Società che nascono e che si sfanno
Società che nascono e che si sfanno / NARRATORI STRANIERI Società che nascono e che si sfanno Francis Scott Fitzgerald: 28 racconti - Simone de Beauvoir: Memorie di una ragazza perbene - Evelyn Waugh: Amore tra le rovine Accade che uno scrittore, per motivi intrinseci o contingenti, diventi quasi lo specchio di una generazione, indipendentemente dai valori autentici della sud. i opera: valori che spesso verj ranno scoperti più tardi, decantandoli datili elementi transitori ed occasionali di una celebrità anche vistosa. E' ciò che sta avvenendo per Francis Scott Fitzgerald. Dopo l'effimero splendore di una eccezionale carriera letteraria e mondana, fu letteralmente inghiottito da un vortice: ed ora, a vent'anni dalla sua morte, viene considerato a ragione uno dei più importanti scrittori americani del nostro secolo. Il critico Maleolm Cowley ha scelto e disposto in un ordine rigoroso, non tanto dal punto di vista della cronologia quanto da quello di una linea di sviluppo interiore, 28 Racconti, (Ed. Mondadori) fra gli oltre centosessanta scritti da Fitzgerald tra il 1920 ed il 1940, in modo da tracciare la sua storia intima, ed insieme ricostruire una storia, sia pure non ufficiale, di due decenni di vita americana. O meglio, la storia di un solo decei nio, con le sue lunghe ripercussioni: quel decennio dal venti al trenta, che sembra oggi, nel rapidissimo evolversi del costume, già leggendario, ed ha anche un nome, inventato appunto da Fitzgerald, «l'età del Jazz>. Divisi in quattro sezioni, che corrispondono alle tappe della carriera letteraria dello scrittore, questi ventotto racconti costituiscono dunque da un la/to una sottile autobiografìa, e dall'altro un vivido quadro di un'epoca: perché egli fu veramente l'eroe, e insieme la vittima del suo tempo. L'eroe cioè della rivolta, in nome del la libertà contro gli schemi del passato: la rivolta che fu bandita in quegli anni da lui e dagli altri scrittori giovani i Dos Passos, i Mencken, gli Hemingway, in mezzo ai clan- gori del charleston e alle spet- tacolose feste dei milionari, e che fu poi proclamata lettera- riamente a Farigi, dal gruppo di intellettuali raccolti intorno a Gertrude Stein. Ma per Fitzgerald i colori brillanti della fantastica avventura non tardarono ad offuscarsi. C'è su di lui, fin dall'inizio, come un'ombra di tragedia. E nasce di li, senza dubbio, la ragione della sua poesia. Tutte le storie che racconta hanno, come egli stesso avvertiva, un segno misterioso di disastro. Le sue belle e giovani creature vanno tutte in rovina; la montagna di diamanti esplode e in mano ai superstiti non resta che un pugno di gioielli falsi; e i suoi milionari sono belli e dannati. Anzi, a poco a poco, di racconto in racconto, ci accorgiamo che non sono neppure più belli; sono soltanto dannati. Come Fitzgerald stesso, ridotto a quarantanni a scrivere per Hollywood scene.,^latur'.' male accolte dai produttori, spettro irriconoscibile dello splendido giovane ohe aveva dato le più favolose feste d'America, accanto alla bellissima moglie, precipitata anche lei nei gorghi della malattia e della demenza. Eppure, non a torto il Cowley conclude la sua acuta premessa a questi racconti, opponendo alla consueta rappresentazione di una straordinaria carriera umana, sbilanciata fra 1 primi sfolgoranti successi ed il fallimento degli ultimi anni, una ben diversa interpretazione. Ci fu, indubbiamente, una catarsi: e se a lungo Fitzgerald era stato il glorificatore romantico e deluso del mondo della sua giovinezza, disperatamente rivolto verso 11 suo passato favoloso, emerge tuttavia dagli ultimi racconti il volto di un uomo segnato dal dolore di una vita sbagliata, ma che ha ritrovato una sua intima dignità, lot tando contro lo sconfitta e riportando infine un suo segre to trionfo, di carattere squisi tamente morale. Ed è interessante accostare a questa autobiografia mascherata, l'esplicito racconto, In prima persona, della propria | infanzia e adolescenza, che Simone de Beauvoir ha intitolato Memorie di una ragazza perbene (ediz. Einaudi): il cui interesse va tuttavia assai più in là di quella che può essere la storia di una formazione psicologica e morale, attraverso una rivolta contro l'am- biente meschino dell'alta borghesia francese dei primi anni del nostro secolo, e la conqulsta di una libertà intellettuale che conceda l'affermazione di una personalità prepotente. Poiché è l'ambiente stesso che diventa il vero protagonista: così che l'autobiografia sfocia in un saggio di costume. E' il racconto del declino di una società, dell'appassirsi di un certo ide&ie di vita, non dissimile da quello contro cui si ribellavano freneticamente i giovani americani reduci dai campi di battaglia dell'Europa, nell'età del jazz. Sennonché, qui la ribellione ha un carattere eminentemente intellettuale: si vogliono cancellare tutte le idee ricevute e ricominciare da capo per costruire un mondo nuovo e totalmente diverso. Ma quale mondo? Forge quello che, con il suo sarcastico sorriso velato di malinconia, Evelyn Waugh rappresenta nella prima delle novelle raccolte nel volume Amore tra le rovine (edlz. Bompiani): e che è appunto un racconto immaginario del prossimo futuro immerso In un'atmosfera di fantascienza spaventosamente raziocinante. Ma negli altri racconti, lasciando simbolismi e fumose costruzioni della paura, Waugh ci riconduce ad una schietta rappresentazione dell'umanità: stramba e grottesca ed assurda fin che si vuole, ma ricca di tutto un contrappunto sentimentale ed ironico. E nella stessa varietà degli ingredienti, è possibile estrarre, da questa raccolta di piacevolissime storie moderne, il sapore amarognolo e talora piccante della verità. a. gr.
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