Stamane si apre il convegno della Nato di Giovanni Giovannini

Stamane si apre il convegno della Nato Stamane si apre il convegno della Nato DAL NOSTRO INVIATO > Istanbul, lunedi mattina. Peggio,, la nostra, domenica ad Istambul non poteva cominciare. Il portiere dell'albergo dove sono stati confinati tutti o quasi 1 giornalisti, ad una trentina di chilometri dalla città, scuote desolato la testa quando gli chiediamo un mezzo qualsiasi per raggiungere 11 centro: il coprifuoco che doveva cessare alle quattro del mattino è stato improvvisamente i prolungato di 24 ore Ano all'alba di stamani lunedi. Perché, cos'è successo? L'uomo continua a scuotere la testa, ma qualcuno poco dopo ci sussurra che nella notte sono successi scontri tremendi con almeno venti morti. > Coprifuoco o no, bisogna muoversi: dopo una snervante opera di persuasione svolta con tutti 1 possibili argomenti, riusciamo a convincere un autista che ha il permesso di circolare, a correre il rischio di trasportare un giornalista straniero senza nessuna autorizzazione. Si corre a precipizio nella mattinata grigia attraverso una terra fra le più popolate del mondo che ieri appariva deserta, senza anima viva. Anche i soldati nel primi chilometri sono pochi, solo arrivando alle antichissime imura della città sembra di entrare di colpo In un campo idi battaglia. Una formazione corazzata, più o meno della forza d'una divisione, è schierata in modo perfetto come se dovesse entrare in campo da un momento all'altro. Forti reparti ili fanteria sono accampati vicino a decine di autobus, evidentemente del servizio irbano, ma utilissimi in caio di movimenti rapidi di :ruppe. E man mano che si entra n questa parte della città :he discende fra le moschee plendide al « Corno d'Oro » mmenta il numero dei sollati dall'ampio elmo all'inrlese e dai fucili con le lunhe baionette in canna, ce l'è ad ogni incrocio — e gli ncroci sono infiniti in quota città che ha più di un hilione e 300 mila abitanti - attorno a pesanti autocarI, ad enormi autoblindo, e litri nella formazione della jiuadra di rastrellamento, uattro o cinque sparpagliaavanti, quattro o cinque [letro, perlustrano strada pr strada. Ancora carri armati peKnti attorno ad ogni edifico principale con le torretin continuo movimento coie in attesa di tirare e colire. Si lntravvede dietro le por, le finestre, del palazzi e ;i tuguri, la gente che guari silenziosa. Solo qualcuno ve avere i-I permesso di faviaggi fino al più vicino naio, che dall'uscio semierto allunga le grosse tordi pane. Tutti gli altri n si muovono. Sono chiusi n solo 1 mercati, i negozi ogni genere. ie farmacie, i anche le chiese di ogni Ito, templi cattolici e protanti, sinagoghe e moìee. La truppa è schieri- j in armi anche dov„nti a fìsti edifici, ri; vanti ad mpio a Santa Sofia, 'ose è successo, cosa sta per succedere, di cosi pauroso da giustificare un simile schieramento di forze? Nella notte dal sabato alla domenica non era successo niente, i venti e più morti erano frutto della eccessiva fantasia del ben», informati. L'Ipotesi che potesse accadere qualcosa in questa particolare domenica era assolutamente infondata in quanto ai turchi il 1° maggio non dice assolutamente niente e non ci sono in tutto il Paese forze di sinistra d'una qualche consistenza. Ma col suo « comunicato n. 13 » il « comandante dello stato d'assedio ad Istanbul » ha spiegato ieri che il prolungamento del coprifuoco per altre 2 4ore era stato deciso « per accertate necessità» e che comunque tale misura- avrebbe avuto il vantaggio di permettere al cittadini di trascorrere la giornata meditando sulla situazione nella quiete delle loro case. Degna di citazione un'altra notizia inserita nello stesso comunicato: l'annuncio cioè della sospensione per dieci giorni delle pubblicazioni del quotidiano «Cumhuriyet», reo di essere apparso il 30 aprile con una caricatura provocatrice, i profili di Giulio Cesare, Hitler, Mussolini, Muri es Said, Abdulillah, Batista e Syngman Rhee con la didascalia « Scomparvero, scomparvero ». Il comunicato conclude con l'annuncio della, sospensione del coprifuoco dalle 4 alle 20 di lunedì e con l'aggiunta del più semplice avvertimento: «se nel corso della giornata si dovessero formare nella pubblica via gruppi anche di queste persone soltanto, la polizia e la truppa apriranno senz'altro il fuoco ». Un complesso di misure tali da sembrare eccessive anche al più favorevole degli osservatori, e nemmeno le spiegazioni che lo stesso ministro degli Esteri turco S. E. Fatin Rustu Zorlu ha spontaneamente e cortesente voluto fornire ieri a noi giornalisti che l'hanno attorniato', sono apparse troppo chiare. L'illustre statista ha polemizzato amabilmente con i corrispondenti che, unanimi, avrebbero Ingrandito troppo le cose: «in realtà, ha detto, non vi sono stati in tutta la Turchia che pochi morti e alcune decine di feriti e adesso tutto è finito anche perché le Università sono chiuse e lo resteranno per un mese, mentre gli studenti che abitano atrove sono stati manuali u auioi'ua alle loro case, con l'unica eccezione di due o trecento del più agitati, messi in campi di concentramento ». Incidenti a parte, ha continuato S. E., la colpa della presente situazione sareobe tutta del partito democratico che dopo la sconfitta subita ad opera dei repubblicani nel '50 non ha voluto rassegnarsi al ruolo di minoranza, si è dato troppo da fare organizzando nelle città e nelle campagne tali e tanti comizi, riunioni e dimostrazioni da provocare deplorevoli conseguenze per il traffico e per il lavoro (« These frequent open air meetings often would obstruct trafile and take people away from work »). Tutto questo mentre 11 governo badava soltanto a realizzare u> insieme di grandiose ojF'e, dalle autostrade alla d'ghe alla modernizzazione dei porti e dell'agricaLuira. Logico quin¬ di, secondo il ministro, che a un certo punto il governo prendesse dei provvedimenti per mettere un po' di ordine e disciplina anche nelle strade e nelle piazze (« The government felt 2ompelled to take measures to stop the dragglns of politica to Street corners and. .city squares »). E' logico infine — sempre secondo il ministro — che davanti alla persistente ostilità degli oppositori, il governo costituisse nei giorni scorsi la famosa commissione parlamentare allo scopo di investigare su tanta sovversiva attività e la fornisse di adeguati poteri (quelli appunto — dalla sospensione dei parlamentari di minoranza alla chiusura dei giornali di opposizione — che hanno scatenato 1 disordini dei giorni scorsi). Discorso analogo ha tenuto intanto dalla, radio di Ankara il primo ministro Menderès, accusando nominativamente cinque deputati di opposizione di avere direttamente organizzato e guidato gli scontri all'Uniniversità di Istanbul. « Il governo — concludeva il leader repubblicano — segue da vicino gli avveni- menti e non esiterà neanche un attimo ad adottare provvedimenti per la tranquillità dei cittadini e prestigio del paese ». Dei vari oratori della giornata però, chi ha trovato un certo consenso tra 1 giornalisti accorsi a diecine da ogni parte del mondo (Urss compresa) anche pél convegno della Nato, è stato il direttore dell'Ufficio informazioni turco, signor Kilic: anche lui ha ripetuto i noti argomenti governativi, ma ha anche invitato i presenti a tener conto delle molte e particolari condizioni che In Turchia ritardano la piena evoluzione democratica. In questa singolare atmosfera ha inizio stamane la conferenza dei ministri degli Esteri della Nato. Ieri l'on. Segni, dopo una lunga seduta di lavoro con gli ambasciatori Grazzi, Straneo, Alessandrini, Magistrati, ha assistito alla Messa che, a causa della chiusura di tutte le chiese, il nunzio apostolico ad Ankara ha celebrato in una sala della nostra ambasciata. Il nostro ministro degli Esteri ha quindi preso vjarte a una colazione offerta in suo onore dall'ambasciatore in Turchia Magistrati, e nell'illustrare brevemente l'importanza dei lavori sia del consiglio della Nato, sia della commissione per il disarmo, ci ha dichiarato di sperare come risultato concreto dei lavori un atteggiamento unitario di tutti gli Stati membri dell'alleanza, in vista dell'ormai imminenr. te incontro al vertice. Giovanni Giovannini Il coprifuoco ha trasformato si svolge sempre un convulso Istanbul in una città morta: Il ponte di Galata, sul quale traffico, ha assunto un aspetto di desolazione (Teleloto) per uccedere di i di ecodo il ministro ch