Chiesta la pena capitale per i due italiani accusati di spionaggio a favore di Israele

Chiesta la pena capitale per i due italiani accusati di spionaggio a favore di Israele Iniziato al Cairo il clamoroso processo contro diciassette persone Chiesta la pena capitale per i due italiani accusati di spionaggio a favore di Israele Sono un palombaro ed un inseiviente d'albergo - Gli altri imputati: due greci, un olandese e dodici egiziani - Questi ultimi avrebbero tentato di avvelenare Nasser - La condanna a morte chiesta anche per l'olandese che ha confessato la sua attività i, nni na a e uoaoli a a un se he ula se aoliù a aer ta e re a e la me ti, di be, n(Nostro servizio particolare) Il Cairo, 16 maggio. Si è iniziato oggi al Cairo il processo contro diciassette persone, fra le quali due italiani, imputate di spionaggio in favore di Israele e di tentato assassinio mediante avvelenamento del presidente Nasser. Due degli imputati son ■> greci, un altro è danese; gli altri sono cittadini egiziani. Tutti rischiano la condanna a morte, per i reati loro contestati è prevista la pena capitale nell'attuale codice penale della Rau; si tratta di reati commessi in tempo di guerrafed a favore del « nemico », essendo Israele ancora in « stato di guerra » con alcuni Paesi arabi. Il Tribunale per la sicurezza dello Stato è composto di cinque giudici, tre della magistratura ordinaria e due di quella militare. Presiede un giudice molto noto per aver diretto altri clamorosi processi politici, Kamel El Eahnassawi. Le sedute si protrarranno, a quanto è dato prevedere, per- alcune settimane; i diciassette imputati sono stati ripartiti in sette gruppi. Il Tribunale si occuperà separatamente di ognuno di questi gruppi. Il primo è composto dai due italiani Ferdinando Paciolla 'e Raimondo Di Pietro e dall'olandese Meewis Goudswqrd. I tre imputati sono difesi da tre dei migliori avvocati del Foro del Cairo ed hanno la garanzia di un processo regolare che si svolgerà secondo la procedura ordinaria. Paciolla, Di Pietro e Goudsxvard sono accusati di spionaggio militare in favore di Israele. Oggi, all'apertura del processo, sono-_ comparsi in aula ammanettati e sotto robusta scorta di polizia. Tutti IMMIMIIIMIMII 11111111111111111 Milli UHI e tre apparivano in buone condizioni fisiche ed indossavano vestiti in buono stato, di colore grigio chiaro. Mentre i due italiani avevano camicie dal colletto aperto, l'olandese portava la cravatta. Non appena sistemati nel banco degli imputati, i tre sono stati liberati dalle manette. Solo l'olandese è sembrato sofferente; ha 68 anni ed è di costituzione piuttosto debole. Il presidente del tribunale, durante la lunga udienza di oggi, gli ha chiesto più volte premurosamente se si sentisse bene; ha anche ordinato ad un usciere di tenere a disposizione di Goudsward un bicchiere di acqua fresca in modo che possa dissetarsi in qualsiasi momento. L'olandese ha risposto alle domande rivoltegli parlando in inglese, assistito da un interprete arabo. La sua voce, debolissima, veniva udita a stento persino dal banco dei giudici. Di tanto in tanto il presidente del tribunale si è rivolto a lui direttamente, parlandogli in inglese. All'inizio dell'udienza la Pubblica accusa ha dato lettura dei capi di imputazione. < Dal 1957 gli imputati — dice il documento — hanno commesso atti ostili alla Repubblica araba unita mediante spionaggio in favore dello Stato di Israe le dietro compenso mensile >. Poi l'Aoousa ha chiesto la condanna alla pena di morte ed al pagamento di 1000 sterline egiziane (circa 1.800.000 lire italiane). Il giudice El Bahnassawi ha chiesto ai tre imputati i nomi, inicpèciipczsqdhtlsnccssssuiiiiiiiitiiiiiiiiiaiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiitiii i luoghi di nascita e la religione. Il presidente non ha invece invitato gli imputati a fare la consueta dichiarazione di colpevolezza o di innocenza, come è sempre avvenuto in altri processi per spionaggio celebrati in passato al Cairo. In fase di istruttoria quasi tutti gli imputati di questo sensazionale processo, meno uno, si sono dichiarati colpevoli delle imputazioni. L'interrogatorio dell'olandese si è protratto per circa quattro ore, con un intervallo di dieci minuti. Il Goudsward ha ammesso di aver posseduto una trasmittente radio da lui impiegata per passare ai servizi informativi israeliani notizie sui « preparativi militari » in corso nella Repubblica araba unita. L'olandese ha confermato ciò che risulta dai suoi documenti, di essersi trasferito al Cairo nel 1957. Ha aggiunto che mentre era ad Amsterdam (Olanda) dove lavorava in una ditta di materiale elettrico si era accordato col vice-console israeliano di quella città per recarsi nella Rau e procurare informazioni militari a Israele dietro compenso Ha anche ammesso di aver scambiato lettere contenenti frasi scritte con inchiostro simpatico con agenti israeliani di Amsterdam. Gli sono stati mostrati l'apparecchio radio, una macchina fotografica, la boccetta dell'inchiostro invisibile ed altri « corpi di reato », Li ha tutti rico7iosciuti come suoi. Il Di Pietro e il Paciolla sono stati anch'essi interrogati. iiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiitiiiiiiiitiiiiiiiiiiif iiiiii Entrambi sono -assistiti da un interprete italiano. Il primo è nato ad Alessandria d'Egitto e lavorava negli alberghi dì quella città; il secondo faceva il palombaro nel porto. L'avvocato del Di Pietro, Aly Mansour, ha chiesto al Tribunale il permesso di telegrafare alla Banca Commerciale italiana a Roma per chiedere una dichiarazione sul conto di deposito del cliente. La richiesta è stata accolta. a. p. 7~—TT Gli italiani Raimondo Di Pietro e Ferdinando Paciolla nella gabbia degli imputati durante lo svolgimento del processo. Notevole lo spiegamento di polizia (Telefoto)