Mille scienziati americani lavorano nel più grande centro medico del mondo

Mille scienziati americani lavorano nel più grande centro medico del mondo Visita agii ''istituti nazionaii di Sanità99 di Bivthesda Mille scienziati americani lavorano nel più grande centro medico del mondo Cliniche e laboratori occupano venti colossali ed.iif.ci, impiegano 7 mila tecnici; il lavoro continua giorno e notte - Qui sono state vinte malattie temibili: anche una forma di cancro (Nostro servizio particolare) Bethesda, giugno. Il visitatore che arriva in mezz'ora da Washington a Bethesda, dopo aver comunicato all'autista la semplice sigla N.I.H. {National Institutes of Health, «Istituti nazionali di Sanità >), rischia di trovarsi in imbarazzo sin dal principio: poiché la macchina si ferma all'ingresso d'un viale dalle molte diramazioni, e l'occhio spazia su una vasta cittadina, soffermandosi via via su venti e più colossali edifici. Se all'uomo che vi guarda con aria interrogativa ripetete la magica sigla quello s'illumina e vi dice, mentre la sua mano percorre un semicerchio: «E' tutto questo, signore: mi spieghi ora lei a quale istituto, laboratorio o centro di ricerca è diretto ». Ottomila persone — apprenderò più tardi — lavorano in permanenza in questo superente dal molti corpi, che dirige e controlla ogni ricerca o iniziativa volta a migliorare la salute dei cittadini americani (e, per riflesso, quella di tutti noi, visto che le scoperte e le innovazioni medico-sanitarie non sono segreti atomici); di costoro, oltre mille sono laureati, e variamente specializzati. Al N.I.H. danno il meglio del loro cervello, come è facile immaginare, diversi scienziati di fama mondiale. Per tfovare una persona in questa immersa città del sapere occorre rivolgersi all'amministratone, edificio 1, pianterreno. Ma è sperabile che colui che cercate non si chiami — supponiamo — James Smith, o con un altro nome non eccezionale: poiché altrimenti la gentile segretaria vi farà osservare, registri alla mano, che di persone con quel nome, negli istituti di Bethesda, ce ne sono parecchie. < Vuole lo Smith degli isotopi 0 quello dell'artrite? Quello delle ricerche neurologiche o quello delle malattie infettive?... Sa, qui è un po' complicato, con 5000 numeri telefonici... ». K sorride, scuotendo il capo. E' quasi un peccato che per descrivere a larghi tratti una istituzione come questa non si possa fare a meno di citare delle cifre: ma soltanto le cifre possono dare un'idea, sia pur semplicemente quàntitati va, della sua importanza, mentre della qualità del lavoro fanno fede le Innumerevoli pubblicazioni, le incessanti innovazioni nei più vari settori delle scienze mediche, e le frequenti, più o meno sensazionali scoperte. Como ente nazionale, l'istituto he appena trent'anni, e si è stabilito su! terreni di Bethesda — generosamente donati dagli ex proprietari Wilson — soltantp nel 1938. Anno per anno, sono sorti nuovi edifici, aumentati gli Impegni, cresciuti i reparti, arricchite le dotazioni strumentali. Oggi Bethesda è come un colossale complesso di operosi alveari: istituto per le ricerche neurologiche, istituto per la salute mentale, istituto del cancro, istituto per lo studio dell'artrite e delle malattie metaboliche, istituto dell'allergia, istituto del cuore, istituto per la ricerca dentaria, divisione generale delle scienze mediche, divisione degli « standards » biologici, centro clinico, dire zlone dei servizi di ricerca, divisione degli stanziamenti e borse di studio... Si: per la concessione di fondi a Università, laboratori e singoli ricercatori c'è addirittura una divisione. Nel 195B sono state assegnate 9166 borse nell'ambito di più di 730 istituti non governativi. Vero è che i N.I.H., per conto loro, stanno portando avanti contemporaneamente circa 1400 diversi progetti di ricerca, nelle centinaia di laboratori ope ranti giorno e notte a Bethesda. Sulle somme impegnate o distribuite si mantiene, sembra, un certo riserbo: ma il bilancio globale del N.I.H. supera Indubbiamente quello di certi Stati: basti pensare che l'istituto per la salute mentale distribuisce ogni anno alcuni milioni di dollari per le sole ricerche relative agli psicofarmaci. Sotto la guida alternata di due eminenti scienziati — il dottor Witkop e il dottor Axel rod — ho visitato diversi re parti, e preso contatto con qualche aspetto dell'organizzazione (di più non si può fare, se non ci si trattiene a Bethesda almeno una settimana 1 N.I.H. sono, beninteso, una grande unità auto-contenuta, nella quale si potrebbe, a ri gore, vivere per anni, usu fruendo delle più varie « com modities»; dai servizi di risto rante' alla lavanderia, dalle bi blioteche al cinematografo, dal la lettura di giornali e periodici agli esercizi sportivi. Ma molti ricercatori vivono a Bethesda o nei dintorni, che sono ricchi di boschi e di villette alcuni addirittura a Washington. Il contro è Aero, oltre che della sua potenza organizzati va e finanziaria, di ciò che ha ottenuto e sta ottenendo in sede scientifica. Tra i risultati acquisiti e più salienti basterà ricordare: il siero e il vaccino contro la cosiddetta « febbre delle Montagne Rocciose»; la sconfitta chemioterapica' di uno speciale tipo di cancro, il coriocarclnoma; lo sviluppo dì una tecnica per scoprire particolari anormalità del cuore; la scoperta e la definizione ù! diverse malattie, come l'aribo(lavinosi, la polmonite della Louisiana, la Rlckettsfasi... Ma i < punti d'arrivo » sono solo un aspetto — anche se il più eloquente e confortante — del lavoro dei N.I.H. Ciò che soprattutto impressiona è la costanza e la vastità delle ricerche in corso, sono 1 lenti ma sicuri progressi particolari di ogni giorno. Prenderò come esempio, perché più attinente ai miei specifici interessi, ciò che si fa nell'Istituto nazionale della salute mentale, che occupa un formidabile complesso edilizio a ferro di cavallo, contrassegnato con il numero 9. Nei suoi laboratori si perseguono ricerche fisiologiche, farmacologiche e biochimiche, indagini psicologiche e psichiatriche, studi clinici sulla schizofrenia nei suol vari aspetti, investigazioni sul bambini dal comportamento anormale, sul disturbi psicosomatici, sulla delinquenza giovanile, sulla sensibilità, sull'alcoolismo, sulle tossicomanie. Gli argomenti per il cui studio l'istituto concede generosi aiuti riguardano la neurofisiologia, la neuroanatomia, la biochimica, la psicologia clinica e la psichiatria. Superfluo aggiungere che nell'istituto stesso vi sono repartipilota per tutte queste indagini. In uno solo di questi reparti, circa quindici pazienti schizofrenici, accuratamente scelti fra molte migliala, ricevono le cure più moderne, e vengono in pari tempo- studiati, con una minuziosità che non sarebbe assolutamente possìbile in un comune reparto psichiatrico, dai punti di vista medico generale, comportamentale, biologico, psicologico, dietetico, metabolico. Con le debite precauzioni, e per brevi periodi, vengono sperimentati su questi pazienti nuovi promettenti metodi di cura. Questo grande « esperimento » è tuttora in corso. Esso ha già servito a sfatare alcune interpretazioni alquanto unilaterali relative alla-schizofrenia, e e porre il problema su basi biopsicologiche più generali e più sicure. L'istituto favorisce soprattutto, e con buon fondamento, la collaborazione tra le varie discipline, essendo ormai chiaro agli spiriti più illuminati che le vie per la comprensione e per la cura dei disturbi mentali sono diverse, e non necessariamente In opposizione fra loro. I dirìgenti del National Institute of Mental Health — primo tra 1 quali il celebre Seymour Kety — sentono tutto il peso della loro responsabilità. < Pensi — mi diceva uno di loro — che abbiamo in questo momento, negli Stati Uniti, oltre 600.000 persone ricoverate in ospedali psichiatrici, per non parlare degli individui curati ambulatoriamente, e dell'enorme quantità di psiconevrotici, di alcolizzati, di anormali del carattere, che vengono curati solo in piccola parte. Il numero degli specialisti non è sufficiente, quello dei soggetti che ne avrebbero bisogno è in continuo aumento. Ecco perché dedichiamo tanto tempo, tanta energia, tanto denaro alla salute mentale. E' un problema grave, importante, indilazionabile ». La ristrettezza del tempo mi consente solo di percorrere frettolosamente lunghi corridoi, di dare occhiate rapide ai microscopi elettronici, all'Univac che fa calcoli astronomici in tre minuti, ai generatori di particelle subatomiche, alle macchine ultracentrifughe che separano le parti che compongono l'unità cellulare. Per spiegarmi una ricerca in corso, il dottor MacDonald deve lasciare la sua stanza di lavoro; insinua un < ordine» scritto in una calcolatrice elettronica, preme un tasto, e mi prende sottobraccio. Mentre varco la porta, vedo con la coda dell'occhio Indicatori che lampeggiano, sfere che girano... La macchina sta « eseguendo > il comando dello scienziato. Il sole volge al tramonto quando esco d». Bethesda. Sciamano centinaia di uomini e di donne verso i grandi parcheggi di macchine. Le cifre elttmaiclmclcd e le considerazioni relative alla lotta contro i disturbi mentali in America mi hanno singolarmente colpito, reso edotto della reale potenza del nemico: di «uno», in verità, fra 1 tanti nemici — cancro, artrite, cardiopatie, malattie infettive — contro cui è mobilitata la scienza umana, e contro cui si erge, poderosa, la cittadella dì Bethesda. Ma mi . confortano altre parole, che leggo in testa a un opuscolo datomi da Witkop all'ultimo momento: < 3ul principio di questo secolo, ogni neonato negli Stati Uniti aveva una vita probabile di 47 anni. Oggi la vita media individuale è' di 70. Una delle ragioni di questo risultato è il progresso della scienza medica ». Le nostre speranze nel domani si fondano, per buona sorte, anche su queste certezze. Emilio Servadio

Persone citate: Emilio Servadio, James Smith, Macdonald

Luoghi citati: America, Bethesda, Como, Louisiana, Stati Uniti, Washington