In Italia un'abitazione su otto è priva di ogni servizio igienico di Michele Tito

In Italia un'abitazione su otto è priva di ogni servizio igienico TTn'lntlagine dell'Istituto «fi Statistica. In Italia un'abitazione su otto è priva di ogni servizio igienico Più della metà della popolazione della Puglia, della Basilicata e della Calabria non ha l'acqua corrente in casa - Molti ignorano l'esistenza del sapone da toeletta ed usano scarsamente quello da bucato - Notevoli miglioramenti in Sicilia ed in Sardegna - La più alta percentuale di servizi igienici è nel Piemonte ed in Liguria (Dal nostro corrispondente) Roma, 17 giugno. In Italia più di una abitazione su tre non dispone di acqua corrente. Una abitazione su otto è priva dì qualsiasi servizio igienico, non ha, cioè, né bagno né doccia né gabinetto di decenza né acqua corrente. Solo una abitazione su quattro dispone di tutti i servizi. Tuttavia, negli ultimi anni, gì' anni del boom edilizio, la situazione è molto migliorata L'Istituto centrale di statistica pubblica oggi, sulle condizioni igieniche nel nostro paese, 1 risultati di un'indagine condotta col metodo del campione, sulla base di nuclei familiari. Questi risultati consentono di raffrontare le condizioni in cui versa attualmente l'Italia a quelle che emersero dal risultati del censimento del 1951. Nel '51 nove famiglie su dieci non disponevano né di bagno né di doccia; oggi più di un quarto delle abitazioni sono munite o di bagno o di doccia. Se oggi più di un terzo delle nostre case non ha acqua corrente, nel '51 l'acqua dai rubinetti era un sogno per 11 55 per cento, cioè per più della metà, degli italiani. In generale il ritmo del progresso è più rapido, come per molte altre cose, nel Nord che nel Sud, ma in percentuale le regioni che in partenza erano ls più arretrate, come la Puglia, la Basilicata e la Calabria rivelano miglioramenti giganteschi: le famiglie munite di tutti 1 servizi essenziali sono aumentate di cinque volte, passando dal 2,8 per cento al1*11,6 per cento per 11 bagno e dal 22,5 per cento per l'acqua corrente al 45 per cento (rimane sempre, però, più della metà della popolazione di quelle regioni priva di acqua corrente). H Piemonte, la Val d'Aosta e la Liguria (l'indagine considera vari « gruppi > di regioni statistiche), che nel '51 venivano dopo la Lombardia per la disponibilità di acqua corrente, ora l'hanno superata (79,7 per cento) e, molto dietro la Lombardia nel '51 per il bagno o la doccia, ora l'hanno quasi raggiunta (32,9 per cento e 34,8 per cento). Per tutte le altre voci, la < regione statìstica > Piemonte - Val d'Aosta-Liguria viene in testa; seguono la Lombardia, Roma città, le tre Venezie, l'Emilia, la Romagna, le Marche, la Toscana e via via verso il Sud, con l'eccezione della Sicilia e della Sardegna che si trovano in condizioni migliori dell'estremo Meridione. I risultati dell'indagine mostrano anche che godono di più « comforts » ì professionisti (quasi tutti dispongono di ogni servizio igienico) e gli industriali. Seguono i dirigenti. I meno provvisti sono i salariati agricoli (solo poco più di due su cento famiglie hanno il bagno o la doccia) e gli operai dell'industria. Gli agricoltori in proprio vivono in condizioni poco diverse da quelle del loro salariati: per il 96 per cento non hanno bagno ne doccia. Quanti italiani fanno uso regolarmente di sapone da toletta? Nove su dieci, in proporzione pressapoco uguale al Nord, al Centro e al Sud (ma nelle città si consuma più sapone che nei piccoli centri e Roma ne consuma più di tutti) e senza variazioni importanti tra una professione e l'altra, con un po' dì avarizia in più tra gli agricoltori. L'Istituto di statistica ha cercato di stabilire anche quanti pezzi di sapone da toletta consumi all'anno ogni famiglia: sembra che se ne consumino due o tre, ma si tratta di un dato poco meno che arbitrario perché non ci S' è preoccupati di distinguerà tra le diverse taglie di sapone; ed è noto che nei piccoli villaggi e nelle regioni arretrate si usa ancora vendere minuscoli pezzi di sapone perché spesso le famiglie non hanno la possibilità di acquistare un pezzo più grande. Ma dato curioso è questo: gli uomini soli, quelli che non vivono in famiglia, consumano poco sapone: ve ne è uno su quattro cui un pezzo di sapone dura molto più di un mese, e ve n'è uno su due che con un pezzo ci fa un intero mese. Più la famiglia è numerosa, più ciascuno dei suoi componenti consuma sapone. Ma c'è un limite, ed è il limite della miseria. Quando ì nuclei familiari comprendono più di sei membri le proporzioni calano e si arriva al dato impressionante dell'esistenza di famiglie molto numerose (ad esempio di dieci membri) che consumano meno di un pezzo di sapone al mese. Questo significa, in sostanza, che in un non scarso numero di famiglie numerose il sapone da toletta è sconosciuto. A volte ci si lava col sapone da bucato, a volte con la sola acqua: il sospetto che spesso non ci si lavi affatto è legittimo. Più o meno le stesse caratteristiche rivela l'indagine sul consumo dei dentifrici, che sì aggira su una media di uno o due tubetti al mese per fami' glia. Vi sono ventidue famiglie di dieci membri, su cento, che non consumano un tubetto di dentifricio al mese. In realtà l'uso del dentifricio è quasi sconosciuto in alcuni ceti, specialmente agricoli, e in alcune delle zone depresse. E gli uomini soli, inguaribili, confermano la loro tendenza alla scarsa pulizia Ve ne sono cinquantacinque su cento cui un tubetto al mese è di troppo. Michele Tito