Questa sera il magistrato dovrebbe annunciare che Tandoj fu ucciso per ordine di La Loggia di Enrico Altavilla
Questa sera il magistrato dovrebbe annunciare che Tandoj fu ucciso per ordine di La Loggia t Scadono I termini di legge per il "fermo,, degli indiziati Questa sera il magistrato dovrebbe annunciare che Tandoj fu ucciso per ordine di La Loggia Contro lo psichiatra verrebbe spiccato mandato di cattura - Un dipendente dell'ospedale sarebbe accusato di essere l'esecutore materiale del delitto; un altro sarebbe suo complice - Due sono stati scarcerati • La vedova della vittima incriminata per calunnia e falsa testimonianza - Gli accusati negano ogni responsabilità (Dal nostro inviato speciale) Agrigento, 17 maggio. L'incriminazione del dottor Afario La Loggia per un reato che comporta la pena dell'ergastolo verrà, probabilmente annunciata domani sera durante la conferenza-stampa che il procuratore della Repubblica terrà allo scadere dei termini legali per il fermo preventivo di Mario La Loggia e delle due persone, alle quali verrebbe attribuita l'esecuzione materiale del delitto di cui restò vittima, ■ la sera del SO marzo, il commissario di polizia Aldo Tandoj, colpevole di avere una moglie bella ed esuberante ■ (e forse anche di co¬ noscere troppo bene la vita segrete della provincia di Agrigento, dov'era stato per tredici anni capo della squadra mobile). E' sempre possibile un colpo di scena che possa rimettere in libertà all'ultimo momento l'amante di Leila Tandoj, ma se il procuratore della Repubblica avesse avuto dubbi sulla colpevolezza del dott. La Loggia, che è fra i più noti uomini politici della Sicilia, non avrebbe trascorso gli ultimi tre giorni in famiglia, a Palermo, e non avrebbe atteso lo scadere dei termini di legge per fare aprire a Mario La Loggia le porte del carcere; ed è anche difficile credere che il noto psichiatra possa venir incriminato soltanto per il possesso abusivo di armi antiche di cui faceva collezione nella sua villa. Quando riceverà i giornali sti, il procuratore della Repub blica dovrebbe annunciare di avere incriminato il dott. La Loggia per avere incaricato un suo dipendente, Salvatore Calacione, di uccidere il commissario Tandoj. Trattandosi di omicidio premeditato la pena prevista sarebbe, sia per mandante sia per il sicario quella dell'ergastolo, anche a prescindere dall'aggravante dei motit:i abbietti ed anche a vo ler dimenticare che la sparatoria portò pure alla morte di uno studente di 17 anni, Anto nino Damanti, colpito da una pallottola al cuore mentre pas seggiava a pochi passi dal commissario Tandoj. Per con corso nello stesso reato dovrebbe assere incriminato un dipendente del dott. La Loggia, Giovanni Pirrera, che avrebbe fatto da « palo » e che anche rischierebbe l'ergastolo Per calunnia doppiamente aggravata, un delitto che può essere punito con molti anni di reclusione, verrà incriminata Leila Tandoj, colpevole di avere attribuito a un innocente — il tenente di polizia Mario Zw ria — l'assassinio di suo mari to; la signora Tandoj dovrà anche rispondere di falsa te stimonianza, e non è perciò probabile per il momento l'ac coglimento dell'istanza del suo difensore, on. Bonfiglio, che ha chiesto la libertà provvisoria per la sua cliente (che è anche sua cugina). Il movente del delitto do vrebbe essere la passione, se condo le dichiarazioni già fat te dal procuratore della Re pubblica. Si è già osservato come sembri improbabile che un uomo politico, intelligente e ricco, possa essersi spinto fino a ordinare l'assassinio del marito della propria amante soltanto per impedirgli di costringere la moglie a seguirlo a Roma, dov'era stato trasferito. Più valida può sembrare un'altra ipotesi, quella delle minacce che il commissario Tandoj avrebbe rivolto al dottor La Loggia, dicendosi pron¬ a i l i — à ò o e è to a rivelare alcuni retroscena « politici » nella vita dello psichiatra, se questi non si fosse dichiarato pronto a sua volta interrompere la relazione amorosa coti la moglie; sarebbero state queste minacce a far perdere la testa al dottor La Loggia, che avrebbe perciò ordinato al Calacione l'assassinio. La notizia dell'acquisto da parte del dott. La Loggia di un appartamento a Roma, in via Scalia, può essere interpretata in modi diversi. Era un appartamento non grande — camera e salone — che lo stesso , La Loggia aveva fatto arredare con mobili svedesi evidentemente non poteva servire all'intera famiglia La Loggia, abituata a vivere in grandi e lussuose ville. Era una garsonnière e probabilmente doveva servire a Mario La Loggia per incontrare la amante quando si sarebbe trasferita a Roma. Così stando le cose, che interesse avrebbe avuto ancora lo psichiatra a far uccidere il coynmissario Tandoj, visto che era pronto a incontrarne la moglie anche a RomaT Ma forse (si dice) Tandoj ebbe notizia dell'acquisto dell'appartamento e, per costringere La Loggia a troncare definitivamente la relazione, lo minacciò di uno scandalo, firmando in tal modo la propria condanna a morte. C'è speranza che il procuratore della Repubblica voglia dirci, domani o dopodomani, com'è arrivato alla convinzione della colpevolezza di Mario La Loggia e quali prove abbia in suo jjosòcsso. Sembra difficile che lo psichiatra sia stato fermato, e poi venga incriminato del delitto, soltanto perché era l'amante di Leila Tandoj: quali giudici potrebbero, in un processo indiziario del genere, pronunciare una sentenza di condanna partendo da questo solo, tenue presupposto? D'altra parte, né il dott. La Loggia né i presunti esecutori materiali del delitto hanno confessato e, per quanto ne sappiaino, non sono stati ancora messi a confronto fra di loro, né sono stati riconosciuti dai testimoni della sparatoria: quali sono allora le carte nel gioco del procurato re della Repubblica? Sono forse i documenti riguardanti il dott. La Loggia che sarebbero stati rinvenuti nell'abitazione romana del commissario Tandoj? O la let tera che lo psichiatra avrebbe scritto al commissario di polizia, dicendogli: < Se la vogliono prendere con me e mi attribuiscono rapporti con la mafia, ma tu non c'entri»? Da parte del magistrato inquirente si riafferma soltanto, come abbiamo già detto, che il movente del delitto è la passione. E stasera il procuratore della repubblica si è recato al carcere dove ha ordinato la scarcerazione di Antonino Milioto e Angelo Alfano, due dei personaggi minori che erano stati fermati sotto l'accusa di favoreggiamento. ' Enrico Altavilla pmpgflnsn a vedova del commissario Tantioj, Leila Motta, arrestata per calunnia e falsa te¬ timonianza, ed il prof. Mario La Loggia, tuttora in stato di fermo (Telefoto)
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