Kruscev a Bucarest insìste negli attacchi contro "l'estremismo di capi comunisti" di Alberto Ronchey

Kruscev a Bucarest insìste negli attacchi contro "l'estremismo di capi comunisti" Serrata polemica fra Mosca e Pechino Kruscev a Bucarest insìste negli attacchi contro "l'estremismo di capi comunisti" La Pravda pubblica il testo del discorso del Primo Ministro in Romania: «Non capisce un accidente chi ripete alla lettera quel che dissero Marx e Lenin. Il mondo è cambiato.. La..guerra con il capitalismo non è inevitabile» - Togliatti giunto nell'Urss (Dal nostro corrispondente) Mosca, 22 giugno. La rivista teorica del partito comunista sovietico, con un articolo di Dmitri Scevliaghin, apparso nel suo ultimo numero, accentua ancora il tono della denuncia contro gli «estremisti» del comunismo internazionale che non credono nella dottrina della coesistenza, che giudicano ancora inevitabile la guerra contro gli « imperialisti » e criticano il piano Kruscev per il disarmo. Secondo le regole di questa campagna di stampa intrapresa a Mosca da circa due settimane, non si dice ancora chiaramente chi sono i deviazionisti e dove abitano, ma questa volta si aggiunge che si tratta di « esponenti politici » (fino a ieri si parlava genericamente di «tendenze»). Ecco il brano più significativo dell'articolo del " Kommunist": «La tendenza di alcuni esponenti politici a considerare i principi della coesistenza pacifica e la lotta per il disarmo come forme di allontanamento dalle posizioni marxiste-leniniste nella lotta di classe del proletariato, la voglia di seminare sfiducia sulla giustezza delle risoluzioni del 20" e del 21" Congresso del Pcus circa la possibilità di impedire una nuova guerra mondiale nelle attuali condizioni, non si possono qualificare altrimenti che come erronee, dogmatiche e settarie... Il temporaneo inasprimento dei rapporti internazionali provocato dagli imperialisti americani non prova in alcun modo la j presunta mancanza di prospet- tive della lotta dei popoli per una pace stabile e per una coesistenza pacifica ». Queste parole non hanno bi sogno di chiarimenti. La portata della disputa in corso si manifesta ogni giorno più notevole. Alla luce del discorso pronunciato ieri da Kruscev a Bucarest, si può aggiungere che il nodo centrale della polemica fra 1 sovietici e i loro interlocutori, che potrà avere sviluppi impensati, verte sul problema dell'evitabilità o inevitabilità della guerra. I sovietici sostengono la tesi della evitabilità, altri la negano. Alcune battute di Kruscev hanno particolarmente impressionato gli osservatori occidentali a Mosca. Le citiamo direttamente dalla " Pravda ", che stamani ha pubblicato integralmente i moniti rivolti dal primo ministro sovietico ai rappresentanti di tutti i regimi comunisti convenuti a Bucarest per il Congresso del partito rumeno. «La guerra — ha detto Kruscev — non è più inevitabile... Le tesi leniniste sull'imperialismo sono state elaborate decine di anni fa... Compagni, non si può ripetere meccanicamente oggi quanto disse Lenin sull'imperialismo alcuni decenni or sono e continuare a sostenere che le guerre saranno inevitabili finché il socialismo non avrà vinto in tutto il mondo... S'intende, la sostanza del capitalismo e dell'imperialismo non cambia... ma l'uomo teme l'incontro con il lupo molto meno che con il leone o con la tigre... Non si può, senza tener conto del mutato rapporto di forze nel mondo, ripetere quanto fu detto dal grande Lenin in condizioni storiche del tutto diverse. « Se Lenin potesse sorgere dalla bara — continua l'articolo — prenderebbe questa gente (gli estremisti) per l'orecchio e insegnerebbe loro come va compresa la sostanza delle cose... Viviamo in un'epoca in cui non ci sono più Marx, Engels e Lenin con noi... Se ci comportiamo come i bambini i quali imparando a leggere compongono le parole mettendo una lettera dell'alfabeto dopo l'altra, non potremo ottenere molto... Chi non vuole riconoscerlo, anche se legge o cita libri, non capisce un accidente ». (Letteralmente, nel testo russo, quest'ultima battuta di Kruscev è stata assai più pesante, secondo le buone regole del turpiloquio popolare). Dopo questo violento attacco agli esponenti estremisti, che tutti i lettori russi da oggi conoscono, Kruscev ha spiegato che la sua politica è realizzabile perché oggi l'Urss è forte, può dettare le sue regole di coesistenza pacifica, anche se non è certo che avrà successo, e che comunque non è più vero che la guerra con il capitalismo sia fatalmente inevitabile: in conseguenza di ciò, le trattative non sono inutili e dannose, come sostengono alcuni esponenti dello schieramento comunista internazionale, e le proposte per il disarmo non sono inopportune Kruscev ha citato alcuni esempi di ciò che può fare oggi la forza sovietica: la guerra di Suez interrotta a 22 ore dai moniti dì Mosca, la difesa della Siria contro le asserite mi nacce della Turchia, le dichiarazioni del '58 a garanzia della Giordania e dell'Irak. Verosimilmente, Kruscev non si sarà limitato a dire queste cose in pubblico. Si ritiene che «gli abbia avuto l'opportunità di sviscerare più direttamente la sua tesi negli incontri con i capi di tutti i regimi comunisti, che si trovano a Bucarest (alcuni, i più importanti fra loro, sono giunti da molto lontano). Dall'esito di tali contatti diretti potranno derivare interessanti sviluppi. Nelle ultime ore è giunto a Mosca Palmiro Togliatti, accompagnato da Nilde Jotti e dalla figlia adottiva Marisa. E' stato accolto all'aeroporto dal segretario del partito sovietico Frol Kozlov. Ha preso alloggio in una dacia della periferia moscovita di non facile accesso. Non si è appreso nulla sulle ragioni e sulla durata della visita. Da domani, frattanto, i corrispondenti di numerosi giornali occidentali saranno ricevuti nella regione di Minsk per visitare alcuni contingenti di truppe in via di smobilitazione, nel quadro della riduzione degli effettivi (congedo di un milione e 200 mila uomini) decisa in gennaio dal Soviet Supremo. Tale smobilitazione non modifica il rapporto di forze fra Est ed Ovest (si congedano gli uomini perché si costruiscono i missili, che garantiscono la necessaria potenza di fuoco), e consente anzi all'economia sovietica dì utilizzare una più cospicua forza di lavoro. Sarà la prima volta, tuttavia, che i giornalisti occidentali si troveranno nel campo dì Agramante. La spedizione è stata organizzata nella ricorrenza dell'invasione nazista (22 giugno 1941), che si iniziò con l'investimento della celebre fortezza di Brest per dilagare poi in Bielorussia e in Ucraina. Alberto Ronchey