Due episodi proverebbero che Leila Tandoj volle portare il marito al tragico agguato di Enrico Altavilla

Due episodi proverebbero che Leila Tandoj volle portare il marito al tragico agguato Semplice coincidenza o fredda determinazione di uccidere? Due episodi proverebbero che Leila Tandoj volle portare il marito al tragico agguato Il "sicario,, attendeva nel buio, sulla strada che i due coniugi stavano percorrendo - Essi passarono sotto l'abitazione del sindaco e furono invitati a salire: il commissario voleva accettare ma Leila si oppose - Poco dopo un amico li raggiunse in automobile e propose di portarli a casa: la donna rifiutò nuovamente sebbene fosse carica di pacchetti e stanca (Dal nostro inviato speciale) Agrigento, 19 maggio. Sarebbe stata Leila Tandoj a 'convincere l'amante — il dott. La Loggia — che era necessario uccidere il marito: e sarebbe stata lei a portare, freddamente, spietatamente, il marito verso il luogo dov'era in agguato il sicario. A questa convinzione I@ polizia è giunta studiando le lettere sequestrate ai due amanti, dalle quali sembra apparire che fosse la donna a dominare l'amico e non viceversa. Ed ecco poi due testimonianze di cui nulla si era finora saputo. La sera del delitto, mentre i coniugi Tandoj stavano per rincasare, vennero chiamati dalla figlia del sindaco, che li invitò dalla finestra a salire in casa per sa¬ "in iiiiiiiimiiiimiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii lutare il padre. Aldo Tandoj era disposto ad accettare l'invito: la moglie non ne volle sapere. Pochi minuti dopo un loro amico, li sorpassò in automobile. Avendoli riconosciuti, si fermò e propose di accompagnarli a casa in macchina. Leila Tandoj aveva le braccia ingombre da molti pacchetti (era stata a fare acquisti allo « Stando»); e avrebbe dovuto accettare con piacere la proposta. Invece rispose: « Grazie, preferiamo fare due passi ». Eppure era scesa a piedi dalla città alta — il magazzino «Stando» d siti cocuzzolo del colle di Agrigento — e aveva già percorso la lunga via Atenea. Due combinazioni? Forse. Intanto è stato accertato che la signoia Tandoj e il dottor iiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiimiiii La Loggia furono insieme a Palermo il SS marzo, il giorno precedente l'arrivo del commissario Tandoj da Roma. Quale scopo ebbe il viaggio f Se fu Leila a pensare per prima al delitto, fu anche lei a portare la polizia sulla pista giusta con le lettere anonime inviate al Giornale di Sicilia per accusare del delitto il tenente Mario Zurria. Non è possibile — dicono ad Agrigento — che un uomo come La Loggia, il quale aveva molti mafiosi fra i suoi galoppini elettorali, e ben conosceva quali siano le grandi armi della mafia nella lotta contro la polizia (l'omertà, le bocche suggellate), commettesse l'errore di prendere — o di far prendere all'amante — un'iniziativa del genere. Invece Leila, passionale e fantasiosa (in una libreria ci hanno raccontato che acquistava quasi esclusivamente libri « gialli ■>) volle mostrarsi troppo furba. E si perse. Siamo, naturalmente, nel campo delle supposizioni presentate dai « colpevolisti ». Gli « innocentisti », nonostante la denuncia presentata dalla polizia alla magistratura, non si sono arresi; e fanno notare che il procuratore della Repubblica non sembra del tutto convinto della colpevolezza dei due amanti. A norma di legge egli avrebbe dovuto ieri, essendo passati sette giorni dal « fermo », emettere i mandati di cattura contro il dottor La Loggia e i due presunti esecutori materiali del delitto, tramutando i « fermi » in arresti. (Per la signora Tandoj ciò non era necessario, perché già si trova in stalo di arresto per calunnia doppiamente aggravata) Invece il dott. Fcrrotti, avvalendosi di una molto controversa Inrerpretazione delle norme del codice di procedura penale, non ha tramutato i « fermi » in arresto e non ha emesso ancora i mandati di cattura. Perché ha seguito questa procedura inconsueta t E' però possibile che egli voglia immediatamente rimettere gli atti al procuratore generale della Repubblica di Palermo. Il dott. Ferretti era intimo amico tanto di Mario La Loggia quanto delle signora Tandoj — molte sono le fotografie che li mostrano insieme alle feste di beneficenza — e potrebbe temere di mostrarsi parziale. Anche i due giudici istruttori della sezione agrigentina erano amici personali del dott. La Loggia, il quale era l'unico docente in psichiatria della città e curava tutte le perizie del Tribunale. E' dunque probabile che la Corte d'Appello di Palermo avochi a sé l'istruzione del procesto Diremo infine che stasera i corrispondenti dei giornali siciliani, ai quali abbiamo detto che stavamo per lasciare Agrigento come hanno già fatto gli altri inviati speciali, ci hanno detto a una voce: « Ci rivedremo fra un paio di settimane ». I giornalisti siciliani attendono prossimi sviluppi della situazione: continuano a non credere al movente passionale. O, per meglio dire, sono sì convinti che il dottor La Loggia abbia fatto uccidere il commissario Tandoj per motivi passionali, ma soltanto dopo che Aldo Tandoj - per indurlo a troncare la relazione con la moglie — lo aveva minacciato di rivelare i particolari di alcuni scandali che ebbero dei retroscena politici. Enrico Altavilla 01111111 ! ) I ! 11 ! 11 ! I ) 11111111111 ! 11 ! IF11111M11111M111111 !

Persone citate: Aldo Tandoj, Ferretti, Leila Tandoj, Mario La Loggia, Mario Zurria

Luoghi citati: Agrigento, La Loggia, Palermo, Roma, Sicilia