Kruscev: "Dovremo invitare la Cina alla prossima conferenza al vertice,, di Alberto Ronchey

Kruscev: "Dovremo invitare la Cina alla prossima conferenza al vertice,, Discorso di tre ore sulla situazione mondiale "*» 1 Kruscev: "Dovremo invitare la Cina alla prossima conferenza al vertice,, Sprezzanti giudizi su Eisenhower e Nixon - "Aspettiamo l'elezione del nuovo Presidente americano,, - "Nessuna meraviglia se il convegno alla vetta non si farà,, - "Abbiamo sospeso la produzione di alcuni missili; i razzi non sono cetrioli che si possano mangiare,, - Un monito all'Italia (Dal nostro corrispondente) Mosca, 28 maggio. Kruscev ha dichiarato oggi che « sarebbe necessario invitare all'incontro al vertice, quando avrà luogo, anche i capi delle grandi potenze asiatiche, la cui indipendenza è recente, ma che sono ogni giorno più forti ». Ha citato tre paesi: Cina, India, Indonesia. « I quattro grandi — ha soggiunto — non possono risolvere da soli tutti i problemi ». E' questo il fatto nuovo più rilevante del discorso di oltre tre ore che Kruscev ha pronunciato oggi al Cremlino, dinanzi ad un'assemblea di « lavoratori d'assalto ». Con l'occasione, ha voluto riepilogare a suo modo le ragioni del fallimento della conferenza di Parigi e spingersi fino ad una analisi delle possibili prospettive. Il linguaggio del primo ministro è stato polemico e duro in larga misura, anche se nella sostanza ha espresso soprattutto attesa dell'esito delle elezioni americane. Secondo lui il convegno alla vetta dovrebbe svolgersi tra otto mesi. « Che cosa accadrà — si è domandato fra l'altro Kruscev — se la conferenza al vertice non si faràt Esprimeremo il nostro rammarico, ci rattristeremo ma non ci meraviglieremo. Diremo che gli americani non sono ancora maturi per regolare le condizioni della coesistenza pacifica, che peraltro è già un fatto reale, anche se si dovrebbe coesistere sulla base dell'amicizia, non sui coltelli. Noi speriamo che alla presidenza degli Stati Uniti sia eletto un uomo realista. Noi aspetteremo ciò. Dipende dal popolo americano. Aspetliamo con sangue freddo. Continueremo a chiedere un trattato di pace tedesco e la soluzione del problema di Berlino Ovest*. Sul presidente Eisenhower e sulla classe dirigente americana Kruscev ha detto: « Quando visitai gli Stati Uniti ricavai l'impressione che Eisenhower volesse la pace. A dire il vero, io credo che anche adesso il Presidente voglia la pace. Credo nelle sue buone intensioni. Però altra cosa so no le buone intenzioni ed altra cosa è la politica del governo degli Stati Uniti. La via dell'inferno è lastricata di buone intenzioni ed Eisenhower, seguendo questa via, finirà all'inferno (risate, applausi) La posizione del Presidente è difficile negli Stati Uniti. Io glielo dissi a Camp David: la sua situazione era diversa dalla mia. Io sono sostenuto dal partito e dal popolo unanime, mentre dietro le spalle di Eisenhower si muovevano personaggi che lo ostacolavano, gli impedivano di realizzare le sue intenzioni. Dissi già al ritorno dagli Stati Uniti che laggiù si manifestavano forze contrarie alla distenzione e che non si poteva sapere chi avrebbe vinto ». < Ci allarmarono in seguito i discorsi di Herter, Dilìon e Nixon. Fu il preludio alla conferenza di Parigi. Si intensificava l'attività di Adenauer dietro le quinte: andava a Parigi, a Londra, a Roma, a Wasington e a Tokio. La situazione divenne chiara dopo le ricognizioni aeree del 9 aprile e del 1' maggio... Decidemmo di non fare nulla che potesse impedire ad Eisenhower di sottrarsi all'imbarazzo nel quale si trovava. Dicemmo che probabilmente egli non era al corrente delle ricognizioni aeree, che le teste calde del Pentagono e Alien Dulles ne avevano assunto la responsabilità: ma Eisenhower non utilizzò la possibilità che gli avevamo offerto. Approvò pubblicamente quella politica e annunciò che era al corrente di quelle iniziative... lo continuo a pensare anche oggi che egli non ne fosse informato. Come Presidente ebbe ritegno a confessare che non era al corrente di ciò che avveniva nel suo paese... Il Presidente ha due occupazioni: a gioco del golf e il suo ufficio (applausi). Qual è l'attività principale f II golf. Quella presidenziale è supplementare... ». (Applausi e risa). Kruscev scuote la testa e continua: « / personaggi che si muovevano alle spalle di Eisenhower pensavamo che giungendo a Parigi io avrei dovuto mendicare la pace e la coesistenza. Furono calcoli stupidi. Poi decisero di rafforzare le loro posizioni ordinando lo stato di allarme alle basi aeree americane. Versavano in uno stato di grave psicosi. « Conservammo il sangue freddo fino all'ultimo, cercando di utilizzare anche la minima possibilità di salvare la conferenza in quella situazione. Speravamo che il Presidente avrebbe trovato il coraggio di condannare lo provocazioni, punire i colpevoli e offrirci garanzie per l'avvenire. Prima della conferenza io non pottvn andare da Eisenhower. doveva venire lui da me appena giunto a Parigi De Gaulle e Macmillan, come alleati dell'America, non potevano disporre di azione autonoma. Eisenhower ha finto di non capire perché ho assunto una posizione cosi brusca, dal momento che — egli ha detto — sapevo già di quelle ricognizioni prima di Camp David Avevamo già protestato e non possedevamo prove materiali, in certe condizioni protestare ancora è come gettare perfine dinanzi ai porci. A Camp Da¬ vid mi sono morso la lingua per non parlare di quei fatti. Avrebbero detto che noi non avevamo mezzi per abbattere gli aerei... Bisogna riconoscere che per un certo tempo non fummo in grado di abbatterli. Poi impartimmo ai 7iostri tecnici l'ordine di colmare la lacuna e pulire il ciclo. Oggi possediamo razzi magnifici e so7io stati gli imperialisti stessi a darci la possibilità di dimo strarlo... ». La collera di Kruscev si è rivolta anche contro Nixon, poiché il vicepresidente candidato alla Casa Bianca avreb be detto che l'Unione Sovieti ca va trattata da posizioni di forza: < Nixon — ha detto Kruscev — è stato portato su dall'ondata del maccartismo Oggi egli fa il duro, non si è ancora corretto, e dunque gli si può dire: " Che cavaliere del diavolo sei, se non ti di mostri capace di ammazzare un porcospino sedendoti sopra dopo esserti calati i calzonifi. (Risate). Ecco i giudizi di Kruscev sui paesi che hanno votato contro la tesi sovietica al Consiglio di Sicurezza dell'Onu € La maggioranza non ha osato alzare la voce... Chi giudica in questo modo un bandito si comporta da bandito... ». Nei confronti del governo italiano Kruscev ha detto: « Come poteva condannare e votare liberamente il rappre¬ sentante dell'Italia, quando in realtà questo paese è sottomesso agli imperialisti americani e quando anche nelle basi italiane sono ospitati gli aerei-spia americani f>. (Applausi). Più oltre, Kruscev ha rincarato la dose: <Noi speriamo che la ragione e il desiderio di vivere in pace vinceranno anche in Italia e in Giappone. Questi due paesi ospitano basi aeree americane. E' vero che l'Italia non confina con l'Unione Sovietica, ma questi aerei, anche gli U-2, se destinati ad azioni di spionaggio contro i paesi dell'Europa orientale nostri alleati, non è escluso che possano essere impiegati contro l'Urss, e pure nel caso che si verifichino soltanto atti aggressivi contro i nostri alleati, l'Unione Sovietica non si comporterà come un osservatore indifferente e compirà il suo dovere di alleata. Noi vogliamo che il governo italiano comprenda tutta la responsabilità che ricadrà su quel paese, se l'aviazione americana utilizzerà il territorio italiano ai danni dell'Urss o di altri paesi socialisti ». Ecco gli errori che secondo Kruscev gli occidentali avrebbero commesso nelle loro valutazioni di questi giorni: « Dicono che la posizione di Kruscev è difficile perché gli ufficiali, i generali smobilitati si pronuncerebbero contro di lui. Queste sono invenzioni. / giornalisti borghesi dei paesi capitalisti scrivono che Mykoian sarebbe una vittima, perché non è apparso in que sto o in quel ricevimento, che sarebbe stato gettato via. Ieri ho parlato con lui; mi ha detto che a Capo Pizunda (Mar Nero) il tempo è magnifico, ma il mare è un po' freddo » (risate e applausi). Kruscev ha concluso il suo discorso dichiarando: < Gii americani si dicono minacciati dall'Urss, ma non vedono la minaccia vera, che non è nei nostri razzi, anche se si tratta delle armi più potenti del mondo. A proposito, abbiamo cessato di produrre alcuni tipi di razzi e abbiamo rallentato la produzione di altri modelli: i razzi non sono cetrioli e non si mangiano, non ne abbiamo bisogno in grande quantità, ma quelli che abbiamo saranno pronti all'uso finché non raggiungeremo un accordo sul disarmo La minaccia vera, dicevo, è un'altra: l'espansione econo mica sovietica, la produzione dei beni di consumo... ». Alberto Ronchey Kruscev applaude al termine del suo lungo discorso al Cremlino (Telefoto)