La proroga del blocco dei fitti proposta dal Consiglio dell'economia

La proroga del blocco dei fitti proposta dal Consiglio dell'economia La proroga del blocco dei fitti proposta dal Consiglio dell'economia Essa dovrebbe essere di 2 o 3 anni, con un aumento del 30 % all'anno delle locazioni - Il giudizio del Cnel era stato richiesto dal governo, che ora presenterà al Parlamento un disegno di legge - II maggior numero di (itti bloccati è a Trieste (67% dei contratti), quello più piccolo a Torino (15%) (Nostro servizio particolarej Roma, 28 giugno. La commissione tecnica del Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro, incaricata dal governo di esaminare il problema, si è espressa per una proroga di due o tre anni del regime del blocco dei fitti ed ha suggerito un aumento del 30 per cento all'anno dei fitti bloccati. Come è noto, l'attuale regime di blocco dei fitti dovrebbe avere termine alla fine dell'anno. Se il parere dell'apposita commissione verrà sanzionato, com'è praticamente certo, dall'assemblea del Cnel, il governo potrà proporre al Parlamento il rinvio dell'entrata in vigore della legge sugli sblocchi. I due o tre anni che il Cnel ritiene necessari per addivenire alla completa libertà di mercato nel campo degli alloggi serviranno da « periodo di transizione » in maniera da evitare forti squilibri o fenomeni negativi quando i fitti non saranno più bloccati. Prima di pervenire a queste conclusioni, il Cnel ha svolto, con la collaborazione dell'Istituto centrale di statistica, una indagine molto accurata sul problema Si tratta di un'inchiesta che, condotta per la prima volta, mette in luce dati importanti. Il problema del blocco è praticamente inesistente nelle campagne e nei piccoli centri: l'equilibrio degli affitti tra nuove e vecchie abitazioni è stato praticamente raggiunto. Il problema, invece, è molto importante nei centri maggiori, in particolare in quelli che contano più di 250 mila abitanti. Il maggior numero di fitti bloccati si registra a Trieste (il 67 per cento del totale dei contratti); seguono Milano col 57 per cento, Venezia col 53 per cento, Firenze e Genova col 44 per cento, Napoli col 40 per cento, Roma col 37 per cento. Ultima viene Torino, con il 15 per cento. Incidono sul numero dei fitti bloccati di ogni città lo sviluppo edilizio e il reddito medio. Per questo risulta che a Napoli, città depressa, esistono meno fitti bloccati che a Trieste o a Milano: vi si sono costruite più case. Torino è al tempo stesso una delle città dove il benessere è maggiore e dove l'attività edilizia nel dopoguerra è stata più intensa. L'indagine è stata svolta col metodo del campione, ma ha coperto tutta l'area nazionale. La media generale delle abita- zioni occupate da inquilini che versano-pigioni bloccate è del 15 per cento, corrispondente a 1 milione e 450 mila alloggi, dei quali però 600 mila sono occupati da inquilini che pagano un fitto di poco o di molto superiore alla norma. r. s.