Cento donne alpiniste italiane e straniere scaleranno insieme il Monte Rosa in due giorni

Cento donne alpiniste italiane e straniere scaleranno insieme il Monte Rosa in due giorni La spedizione è organizzata da un giornalista unico uomo della comitiva Cento donne alpiniste italiane e straniere scaleranno insieme il Monte Rosa in due giorni Tra il 26 ed il 27 luglio devono raggiungere la punta Gnifetti a quotn 4559 - Cordate di tre elementi ciascuna • Tutte le sezioni del Club Alpino Italiano hanno inviato le loro migliori rappresentanti (Dal nostro inviato speciale) Gressoney la Trlnité, 6 giugno Il 26 e 27 luglio accadrà qualcosa che da mesi fa parlare il mondo alpinistico internazionale. Cento donne, suddivise in varie decine di cordate, scaleranno simultaneamente il monte Rosa. Partendo da Gressoney la Trinité, con una marcia d'una dozzina di ore compiuta in due tappe, raggiungeranno la punta Gnifetti a quota 4559 metri. Non sono molte le donne appassionate di montagna, o che comunque si cimentino con le alte vette. Maggiore è dunque il merito d'averne trovato oltre un centinaio disposte ad arrampicarsi sul monte Rosa. L'idea e l'organizzazione della eccezionale impresa 'sportiva femminile è del giornalista e scrittore di montagna Fulvio Campiotti, che nelle sezioni del Cai di Menaggio, di Gressoney e di Varallo Sesia ha trovato la collaborazione necessaria a fiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii trasformare l'idea in un progetto già in fase d'esecuzioneFulvio Campiotti pensò alla contemporanea scalata di cento donne sul monte Rosa come reazione al funesto esito della spedizione femminile che nell'autunno scorso tentò la con tCsPmmquista del colosso imalaiano j Ciò-Oyu, a 8150 metri. In una \ furiosa tempesta di neve, due ; delle sue componenti vi persero la vita: la belga Claudine Van Der Stratten e la francese Claude Kogan che guidava l'impresa. La parigina Claude Kogan era considerata « la più alta donna del mondo », non per la sua statura che era quella d'una creatura esile e minuscola^ ma perché nel '54, con la guida svizzera Raymond Lambert, era- giunta a 450 metri dal Ciò-Oyu, la sesta.montagna del mondo in ordine di altezza, fermandosi a quota 7700. La catastrofica fine della spedizione capeggiata dalla Kogan nel '59 fu dovuta a fa- iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiuiiiiiiiiiiiiiiiii talità, e infondate parvero a Campiotti le accuse rivolte all'organizzatrice, forse per il solo fatto che la spedizione era interamente formata di donne. Progettando una scalata simultanea di cento donne sul monte Rosa, tanto per comin efare, e attuandola, egli intende dimostrare con i fatti che le accuse sono ingiuste, e si ri promette anche di onorare la memoria delle due donne cadute non per incapacità ma per un evento sfortunato. L'ascensione alla punta Gnifetti non presenta difficoltà tecniche da esigere una preparazione da fuoriclasse. Tuttavia, come ogni impresa di montagna, è soggetta alle incognite delle mutevoli condizioni del tempo, alle quali devono aggiungersi gli ostacoli della altitudine e del lungo percorso. Da Gressoney la vetta è raggiungibile in dieci-dodici ore, per alpinisti di media efficienza, e prudentemente sono iiiiiiiiiiiiiiiiiiiititiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiia sfate infatti preventivate due giornate di marcia, con una tappa intermedia. Si noti comunque che le partecipanti sono tutt'altro che alla loro prima scalata. Sono quasi tutte provette alpiniste, e molte di esse hanno al loro attivo il Rosa, il Cervino, il Bianco, il Bernina, la Marmolada, l'Ortles, l'Adamello, il Gran Paradiso, e via dicendo. Tutte le sezioni del Cai hanno mandato le loro rappresentanti; e ad esse si sono unite numerose alpiniste straniere, le quali daranno all'impresa una più prestigiosa impronta d'internazionalità. Tutte le precauzioni sono state prese non soltanto per yarantire il successo a questa imponente scalata collettiva, ma soprattutto per dare ad ogni partecipante il massimo di sicurezza col minimo d'inconvenienti. L'agguerrito battaglione di cento alpiniste sarà suddiviso in cordate di tre elementi ciascuna, e a capo di ognuna di esse sarà una scalatrice di provata capacità ed esperienza. La cordata, di testa sarà formata da alpiniste di Gressoney, e precisamente da Luciana Bourcet-Bettaz, che aprirà la marcia della lunga cotenna, Ercolina Viquery e Marisa Vayrus. Questa prima cordata avrà anche il compito di piantare lungo la salita del ghiacciaio del Lys le cinquecento bandierine rosse per segnare la pista e le cinquanta bandierine gialle per segnalare i crepacci. In tal modo, anche in caso d'improvvisa nebbia la via del ritorno sarà assicurata. La cordata di coda sarà in vece formata dàlie alpiniste Luigina Potetti, Annamaria Gianello e Franca scaglia del Cai di Varallo Sesia. Campiot ti si terrà al centro della colonna, e sarà l'unico uomo del la spedizione. Ma non sarà che un componente della cordata, della quale farà anche parte la giovane alpinista milanese Rosanna Saibene, e che avrà a capo la ventunenne Marisa Vittoria Battistella, una bella ragazza varesina che s'arrampica come un camoscetto, ma che tuttavia deve principalmente la sua notorietà all'aver partecipato al Musichiere. Sabato venturo, al pomeriggio, le capocordate si riuniranno in un salone del museo della scienza a Milano, dove Fulvio Campioni terrà un rapporto e illustrerà le direttive di marcia. Il 25 luglio avverrà, pure a Milano, la riunione di partenza. Da piazza del Duomo le cento alpiniste raggiungeranno in pullman Gressoney. Il mattino successivo avrà inizio la marcia d'avvicinamento. Da Gressoney (organizzazione del Cai locale) si recheranno in seggiovia a punta Jolanda, e quindi lungo i fianchi del Rosa si snoderà la lunga fila delle alpiniste. Passeranno la notte alla capanna Gnifetti, S647 metri (organizzazione del Cai di Varallo). La mattina del 27 si formeranno le cordate se condo il piano già predisposto, e avrà inizio la scalata vera e propria. Le cordate partiranno a gruppi di cinque, con cinque minuti di distacco fra un grup po e l'altro. Al colle del Lys, 4200 metri, vi saranno due tende, uno addetta all'infermeria e una al servizio dì ristoro. Ogni'gruppo dì cordate ripo sera fino all'arrivo del gruppo successivo. Per guadagnare tempo ed evitare ingorghi, al colle Gnifetti le cordate rag giungeranno la cima lungo una pista e ne scenderanno lungo un'altra, secondo trac ciati preparati in precedenza sulla paretina finale. Sosta di dieci minuti, e senza invertire l'ordine di marcia la colonna proseguirà per la capanna Gnifetti, dove le cordate saranno sciolte. Saranno mobilitati medici, infermieri, guide alpine, imponenti mezzi di soccorso. Funzioneranno apparecchi radio portatili trasmittenti e rice¬ venti, con l'intervento della scuola militare alpina di Ao sta. L'Ordine di Malta metterà a disposizione un elicottero. Misure che non potevano esser trascurate, ma che la perfetta organizzazione lascerà certamente inoperose. Giuseppe Farad

Luoghi citati: Menaggio, Milano, Varallo