Un obiettore di coscienza condannato per la terza volta
Un obiettore di coscienza condannato per la terza volta Un obiettore di coscienza condannato per la terza volta « Testimone di Jeova », rifiuta di usare le armi durante il servizio militare - Ha già scontato due anni di carcere, ieri gliene è stato inflitto un altro Verona, 17 maggio. Un «testimone di Jeova> è stato condannato oggi per la terza volta dal Tribunale militare di Verona: si tratta del ventiquattrenne Alberto Cortini, di Forlì, il quale ha fino ad ora scontato complessivamente due anni di carcere militare, per tenere fede alle proprie convinzioni religiose che gli vietano di usare le armi. Circa un mese fa, al termine dell'ultima pena che gli era stata inflitta, il Cortini veniva rimandato al 12" CAR di Montorio. Le altre volte si era sempre rifiutato di indossare la divisa militare, ma in que sto suo terzo ritorno alla caserma aveva acconsentito a mettersi l'uniforme. Ma quando, durante una normale esercitazione, gli è stato consegnato il fucile, il Cortini si è rifiutato di prendere l'arma e ha mantenuto il suo diniego anche dopo le reiterate intimazioni degli ufficiali. Il giovane obiettore di coscienza è stato perciò chiuso nel carcere di Peschiera e deferito per la terza volta alla autorità giudiziaria militare. Il « testimone di Jeova > ha conservato oggi in Tribunale un contegno dignitosissimo. Il iiiiiiiiiiiiiiif iiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiu Cortini, un giovane dal viso pallido incorniciato da una folta barba, ha risposto al presidente, generale Romagnoli, che cercava di indurlo a recedere dal suo atteggiamento: < Signor generale, la legge di Dio, che va al di sopra di ogni legge umana, vieta di portare armi ed lo non posso assolutamente infrangerla senza macchiarmi di una colpa gravissima». Il P.M. ha chiesto il massimo della pena, cioè due anni di reclusione. Il difensore, avv. Vincenzi, in un'appassionata arringa, dopo aver messo in rilievo gli alti principi morali cui si ispirava l'imputato, si è augurato, richiamandosi al diritto della libertà di pensiero, che anche in Italia si arrivi presto, come in tanti altri Paesi civili, alla promulgazione di una legge che contempli il caso degli obiettori di coscienza. La Corte, accogliendo parzialmente le istanze del difensore, ha condannato il Cortini a un anno di reclusione.
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