Irkutsk, capitale siberiana sotto gli zar conserva il vecchio colore acceso e pittoresco di Guido Piovene

Irkutsk, capitale siberiana sotto gli zar conserva il vecchio colore acceso e pittoresco QUALCOSA DI ANTICO NELLA NUOVA ASIA SOVIETICA Irkutsk, capitale siberiana sotto gli zar conserva il vecchio colore acceso e pittoresco Era sede del governatore, centro di smistamento per i deportati, grosso mercato delle pellicce - Si conservano, di quei tempi, le belle case policrome, le graziose costruzioni di legno, ed anche molte abitudini - Gli enormi banchetti collettivi durano ancora parecchi giorni: triste figura fa'chi non resiste ad un pranzo di nozze, trascinato per un'intera settimana - Mosca vuole fare della città un grande centro turistico: sono vicine le immense foreste, popolate di orsi, e le acque limpide e tempestose del Lago Baikal, piene di fantastici pesci - Qui nacquero le leggende popolari della Siberia (Dal nostro inviato speciale) Irkutsk, giugno. Atterraggio a Irkutsk unpo' prima dell'alba, dopo un volo notturno. In fondo alla proietta dell'aeroplano, il solito gruppo d'ombre. So orama* che quel gruppo (ma ogni volta, vedendolo, ho un senso acuto di sgomento) è venuto per me. Il mio viaggio è interamente libero, compiuto per questo giornale, ma l'Unione scrittori si adopera per agevolarmelo nei limiti del possibile. Non v'è centro sovietico nel quale non esista una sezione di scrittori locali (con preva- iiiiiit iiiiiiiriiiiiiiiiiiriiiutriiiiiiiiiiiiiii* lenza di poeti) ed un certo numero di essi è incaricato di ricevermi ad ogni toppa, spesso con sacrifici che producono in me lo sgomento di cui ho parlato. Ho volato di notte anche per la speranza che, data l'ora, non avrei disturbato nessuno. Ma l'ospitalità qui ha regole inesorabili. Dovevo arrivare, se ben ricordo, verso l'I o le 2, ma non so quale turbamento atmosferico ha ritardato la partenza. Così gli scrittori di Irkutsk non soltanto sono venuti, ma hanno trascorso la notte all'aeroporto ad aspettarmi. Strette di mano, convenevoli sotto le stelle tradotti dall'interprete, poi piccolo corteo verso la sala d'aspetto dell'aeroporto. Nell'attesa delle valige sono invitato ad esporre i miei desideri, si < pianifica » il giorno dopo; poi si va finalmente a letto. Anche Irkutsk ha la città universitaria, decine di istituti, eccetera; altre industrie e altri istituti sono previsti in essa nel futuro prossimo; tuttavia, a differenza di Novosibirslc, è ancora varia, un po' vecchia od un po' nuova, e questo me la rende immediatamente simpatica. La città nel passato importava tè dalla Cina ed esportava le pellicce degli animali che si cacciano nella foresta, scoiattoli dalla coda accesa, volpi, i preziosi zibellini. Era anche città burocratica, sede del governatorato e luogo di deportazione; qui facevano capo, come ad un centro di smistamento, molte delle tristi colonne che arrivavano dall'Europa a piedi. Irkutsk perciò è un nome che ritorna spesso nel romanzo ottocentesco russo. Ignoro quale parte abbia poi avuto nel terrore recente dei tempi staliniani, che riempì la Siberia di campi di concentramento. Devo dire però che esso è veramente finito. Si incontra ora in Siberia un numero rilevante di ex-deportati liberi. E' un argomento, questo, troppo importante per liquidarlo in poche righe. Accenniamo però che una parte notevole di quegli ex-deportati, dopo la riabilitazione, è ritornata indietro, ed ha fornito sostegno alla politica (W Kruscev. Ma un buon mimerò, non adattandosi più a rientrare nella vecchia vita, è rimasto qui ad ingrossare la popolazione stabile, confondendosi con le nuove leve dei tecnici e degli operai che affluiscono dall'Europa ; se ne incontrano spesso nelle fabbriche e nei cantieri. L'Estremo Oriente asiatico comincia a sentirsi a Irkutsk nella maggiore vivacità dei colori, ed anche in un respiro più aperto ohe avverto negli animi. Miste agli edifici nuovi, esistono ancora le vecchie case di legno della città siberiana, ed alcune sono molto belle. E' un sollievo per me, giacché questa è l'unica forma d'arte esistente in Siberia, imtnenso territorio del tutto privo della dimensione artistica se si eccettua un po' di folklore e qualche residuo archeologico restituito dopo molti millenni da sepolcri di gelo dove si è conservato nelle steppe deserte. Molte di quelle case di legno, scolpite e policrome, e con varianti di stile da un luogo all'altro, saranno conservate. A Irkutsk, per la prima, volta in Siberia, vedo campeggiare una chiesa in posizione dominante: una chiesa fine Ottocento, stile russo generico, con le cupole a cipolla multicolori; ricca però di icone, di argenti e di dorature, e ben tenuta come tutte le chiese ortodosse che ho visto. Il pope, che mi viene subito incontro, mi dice che alle funzioni accorrono tanti fedeli che la chiesa non li contiene; gli chiedo se vengano anche persone giovani, egli risponde: < Molte ». Come si vede anche l'Unione Sovietica, ed anche la Siberia se ripensiamo a Sverdlovsk e a Novosibirsk, è abbastanza diversificata, il panorama cambia appena si entra in un quadro più antico, ed il tema del sentimento religioso è tra quelli che conviene trattare con più prudenza senza fermarsi alle prime apparenze. Vi è poi un altro motivo per cui la città di Irkutsk, come la vedo, è piena di movimento. Eisenhower doveva sostare proprio a Irkutsk e al Lago Baikal. La città, per la visita, era rimessa a nuovo. Chiusi e in rifacimento i due principali alberghi, e due piani su tre del terzo, dove ho preso alloggio; in rifacimento le strade e le principali botteghe; s'imbiancano le facciate, si verniciano a colori freschi quando sono di legno. Annullata la risita, i lavori continuano. E' un'occasione che serve a mettere a posto quello che, secondo i piani, dovrà essere il centro turistico della Siberia. E' infatti la prima città del mio giro in cui la natura siberiana irrompe in modo irresistibile. Irrompe col fiume Angarà, tipico fiume sibcriano, il più bello, giacché l'Amur è già- nell'Estremo Oriente; immenso, per metà ancora ghiacciato, e dove il ghiaccio è sciolto invaso da una corrente veloce, azzurro chiara, marezzata, con prospettive di foresta a perdita, d'occhio intervallate da chiazze di terra gialla. Devo forse ad Eisenhower se ho potuto conoscere, nella vita di questi luoghi, "spetti me- I no consueti di quelli abitualmente presentati ai turisti. La gita al Lago Baikal è di prammatica, ni a la macchina non si dirige verso la rivo occidentale, la più nota ai turisti e certamente la più bella, sulla quale Eisenhoxoer avrebbe dovuto passare una giornata di riposo. Chi mi accompagna non ne spiega il motivo, cosa del resto abituale; l'informazione come fine a se stessa in fondo è ritenuta superflua anche nei racconti privati. Mi è facile però supporre che i duecento chilometri di strada siano anch'essi sconvolti, invasi dalle macchine e dagli operai che li stanno mettendo a nuovo. Mi conducono dunque a un villaggio di pescatori dalla parte orientale ed in complesso credo di avere fatto un buon cambio. Prima, chilometri e chilometri di foresta disabitata; scenari di betulle che, ancora invernali, nel fondo scuro degli abeti, con i loro tronchi bianchi sembrano alberi bruciati, ossari; ma nell'insieme un paesaggio pacifico, sotto i vapori delle nu hi. In fondo alla strada, il Baikal, luccicante, foreste e rupi, bianco e azzurro freddo senza altri colori, perché anche la foresta di lontano diventa azzurra, la superficie rotta di specchi e crepacci annuncianti il disgelo. Questo luogo, che vedo cupo ma, da quanto mi dicono, diventa gaio in piena estate, ha rifornito il patrimonio di leggende della Siberia e la sua poesia popolare; la leggenda lo raffigura come un vecchio nume geloso della figlia Angarà, che fuggendo è diventata fiume. Ed è un lago paradossale, un vero mare interno, largo dai 27 ni 70 chilometri, lungo 800, con acque che raggiungono i 1700 metri di profondità, investito dagli uragani, popolato da pesci oceanici o stravaganti. Uno, chiamato golomianka, grasso, piccolo e non mangiabile, ha la specialità di partorire pesci vivi e non uova, benché sia un vero pesce e non un mammifero; è trasparente come gli orologi di vetro che mostrano il meccanismo interno e perciò sembra una lisca natante. Pure l'acqua è dolce e purissima, perché, su queste rive, le industrie sono trascurabili e piccoli i centri abitati. Sembra incredibile, ma qui ho bevuto il primo bicchiere d'acqua naturale da quando sono nell'Unione Sovietica. Nelle città l'acqua naturale è imbevibile, e tutti usano quella minerale, molto abbondante. Mi fermo a un villaggio, Kulbuk, di intatto stile siberiano, di casette di legno ma semplici e non ornate; uno dei sette kolkos di pescatori posti sulle rive del lago. Il presidente è un giovane di SI anni, che potrebbe essere italiano. E' smilzo, vivace, un po' moscardino, cioè un personaggio inconsueto tra quelli che incontro in Siberia. Il suo autore favorito è Ibsen; si entusiasma di Casa di bambola e di Edda Gabler. Lo sfondo del lago Baikal è davvero ibseniano, ma trovare un appassionato di Ibsen in un villaggio solitario della Siberia mi sembra un po' curioso. Forse però quella passione gli è venuta dal Baltico. Il presidente infatti spera d'essere fidanzato e, iiiiiiiiiniimi! imiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiimii non essendone sicuro, vive in agitazione. La ragazza che ama abita a Riga, a migliaia e migliaia di chilometri di distanza, e lavora alla radio. Vorrebbe, per sposarlo, che andasse lui a , Riga; il giovane ama il suo lago, e vorrebbe l'opposto. L'ha veduta per l'ultima volta due anni fa; le scrive, è il suo pensiero fisso. Penso che anche l'educazione ibseniana provenga da ciucila fonte. Finirà per cedere luit O accetterà la ragazza di Riga di tramutarsi in pescatrice in un villaggio siberiano fuori del mondo? In cerchio discutiamo questo argomento, con divagazioni (ibseniane) sul carattere e la psicologia femminile, e la fotografia della ragazza, irrimediabilmente cittadina, davanti agli occhi. Ognuno è chiamato a dare un giudizio e a fare le sue previsioni. Questi amori a distanza, e questo genere di problemi vissuti (il pescatore siberiano, la ragazza di città europea) mi fanno sentire una volta di più quale fondo di romanticismo, nell'antico sen j del termine, esista anche in terra russa. Ritengo che di qui verrà, e non certo dagli ideologi, una mmi'i letteratura. Nelle mitra riunione, non si parU, i^.o d'amore. Il giovane è un buon presidente e mi spiega come funziona la pesca sul lago Baikal. Si usano anche qui le reti di fibra sintetica, che si dispongono in quadrato, vicino alla riva, dove l'acqua è meno profonda, lasciando una apertura, per l'entrata del branco; nella parte settentrionale, si pesca anche sotto ghiaccio. Quale pesce, lo vedremo a tavola. A pesca ultimata, prima di tornare a casa, le barche passano a deporre quasi tutto il pescato all'industria statale che sorge anch'essa sulle rive del lago, perché sia affumicato, messo in frigorifero, ecc.; il ricavato è poi diviso dalla cooperativa. Le reti danno qualche volta sorprese. Per esempio, vi si trova un orso, non grande come quelli che nascono più ad oriente, ma sempre di soo chili, sceso per pescare anche lui e rimasto impigliato; cerca di salire in barca e lo si deve abbattere a colpi di accetta. Oppure una capra selvatica. La carne dell'orso è apprezzata perché si attribuiscono ad essa qualità energetiche. Vi è anche la caccia alle foche, che il lago ospita in buon numero. La foresta, oltre il lago, dà alimento al villaggio, con la sua grande abbondanza di fragole e funghi. I discorsi si svolgono nella casetta di una donna nubile, anziana, scelta per ospitarci. Dev'essere stata graziosa; occhi azzurri, calze di lana, sottane corte da bambina secondo l'uso siberiano; ascolta i discorsi del giovane con un'ironia discreta. Fa quadretti a ricamo, che appende ai muri, la casetta illuminata sulla neve con sopra la luna e le stelle. Ci prepara la colazione presso la grande stufa: la cucina della Siberia è qualche volta raffinata, i contadini e i pescatori certo cucinano meglio dei ristoranti. I piatti di contorno sono i maccheroni al formaggio, simili agli italiani, la ricotta con panna, gli involtini di carni varie tritate insieme in foglie di cavolo, le uova fritte ed il miele da mangiare su una pasta dolce simile ai nostri maritozzi. Ma la parte forte del pasto è fatta dai pesci del lago: lo tharivus». somiglinnte alla trota, in padella, e l'<omul->, servito in due edizioni, prima in brodetto; poi arrostito e farcito di carne. I ricchi del villaggio non sono però i pescatori, ma i cacciatori di pellicce, specialmente di zibellini Se fossi venuto più presto, avrei potuto scorrazzare sul centro del lago in macchina o sulla < troika », come si fa nelle feste invernali; ora il disgelo lo sconsiglia. In compenso andiamo a vedere uno dei luoghi dove si cacciano gli zibellini; una gola boscosa con pendici erte che circondano una cascatella ghiacciata. Introvabile invece il più famoso cacciatore di zibellini della zona. Essendo in riposo a questa stagione, ha deciso di « fare il ponte-», fra tre feste consecutive, sedendo ininterrottamente a banchetto per quindici o sedici giorni, benché alìbia' 61 anni. Giacché siamo al settimo giorno, non è strano che sia introvabile. Questi enormi banchetti collettivi sono ancora caratteristici della campagna russa. Nei matrimoni siberiani il banchetto dei genitori della sposa è un antipasto di due giorni, lo stesso quello successivo dei genitori dello sposo, ed il pranzo di nozzevero dura tra i cinque giorni e i sei. Le usanze conviviali e il cibo rimangono fondamene tali nella vita sovietica; l'essere debole di stomaco, nel mangiare e nel bere, può 'essere un inconveniente grave e quasi una pecca sociale. Guido Piovene

Persone citate: Edda Gabler, Eisenhower, Ibsen, Kruscev