Quarantacinque morti in una miniera del Galles per un'esplosione di grisù a 350 metri sotto terra di Mario Ciriello
Quarantacinque morti in una miniera del Galles per un'esplosione di grisù a 350 metri sotto terra Un quarto d'ora dopo mezzogiorno nel bacino "delle sei eampane99 Quarantacinque morti in una miniera del Galles per un'esplosione di grisù a 350 metri sotto terra Nella galleria lavoravano 50 uomini, solo cinque sono tornati rivi alla superficie - 11 drammatico racconto di un sopravvissuto: "Vidi una luce abbagliante, udii un tremendo boato poi mi rialzai, yenni investito da una violenta ondata d'aria calda. Tutt'intorno i miei compagni erano morti,, (Dal nostro corrispondente) Londra, 28 giugno. Una tremenda esplosione ha squarciato oggi le viscere di una miniera del Galles meridionale, seppellendo o soffocando ltS dei so uomini che lavoravano nella zona dello scoppio. Sette cadaveri . sono già stati portati alla.~%vp'erflcie ed altri trentatré avvistati fra le rovine; inoltre a queste Ifi vittime è certo ormai che dovranno esserne aggiunte altre cinque: si tratta di uomini di cui non è più stato possibile trovare traccia. Mentre telefoniamo questo dispaccio, le undici squadre di soccorso (complessivamente quasi cento uomini) continua iiiiliiiiiiiiiliiiHUiiiiiliiiiiiiiliiiiiiii iimn no ad avvicendarsi lungo t pozzi della miniera. Davanti ai cancelli, sostano, tetri fantasmi, le mogli, le madri, le sorelle degli uomini prigionieri nel sottosuolo. Invano poliziotti, infermiere, volontari le esortano a tornare a casa. Col volto scavato da una cupa disperazione, insensibili alla stanchezza e all'aria pungente della notte, attendono nella fievole speranza di una smentita alle fosche notizie. Tacciono ed attendono, anche quelle che non hanno più nulla da sperare: perché temono il ritorno alla solitudine della loro casa. La causa del sinistro sembra chiara: grisù. Di più però non si conosce, non si sa dunque se la sua comparsa sia stata repentina, come e donde sia giunto. La galleria, dilaniata dall'esplosione, è ora invasa da questo gas venefico ed i soccorritori avanzano dietro lunghi bastoni cui sono appese gabbiette con canarini. Appena vedono l'uccello afflosciarsi ilo ritirano però prima che muoia) sanno di essere in zona pericolosa. Le ricerche ormai senza speranza si svolgono tra mille difficoltà. Il tetto della galleria è franato ed è necessario erigere nuovi puntelli. La miniera (chiamata delle i «Sei campane») sor^o nei', pressi di Abertillery, nel Galles meridionale. Vi si estraggono 366.000 tonnellate di carbone all'anno, vi lavorano millequattrocento uomini. L'esplosione avvenne alle dodici ed un quarto, in una ragnatela di gallerie in cui erano distribuiti quasi settecento uomini. Le proporzioni della sciagu I ra> S1'* cosl spaventose, parve- 'ro a tutta prima, ancor più ca tastrofiche. Si temeva infatti che un intero settore fosse crollato travolgendo seicento minatori. Poco più tardi si aveva invece notizia che lo scoppio, d'una potenza terrificante, era tuttavia circoscritto ad una sola galleria, in un cunicolo dove erano occupati nel lavoro estrattivo cinquanta uomini. Questo cunicolo è a trecentocinquanta metri di profondità ed a quasi due chilometri di distanza, in linea orizzontale, dal pozzo adibito alla discesa. I racconti dei cinque sopravvissuti del gruppo dei cinquanta rivelano subito che la tragedia era stata istantanea: < Ero all'estremità della galleria — ha dichiarato Harold Legge, di oniii — quando vidi una luce abbagliante e udii un tremendo boato. Lo spostamento d'aria mi scagliò a terra: mi alzai c tentai di avanzare, ma faticavo a respirare e la polvere di carbone mi accecava. Finalmente, il pulviscolo cominciò a posarsi e io potei muovermi più facilmente: tutto attorno, giacevano i cadaveri dei mici compagni >. Un altro minatore, giovanissimo, ha dichiarato che lo scoppio fu come quello di una bomba atomica: un bagliore accecante, quindi una travolgente ondata d'aria calda; s» salvò perché era assai lontano dall'epicentro della esplosione, corse verso i suoi compagni per soccorrerli, ma trovò la via sbarrata da frane. La sciagura ha distrutto due famiglie, quelle dei Partrdge e dei Morgan: tanto della prima quanto della seconda sono morti padre e figlio; i due ragazzi avevano diciotto anni. L'annuncio che quarantacin; que uomini devono conside- rarsi morti è stato diramato dalla direzione delle «Sei campane » poco dopo la mezzanotte. Il comunicato nella sua tragica laconicità, aggiunge solo che alcuni degli operai sono rimasti uccisi dallo scoppio, mentre gli altri sono deceduti rimanendo sepolti sotto tonnellate di roccia e terra crollate per la violenza dell'esplosione. Nella storia mineraria britannica le sciagure non sono purtroppo rare: lo scorso anno vicino a Glasgow perirono .J7 uomini. Il disastro più terrificante avvenne nell'ormai lontano 1013 quando 439 sventurati trovarono la morte in una miniera di carbone a Senghenydd, nel Galles; anche questa catastrofe trovò la sua origine in un'esplosione del pauroso gas- grisù, l'incubo di ogni lavoratore del sottosuolo. Mario Ciriello i ',
Persone citate: Harold Legge
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