Parigi chiarisce il malinteso dell'aereo e attende che arrivi il delegato algerino

Parigi chiarisce il malinteso dell'aereo e attende che arrivi il delegato algerino Parigi chiarisce il malinteso dell'aereo e attende che arrivi il delegato algerino Gli insorti non accettano il passaporto francese - Il governo dichiara: "L'emissario musulmano può giungere col mezzo che preferisce,, - Qualche preoccupazione per l'atteggiamento dei colonialisti guidati da Soustelle (Dal nostro corrispondente) Parigi,' 22 giugno. Le inquietudini, suscitate ieri dal rifiuto del governo provvisorio della Repubblica algerina, di servirsi dell'aereo messo a disposizione dalla Francia per il viaggio del suo emissario a Parigi, sono già cadute dopo la constatazione che si trattava soltanto di un equivoco. L'aereo, che era stato mandato martedì a Tunisi, è già ritornato a Parigi, visto che nessuno ha voluto servirsene, e nello stesso tempo un comunicato del governo francese ha risposto all'altro comunicato che il governo algerino in esilio aveva diramato ieri per annunciare il rifiuto della procedura stabilita unilateralmente dall'Ambasciata di Francia a Tunisi. Il malinteso, secondo Parigi, è dovuto al fatto che gli algerini avevano creduto che l'Ambasciata di Francia avesse stabilito tale procedura, mentre invece nessuno si era sognato di farlo. Per spiegare come ciò sia accaduto, il governo fran cese afferma che, appena il governo provvisorio della Repubblica algerina annunciò l'invio di un emissario a Parigi, l'Ambasciata di Francia a Tunisi preparò i documenti necessari alla sua entrata ih Francia. Il governo tunisino venne subito informato che tali documenti erano a sua disposizione qualora avesse voluto assumersi -l'incarico di consegnarli agli algerini. Nello stesso tempo un aereo della squadriglia governativa, ossia uno degli apparecchi adibiti ai viaggi ministeriali, veniva inviato a Tunisi d'accordo con le autorità tunisine L'uso di questo apparecchio o di qualsiasi altro mezzo di trasporto, si dichiara ufficialmente a Parigi, non ha mai costituito una esigenza francese: gli algerini possono venire col mezzo che vogliono, e venire magari con l'apparecchio di una linea straniera. Nessuna procedura viene dunque imposta e neppure consigliata. Semplicemente, era sembrato che l'arrivo dell'emissario, inatteso e senza documento di origine francese, avrebbe potuto provocare uno spiacevole incidente sull'aeroporto e si era cercato di evitarlo. E' una spiegazione ineccepibile e dimostra quanto il Capo dello Stato sia deciso a passar sopra le questioni formali e a non irrigidirsi in puntigli di secondaria importanza affinché si arrivi rapidamente alle trattative e queste possano avere una conclusione positiva. Nello stesso tempo, l'incidente dimostra anche che gli algerini sono più attaccati di lui alle formalità: non è infatti escluso che i ministri algerini abbiano rifiutato i documenti dell'Ambasciata di Francia, per evitare il riconoscimento della loro cittadinanza francese. Chiarito il malinteso, rimane comunque la constatazione che le trattative di pace si presentano irte di ostacoli prima ancora che siano incominciate. Che il generale De Gaulle sia deciso a superarle, a qualunque costo, nessuno lo mette in dubbio, però molti si domandano, con una certa inquietudine, se, come è già ac caduto in altre occasioni, le sue decisioni non verranno travisate da coloro che hanno l'incarico di eseguirle. Le Monde prospetta stasera questa ipotesi, tutt'altro che priva di fondamento, ed afferma che le resistenze alle decisioni del Capo dello Stato, si manifestano' generalmente in seno allo stesso governo. E' una constatazione allarmante, data soprattutto l'estrema diffidenza degli algerini, però il giornale non ne trae motivo per un eccessivo pessimismo perché sostiene: « Ciò nonostante la pace sembra ormai più probabile che la continuazione della guerra. In primo luogo perché la grande massa dell'opinione pubblica in Francia e in Algeria pesa su questo piatto della bilancia e un tale peso è sovente decisivo in ultima analisi >. Con un avvertimento molto serio ai politicanti, decisi a difendere a qualunque costo gli interessi dei colonialisti, Le Monde conclude: «Quale rancore e quale collera avrebbe ro t musulmani contro coloro che distruggessero la loro speranza; e si può credere che i francesi della metropoli, la cui passione sembra meno viva perché sono meno vicini ai combattimenti, accetterebbero facilmente di essere incatenati di nuovo a questa palla di piombo di una guerra che li paralizza? >. Il commento del giornale rispecchia fedelmente i sentimenti dell'opinione pubblica, che non è stata mai così compatta dietro Charles De Gaulle nella volontà di pace. Da parte dei colonialisti, invece, si segnalano soltanto sporadiche iniziative, come la costituzione a Lione d'un « cartello » per organizzare la difesa dell'Algeria francese. Ne fanno parte soltanto gruppetti di tendenza fascista, senza nessun seguito nella popolazione. A proposito dei maggiori esponenti colonialisti, l'unica notizia riguarda oggi Robert Lacoste, che è stato condannato dal Comitato direttivo del suo -partito, il partito socialista, per aver partecipato martedì al convegno con Sou stelle, Bidault e soci, ma, in genere, si sente parlar poco di loro. Non bisogna però fidarsene troppo: gli interessi che difendono sono colossali e essi non intendono rinunciare ai benefìci che ne ricavano. Gli avvenimenti li hanno colti di sorpresa, ma stanno febbri! mente preparando la reazione. Al punto in cui sono arriva te le cose, la rapidità della prima presa di contatto, e delle successive trattative fra le due delegazioni, è dunque l'elemento principale per il succes so dell'operazione in corso. De Gaulle, che ha voluto chiarire l'equivoco dell'aereo nei termi ni concilianti che abbiamo ri-ferito, ha dimostrato di esserne pienamente consapevole. Occorre però che gli algerini lo siano altrettanto.

Persone citate: Charles De Gaulle, De Gaulle, Robert Lacoste, Soustelle