I negri prediligono Maometto che concede mogli in quantità di Francesco Rosso

I negri prediligono Maometto che concede mogli in quantità VITA NATURALE NEL MOZAMBICO I negri prediligono Maometto che concede mogli in quantità (Dal nostro inviato speciale) Lumbo, 17 giugno. L'Africa vera, coi suoi contrasti insanabili, le sue indecifrabili contraddizioni, la incontrai a Lumbo, larva di villaggio costiero all'estremità settentrionale del Mozambico. Ero partito di buon mattino da Lorenzo Marques sul piccolo aereo in servizio settimanale lungo le coste dell'Africa Orientale, una traballante diligenza aerea che interrompe la corea al tramonto perché gli aeroporti, piste primitive in terra battuta, non sono attrezzati per il volo notturno, e dopo pochi chilometri percorsi a bassa quota avevo già un'impressione sufficientemente esatta del Mozambico, piatta, sterminata distesa verde in cui il lavoro umano ha fatto ben poco per correggere le avverse condizioni naturali, sfruttarle razionalmente. I fiumi, piccoli o grandi, sfociano nell'Oceano Indiano inori diversamente da alcuni millenni addietro, gli estuari insabbiati dilagano in mille rivoli formando paludi e acquitrini da cui sciamano nuvole comparte di zanzare malariche. Sorvolammo il Limpopo, fiume dal nome affascinante per le selvagge leggende di esplorazioni nelle foreste che attraversa, popolate da belve e dai malefici fantasmi della malaria e della mosca tze-tze. Poco lontano da qui c'è la boscaglia di Gongorosa brulicante di animali selvaggi, dove intere famiglie di leoni si sono installate nelle capanne ' di un villaggio abbandonato dai negri decimati dalle malattie. Il governo portoghese ha messo allo studio da alcuni anni un « piano Limpopo » per arginare il fiume, canalizzarlo e irrigare vaste zone fertilissime in cui potrebbero sistemarsi novemila agricoltori europei, ma finora non sono stati trovati i capitali necessari j-or realizzarlo. Facemmo la prima .sosta a Beira, altro porto che reca considerevoli vantaggi economici al Mozambico. Come Lorenzo Marques è il naturale sbocco marittimo di Johannesburg, cosi Beira accoglie e smista l'intero traffico della Rhodesia e del Niassa; la forte industrializzazione dei ricchissimi vicini, le loro necessità di comunicare coi grandi mercati mondiali, sono abilmente sfruttate dal Mozambico coi noli per l'uso dei suoi due porti dai quali ricava cospicui, in "' retti benefici dalle miniere di rame della Rhodesia, da quelle d'oro e uranio del Sudafrica Per consentire la ventilazione, l'aeroporto di Beira è stato costruito come una grossa gabbia di fitta rete metallica contro l'insidia delle zanzare, ma nonostante fosse pieno inverno e le pale di alcuni ventilatori vorticassero, il caldo era estenuante. Appesi alle inteleiature di legno, alcuni manifesti di Saint Moritz, di Zermatt, dcll'Oberland bernesi: invitavano ai freddi svaghi sulle nevi svizzere. Nel delirio di calura che gravava sulla baracca, mi pareva fondesse anche la neve dipinta sui cartelloni. 1 solleticanti inviti dell'organizzazione svizzera in quel rovente angolo d'Africa Orientale sono rivolti ai ricchi residenti inglesi della Rhodesia e del Niassa, turisti di bocca buona per i quali l'affocata Beira è luogo di piccanti piacevolezze balneari e sentimentali, una sorta di Venezia dell'Oceano Indiano, una città dell'amore tropicale. Le coppie Ji sposi europei stabiliti in Niassa e Rhodesia vengono qui a trascorrere la luna di miele, in un fastoso albergo con piscina costruito in riva all'oceano, fra nuvole di zanzare e refrigeranti visioni di montagne coperte di neve sui manifesti del turismo svizzero. Dopo Beira si sorvola lo Zambesi, altro fiume dal nome magico, popolato di coccodrilli, sul quale la italiana « Impresit » ha costruito in territorio rhodesiano la ciclopica diga di Kariba, la più ardita opera fluviale di tutta l'Africa. Lo Zambesi era in stanca, il suo immenso, pigro I estuario pareva non avesse forzi sufficiente per scaricarsi nell'oceano. Barriere di sabbia formavano dighe naturali e l'acqua del fiume dilagava in mortifere paludi grevi di malaria attorno alle quali crescevano con selvaggio vigore le palme di cocco. Volammo per oltre un'ora sul palmeto di Quelimane, il più vasto del mondo, ed infine atterrammo a Lumbo per trascorrere li notte. Non mi sarà facile dire che c<>S4 è Lumbo; una volta la settimana vi atterra ur aereo e vi giunge un treno, eppure è rimasto una larva di villaggio ai confini del mondo, u.i angolo d'Africa intatto, come alle ori0ini della terra, nel lussurioso scenario di una natura implacabile. Non vi sono strade, ma pisrc ui polvere rossa vaste come letti di fiumi disseccati. I-e palme si scagliavano con violento rigogli contro un cielo sconvolto che nel tramonto si tingeva d'un ver¬ dfsnivdnzgcmrmacsclIdduetlldltasririiveg2gshtuatossamLnndiftfsdtlscennsqsfdgcpcs di svenato su cui galoppavano follie di nuvole incendiate dal sole calante. Intorno non c'era nessuno, lungo le piste di polveiv rossa alcune deserte capanne di paglia annerita parevano annientate dall'immensità dello spazio. Vidi alla fine Lumbo: una grossa chiesa, alcuni fantasmi di case, spettrali nel falò del tramonto, e l'albergo, vecchio caravanserraglio di legno e rete metallica contro le zanzare, dove avrei pernottato con gli altri pochi viaggiatori. La sera mi spinsi fino alla spiaggia e non dimenticherò facilmente lo spettacolo del plenilunio sui palmizi e sull'Oceano Indiano. La luna era un enorme disco di gesso nel cielo affollato di stelle e accendeva sull'acqua un'immensa scia lattiginosa. Ma era un'illusione ottica, non sentivo il rotolare della risacca sulla spiaggia, il mare era un chilometro più lontano, risucchiato dalla bassa marca che in queste latitudini ha un dislivello di oltre quattro metri, e ritirandosi aveva lasciato sull'immensa distesa di sabbia una patina fosforescente su cui la luna creava il fantastico miraggio notturno Durante la cena nel torrido ristorante conobbi due italiani il signor Italo Moranduzzo che vive in Mozambico da 32 anni e l'ing. Cesare Monti che viag già attraverso l'Africa intera da 23 anni. Un giorno scriverò degli italiani incontrati lungo que sti itinerari africani, gente che ha messo insieme cospicue for tune, o vive benino, tutti con una struggente voglia d'Italia anche se non l'hanno più veduta da mezzo secolo. Ritrovai gli occasionali amici la mattina successiva, nell'alba appena de sta e già affocata, fermi davanti a un treno. Pensai che fosse un miraggio perché un treno ; Lumbo mi sembrava un'alluci nazione, convinto com'ero che non ci fosse nessuno desideroso di salirvi. Mezz'ora dopo c'era intorno al treno una vociante folla di negri giunti per incantesimo da luoghi a me ignoti, forse dal folto dei palmeti, ansiosi di salire in vettura per andare chi sa dove. « Questa è ancora Africa autentica — disse l'ing. Monti; — l'aereo, il treno, la grossa chiesa non l'hanno mutata ». Sotto certi aspetti quanto egli diceva era vero, ma sbagliava su alcuni punti. La tumultuosa folla negra che si pigiava per salire sul treno era poco diversa da quelle che, secoli addietro, si scatenavano in cruente battaglie fra tribù rivali; le donne mezzo discinte, coi bimbi legati dietro la schiena, i volti impiastricciati di creta bianca e trasformati in grotteschi mascheroni erano ancora quelle che si lasciano comperare per una coppia di buoi, che lavorano duramente per consentire lunghe soste oziose all'ombra dei palmizi ai loro uo mini pigri e lussuriosi; tuttavia qualcosa è mutato anche nel co stume di questa gente, apparen temente sempre identica attra verso i millenni. A parte la considerazione che hanno imparato a servirsi dei mezzi offerti dal progresso tecnico, è passato sulle loro anime un lavacro che li ha in parte redenti dall'animismo pagano e superstizioso in cui sono sempre vissuti. Ho detto in parte, c non a caso. Coi dominatori portoghesi sono arrivate anche le missioni cattoliche le quali, oltre all'insegnamento, hanno diffuso tra le popolazioni negre la dottrina cristiana. I negri si sono lasciati convertire facilmente, anzi, troppo facilmente e supinamente, e non hanno mai assimilato lo spirito del verbo cristiano. Se i negri sudafricani si sono foggiato un cristianesimo sprnsdssqtiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii su misura, un miscuglio di superstizioni e paure sovrannaturali che li inducono a riti pagani, quelli del Mozambico hanno subito un processo involutivo e dal cristianesimo male assorbito sono passati alla religione musulmana. Oltre un milione di negri, soprattutto nelle zone settentrionali del Mozambico, si sono recentemente convertiti all'islamismo. La ragione per cui, dopo l'esperienza cristiana, hanno preferito Maometto è alquanto elementare e superficiae; il cristianesimo gli imponeva una sola moglie, mentre .Maometto, più vicino ai loro istinti ed esigenze naturali, gli consente la poligamia, condizione sociale cui i negri sono abituati da sempre. Se anche l'Africa nera diverrà musulmana come quella araba, sarà soltanto per l'abbondanza di mogli che l'islamismo concede ad ogni uomo. Quelli di Mozambico sono musulmani così ferventi che accostandomi per fotografare alcune viaggiatrici col volto dipinto di bianco, per poco non fui aggredito da uomini sdegna¬ (i 11 m 1 > 1111 r t1111111 ri 1t11111111111 ri 1111111111111t1111111 ti. Tanta ostilità alla fotografia l'avevo incontrata nella Gerusalemme araba, dotta in islamismo, e mi stupiva di vederla ripetuta dai selvaggi negri del più sperduto sngolo del Mozambico. Bastò l'offerta di alcuni scudi a placare lo sdegno dei fieri musulmani, e anche in questo l'ing. Monti aveva sbagliato; gente così avida di denaro non è già più interamente primitiva. Tra fischi laceranti e sbuffi di vapore, il treno incominciò la sua lunga corsa verso Tintcrno; non c'era l'edificio della stazione e, improvvisamente, dov'era il treno e la folla fu il deserto. Per tutta una settimana, Lumbo sarebbe tornato ad essere quello che è, una larva di villaggio con pochi e mal retribuiti funzionari governativi slombati dal caldo di piombo, storditi dal profumo quasi tattile delle frangipane rosa, con dinanzi agli occhi l'ossessione biancazzurra di Mozambico, l'isoletta cinta da fortezze coi saldi, inutili speroni sghembi che ha dato il nome all'intorpidita colonia portoghese. Francesco Rosso ri t i 1111m m1 f ni 11111111 miilllliiiiliiiiiiiiiiiii'i

Persone citate: Cesare Monti, Italo Moranduzzo, Lorenzo Marques