente Fanfani intende riferirsi ai liberali che a suo diro non accetterebbero una politica socialmente avanzata. Se non che i liberali, pure avendo giudicato anch'essi equivoca la posizione assunta dalla d.c, mostrano di volere attendere quale strada imboccherà Moro « per affrontare — ha detto il vice-segretario Bozzi — con senso di realtà i problemi concreti di libertà e di progresso ». E un altro vicesegretario liberale, Ferioli, ha aggiunto, rispondendo indirettamente a Fanfani, che i liberali sono < per una politica di progresso sociale nella libertà, di lotta contro tutti i monopoli, di accorciamento delle distanze fra poveri e ricchi »; dunque proprio per quella politica di cui oggi si discute e su cui i liberali vogliono essere messi alla prova. Pellecchia N