Il dott. La Loggia e la bella Leila Tandoj denunciati per l'assassinio del commissario

Il dott. La Loggia e la bella Leila Tandoj denunciati per l'assassinio del commissario Decisiva svolta celle indagini a cinquanta giorni dal delitto di Agrigento Il dott. La Loggia e la bella Leila Tandoj denunciati per l'assassinio del commissario Sono ì) ce ussiti, con due «sicuri», di concorso in omicidio pluriaggravato - Si ignorano il movente del crimine e le eventuali prove di colpevolezza: nel dare l'annuncio il magistrato ha rifiutato ogni coni inculo Lo psichiatra avrebbe voluto eliminare il marito della sua amante perché ostacolava la relazione i , a e e l o e i e e o a n - ; l e , o (Dal nostro inviato speciale) Agrigento, 18 maggio. La sera del 30 marzo di quest'anno, la più bella donna di Agrigento andò a passeggio insieme con il marito, appoggiandosi al suo braccio, si fermò a salutare dei conoscenti con i quali parlò della primavera in ritardo, poi riprese a camminare avviandosi verso la zona meno illuminata dui viale della Vittoria. E sempre sapeva che da un istante all'altro sarebbe sbucato dall'ombra un sicario per uccidere, al suo fianco, il marito: Aldo Tandoj Che restò fulminato dai colpi di una Beretta calibro nove. Un'altra pallottola andò a uccidere, per sbaglio, un ragazzo di diciassette anni. Subito dopo la sparatoria, Leila Tandoj si buttò piangendo sul corpo del marito del quale, secondo l'accusa, aveva voluto la morte; ed aveva ancora le gote rigate dalle lagrime quando, insieme con Mario La Loggia — il'suo amante, l'uomo che, sempre secondo l'accusa, aveva organizzato l'assassinio — partecipò in gramaglie ai funerali della vittima. Se verranno provate le accuse mosse oggi al dott. La Loggia, a Leila Tandoj e ai due presunti esecutori materiali del delitto, questa dovrebbe essere la ricostruzione della morte del commissario di polizia Aldo Tandoj, colpevole soltanto d'ai^er tentato di strappare la propria moglie mo. Ma sarà bene precisare che si tratta di una suppo sizione. Nessun particolare sugli elementi di prova è stato o '. -|a^a passione di un altro uoe |da'°' °99U arante la oonf* - à l oe i o n e o o. n ea, n i rnt i o a li odi o o alaa a e e e e bo n e n n o ri o ure luo o, a tà renza-stampa tenuta dal Procuratore della Repubblica. E poiché da stasera ha ufficialmente inizio l'istruttoria, trascorreranno molte settimane — o forse mesi — prima che sia data a conoscere tutta la verità. Nel frattempo bisognerà ve ramente rinunciare a vedere nel delitto l'espressione di un mondo torbido e ambiguo, nel quale si sarebbero mossi personaggi istupiditi dalla droga o esaltati da passioni poco na turali. Non c'è cocaina, non ci sono orge sullo sfondo dell'omicidio. Ci sarebbe un uomo che non vuole rinunciare alla sua amante e ne elimina il marito. Lo schema è classico con una sola innovazione in questa Sicilia dove tanta gente ha il grilletto facile — sia mo ad Agrigento da sei giorni e abbiamo letto di otto as sassinii compiuti in questo pe riodo fra Palermo e Catania —.- invece di uccidere, l'aman te incarica un sicario di uc cidere. Quando ha ricevuto i sriornalisti, il procuratore della Repubblica, dott. Ferrotti, appariva stanco. Il suo lavoro non è stato facile; egli era amico intimo dell'uomo e della donna che ha ora incriminati per un reato punibile con l'ergastolo. < La questura e i carabinieri di Agrigento — ha detto — hanno trasmesso alla Procura un rapporto di denuncia a carico di Mario La Loggia, Leila Motta ved. Tandoj, Salvatone Calaciane, Salvatore Pirrera per concorso in omicidio pluriaggravato e inoltre, a carico di Mario La Loggia, per detenzione- abusiva di armi comuni e da guerra ». La detenzione delle armi si riferisce alla collezione di venti archibugi che lo psichiatra conservava nella sua villa di Agrigento. In quanto all'omicidio, è pluriaggravato (immaginiamo) perché commesso con premeditazione e ptr motivi abbietti. Ciò significa che se le accuse verranno provate, una Corte d'Assise dovrà pronunciare quattro sentenze di ergastolo in quello che sarà probabilmente un processo indiziario perché nessuno degli imputati ha confessato e nessun testimone ha riconosciuto i sicari. <.Che prove avetet», abbiamo domandato al Procuratore della Repubblica. « Non posso rispondere — ha detto —; ma anche gli indizi sono prove ». « E il movente t ». « Non posso dire nulla. Ma voi giornalisti avete scritto che c'è di mezzo una donnay. (Sì lo abbiamo scritto, perché lo stesso Procuratore lo disse con chiare- parole durante la precedente conferenza-stampa. E non dovrebbero esservi dubbi sul movente passionale del delitto). « E- vero che il dott. Tandoj mandò una somma di denaro al dott. La Loggia la mattina del delittot ». < Non posso confermarlo né smentirlo». (Si trattava di alcune decine di migliaia di lire che il commissario aveva preso in prestito dallo psichiatra. Saldando il suo debito, voleva probabilmente avere le mani pulite nel momento in cui si preparava a dare battaglia all'amante di sua moglie per costringerlo a troncare la tresca. Ma anche questa è soltanto una supposizione). « Quali prove avete contro i presunti mandanti e i presunti esecutori materiali ? ». « Non posso rispondere. Da odcggsss oggi le indagini sono pwtetteIdal segreto istruttorio. Si tratta di istructoria sommaria, che diverrà formale quando gli atti saranno trasmessi al giudice istruttore ». « Come siete arrivati a sospettare del dott. La Loggia e della signora TandojT ». « Non posso dirvi nulla e nulla potrò dirvi per molti e molti giorni ancora », ha detto il procuratore della Repubblica, concludendo la conferenza-stampa. Ci sono due punti sui quali si era però già soffermata la attenzione di un giornalista siciliano, Luigi Merante, che non volle mai credere ai sospetti contro il tenente di polizia Mario Zurria, che era stato accusato dell'omicidio da lettere anonime inviate al suo stesso foglio, il Giornale di Sicilia. (Se è vero che alcune di queste lettere, quelle scritte a mano, sono state attribuite da una perizia calligrafica alla signora Tandoj, e se è vero che la sola lettera scritta a macchina — quella spedita il 25 aprile da Cefalù, dove in quel giorno era di passaggio il dott. La Loggia — è stata scritta sulla « Olivetti » sequestrata in casa La Loggia, ebbene allora bisognerà dire che l'accusa non si fonda soltanto sugli indizi. E bisognerà dire che i due amanti si sarebbero perduti per aver voluto strafare). Il giornalista crede sempre ad un delitto passionale, basandosi anche su due osservazioni. La prima è questa: durante il funerale non una sola parola di condoglianza venne rivolta dal questore alla ve- iimimiliiliiimimilllllimillllilllililiiiiiimi dova. Era già sospettata Leila Tandoj, o, più probabilmente, si Iratiij di una coincidenza? La seconda osservazione è più importante. Il sicario, che sarebbe stat^j Salvatore Calacione, era nascostu in un portone sul lato sinistro del viale del la Vittoria. Quando il suo complice (Salvatore Pirrera) passò di corsa per avvisarlo che la coppia si stava avvicinando, l'assassino uscì dal suo nascondiglio e si portò nel ceti tro della strada. Eppure gli sarebbe stato molto più facile sparare dal portone, restandonell'ombra, visto che i due Tandoj camminavano sul marciapiedi sinistro. Ma il marito dava cortesemente la destra alla moglie, che si sarebbe trovata sulla traiettoria dei colpi. Se avesse sparato dal e ) la portone, il sicario avrebbe rischiato di uccidere l'amante dell'uomo che gli aveva commissionato il delitto. E preferì portarsi al centro della strada, per sparare i cinque colpi della sua Beretta calibro nove che andarono ad uccidere il dott. Tandoj e lo studente Antonio Damatiti. Si conclude così nel sangue — e, per Leila Tandoj, in una cella del carcere di San Vito — una storia che ebbe inizio il 191,6 quando il commissario Tandoj venne trasferito ad Agrigento. Si era sposato da poco con una donna molto più giovane. Bella e passionale, con un marito che in famiglia non aveva la stessa forza d'a nimo di cui dava prova nella lotta ai delinquenti (forse perchè i postumi d'una ferita di guerra lo avevano indebolito), Leila strinse subito amicizia con le poche famiglie tbuone* della piccola città di provincia. E, innanzitutto, con i La Loggia Un paio di anni dopo il suo arrivo, Danika La Loggia abbandonò la famiglia per anda re a vivere col barone Agnel lo; ma dopo qualche mese ottenne il perdono del marito che si mostrò pensoso dell'avvenire del figlio e, probabilmente, anche della sua carriera e di quella del fratello, ohe fu poi presidente dell'Assemblea regionale siciliana. ' Mario La Loggia, che viveva separato dalla moglie pur abitando sotto lo stesso tetto, era un uomo senza affetti. Si dedicò agli studi di psichiatria e agli intrighi politici, cambian do cinque volte di partito nel giro di pochi anni. Per molto tempo non gli venne attribuita alcuna amante. Né si sospettò della sua relazione con Leila, perché la donna era legata a sua moglie da una grande amicizia. Fu proprio Danika La Loggia a favorire, o a tollerare la relazione di suo marito con l'amicat E il commissario Tan doj, quando seppe di essere tradito? E per quanto tempo sopportò il tradimento prima di decidersi a reagire? Non sono interrogativi ai quali è per ora possibile rispondere. Ma se i sospetti degli inqui renti sono esatti, Aldo Tandoj tentò, qualche mese dopo il suo trasferimento a Roma cioè fra gennaio e marzo — di costringere la moglie a seguirlo nella nuova sede. Leila trovò molti pretesti per rinviare la partenza; e, quando il commissario Tandoj perse la pazienza e minacciò lo scandalo, e, ? ù aone l uo a) lo ciuo ti gli le do'secondo l'accusa, si mise d'ac ue rto ra be ei al cordo con l'amante per ac compagnare il marito nella tragica passeggiata sul viale della Vittoria, dove era in attesa il sicario. Enrico Altavilla Il Mi L Li dit iidi i ft di h ttipsdmpddcdt—c—1TpgcnnlcgLcdvf Il dott. Mario La Loggia, denunciato per omicidio, in unsi foto di poche settimane fa insieme con la moglie Danika e con il figlio ad una festa art Agrigento (Tel.) on premeditazione e ptr movi abbietti Ciò significa che oggi le indagini sono pwtetteIdova. Era già sospettata Leila dal segreto istruttorio Si Tandoj o più probabilmente