I comunisti abbandonano l'aula per un incidente tra Leone e Pajetta

I comunisti abbandonano l'aula per un incidente tra Leone e Pajetta Tumulti a Montecitorio per il comizio sciolto dalla polizia a Bologna I comunisti abbandonano l'aula per un incidente tra Leone e Pajetta II Presidente della Camera reagisce ad un'interruzione insolente del deputato esclamando: "La finisca di fare il cialtrone,, L'estrema sinistra si alza vociando e s'allontana - Violenti scambi di ingiurie tra i parlamentari durante le dichiarazioni del Ministro degli Interni -1 comunisti non si sono poi presentati alla riunione dei capi-gruppo dei vari partiti a (Nostro servizio particolare) Roma, 1 giugno. Come già al Senato, anche alla Camera le interpellanze sui fatti di Bologna (dove la polizia interruppe un comizio dell'on. Pajetta) hanno provocato tumulti gravi. Non c'è stata, come a Palazzo Madama, la zuffa generale fra uomini di estrema sinistra e di estrema destra che portò alla invasione dell'emiciclo e costrinse i commessi ad adoperare tutta la forza delle loro braccia per frenare l'irruenza dei comunisti. In cambio oggi a Montecitorio le ingiurie scambiate sono state molto più gravi e la vivacità dell'incidente ha indotto i comunisti ad abbandonare l'aula, che, all'inizio della seduta era quasi deserta, ma che si è poi andata affollando quando l'atmosfera sì è riscaldata. Prendeva per primo la parola il comunista Color. "ii, ricordando che la polizia ^treosse e ferì l'on. Bottonelli — tuttora ricoverato in clinica — e sostenendo che la polizia commise un arbitrio quando impedì a Giancarlo Pajetta di continuare il suo discorso. « L'azione della polizia — egli ha detto — rappresentò un atto d'intimidazione verso 1 comunisti compiuto per far piacere ai neofascisti che appoggiano il governo ». Analoghe considerazioni sono state esposte dal socialista Valori, il quale ha sottolineato la < involuzione reazionaria del governo > e ha detto che i prefetti di diverse province hanno ammonito 1 partiti di sinistra a non disturbare i comizi del movimento sociale e che in Puglia, durante la visita del presidente del Consìglio, sono stati sequestrati tutti ì manifesti preparati dalle sinistre. < Legittimo è il sospetto — ha detto l'on. Valori — che il governo si prepari ad ulteriori limitazioni della libertà di espressione del partiti d'opposizione ». , I primi tumulti sono nati quando ha preso' la parola il ministro dell'Interno, Spataro, per ricordare — come aveva già fatto a Palazzo Madama — che il comizio di Pajetta venne interrotto a causa delle accuse rivolte ad Eisenhower e itsimvtrM< ccms(crcdsvhtpnmdmliusrml'vstmmrmmntrdsMrsrss à i l , a a a e r e al presidente del Consiglio italiano. A questo punto 1 missini hanno cominciato a mormorare e Montanari (pei), rivolgendosi all'ori. Leccisl, il trafugatore della salma di Mussolini, gli ha gridato: < Beccamorto... hai il ministro che fa per te >. Spataro ha proseguito ricordando che molti altri comizi delle sinistre si sono svolti regolarmente in Emilia (« merito nostro > — dicono l comunisti) e che Pajetta si rifiutò di < attenersi al tema », come gli era stato consigliato dal commissario di polizia. « Questo è troppo... Lei insulta i parlamentari... Ma ci vuole prendere in giro? » — hanno urlato Giuliano Pajetta e Calarso, obbligando il presidente Leone a dire: « Se non la smettete, pregherò il ministro di non concludere il discorso >. Passando a parlare d'un comizio del msi a Reggio Emi lia, l'on. Spataro ha detto che un gruppo di giovani comuni sti tentarono di attaccare l'o ratore e che sei persone ri masero ferite. Fra queste era l'on. Montanari che capitanava 1 giovani attivisti. A quo sto punto si è scatenato un tumulto generale, e per un momento è sembrato che i missini e i comunisti dovessero venire alle mani. I commessi entravano però nell'e miciclo, formando due cordo ni di sbarramento e i deputati di sinistra tornavano ai loro posti. Ma la calma è stata di breve durata. Ha preso poi la parola, in sed di replica, il comunista Montanari il quale ha deploralo che alla vigilia della festa del lavoratori venne autorizzato un comizio neofascista a Reggio Emilia, città in signita della medaglia d'oro alla Resistenza. «Si trattò — ha detto Mon tanari — d'una aperta- provo cazione; e la cittadinanza non poteva non' reagire, tan to più che era chiaro che il governo intendeva, piccarne la volontà antifascista. Persino il giornale della Curia ammi se che 1 missini, con il saluto romano e con gli "appelli al camerati " commisero un aperto atto di provocazione ». QsdvCPzBrqrcEzlacssqitldrlpt o a l a o o i n . Queste sue parole sono state spesso, punteggiate dalle urla di <puzzone» e «buffone» rivoltegli dai missini Servello e Cavazzini. Anche il socialdemocratico Preti ha addossato alla polizia la colpa degli incidenti di Bologna e ha riferito numerose testimonianze — fra cui quella di un. industriale — raccolte durante una sua inchiesta personale. Ha poi preso la parola il de Elkan, lamentando le speculazioni imbastite, anche in Parlamento, dalle sinistre. Ma aveva appena pronunciato poche parole, quando i comunisti hanno preso a rimbeccarlo. < Siete intolleranti come al solito — ha detto Elkan — qui come in piazza, perché interrompete continuamente?». «A noi sono gli squilli di tromba del commissario di polizia ad interromperci », ha detto Giuliano Pajetta che poi, rivolgendosi a Elkan, gli ha lanciato una violenta ingiuria. Credendo di aver sentito la parola « cialtrone », il presidente Leone ha detto a Pajetta: c La finisca lei di fare il cialtrone... ». « Io — ha precisato Pajetta — avevo chiamato l'on. Elkan " provocatore " e non cialtrone ». « Va bene, se lei non ha usato questa parola nei confronti dell'on. Elkan, vuol dire che neanche io l'ho adoperata nei suoi confronti », ha risposto Leone, 11 quale, poi, accorgendosi che tutti i comunisti erano in piedi, vociando, ha aggiunto: «Non vi conviene di cercare incidenti con il presidente ». Ancora una vòlta i commessi sono entrati nell'emiciclo, verso il quale stavano affluendo tutti i deputati comunisti che però si sono avviati verso le porte d'uscita, abbandonando la seduta in segno di protesta. ■ Subito dopo Elkan ha continuato, dicendo che gli attivisti di sinistra usano adesso una nuova tattica aggressiva, colpendo alcune particolari parti del corpo dei poliziotti, com'è provato dalle ferite riportate a Bologna da un agente. «Lei non è più un provoca¬ tdstnsm tore, è un fesso», gli ha gridato allora il socialista Castagno. Ma il deputato de ha proseguito affermando che duranr te le perquisizioni compiute nelle case di alcuni attivisti di sinistra furono rinvenute numerose armi, e ha mostrato le fotografie di queste armi. Ha parlato per ultimo l'indipendente Degli Occhi, uno dei quattro monarchici che appoggiano il governo, dicendo che l'intervento della forza pubblica avrebbe potuto essere meno violento e che non bisogna creare negli organi di polizia un senso di impunità che 11 potrebbe spingere ad abusi. L'incidente in aula tra l'on. Leone e l'on. Pajetta ha avuto un seguito, portando i comunisti a compiere un atto senza precedenti: i loro rappresentanti di gruppo non si sono recati dal presidente della Camera, che li aveva invitati a discutere il calendario dei lavori parlamentari e hanno snml3rinunciato a concretare il pas-1 nnos so, che avevano preannunciato nei giorni scorsi, per- fare in modo che il dibattito sui bilanci si concludesse entro il 30 giugno. e> a>

Luoghi citati: Bologna, Emilia, Puglia, Reggio, Reggio Emilia, Roma